La Major League Soccer (MLS) torna a far parlare di sé in Europa e nel Mondo. Negli ultimi giorni infatti i Chicago Fire hanno ingaggiato Bastian Schweinsteiger, prelevandolo dal Manchester United grazie ad un generoso contratto da 4 milioni per un anno, estendibile a due in caso di volontà del giocatore.
Non è un mistero che il rapporto tra il centrocampista Campione del Mondo in carica e Josè Mourinho non fosse tutto rose e fiori (2 sole apparizioni in Premier League quest’anno, partendo sempre dalla panchina), ma possiamo limitarci a questo per capire le ragioni del trasferimento?
È passato ormai qualche anno da quando David Beckham ha deciso di attraversare l’Atlantico per vestire la maglia dei Los Angeles Galaxy, in uno dei trasferimenti più discussi del decennio scorso. Dopo di lui altri nomi illustri del calcio europeo sulla via del tramonto hanno voluto seguire questa rotta, partendo da Henry, passando per Nesta e arrivando ad oggi con Kakà, Pirlo, David Villa e Drogba, solo per citarne alcuni.
Il campionato americano è diventato negli ultimi anni una solida certezza per questi “ex” campioni, che hanno la possibilità di esibirsi con libertà e senza pressione, guardati anzi da tutti gli spettatori con occhi sognanti. I ritmi di gioco sono infatti ancora lontani dagli standard europei, consentendo anche a giocatori non più nel fiore dei loro anni di dare fondo alle proprie energie.
Da qualche tempo a questa parte stanno però arrivando anche giovani talenti “alla Giovinco”, ossia ottimi giocatori nel pieno del loro potenziale che scelgono di giocare in MLS anziché nei più blasonati campionati europei o sudamericani. Nemanja Nikolić dei Chicago Fire o Christian Colmàn del FC Dallas sono due ottimi esempi, rispettivamente classe ‘89 e ‘93.
Questo progressivo cambio di trend può essere letto in due modi: in primo luogo i club sono riusciti nell’intento di far conoscere la lega professionistica americana in tutto il mondo grazie ai grandi nomi arrivati dall’Europa, ma ora hanno bisogno di investire anche su giocatori di prospettiva, così come ha fatto Toronto con Giovinco al suo arrivo. La “Formica Atomica” si è resa partecipe di azioni spettacolari che hanno fatto il giro del globo, spingendo tutte le squadre a voler alzare il livello della propria rosa.
In secondo luogo in America è scoppiata una vera e propria “Soccermania”, complici gli ottimi risultati della Nazionale e una campagna di marketing sulla falsariga delle decisamente più note NBA e NHL. I continui record di ascolti in TV e di presenze allo stadio assumono sicuramente peso nel momento in cui un giocatore decide la sua prossima destinazione, riuscendo ad affermarsi con credibilità nel panorama calcistico internazionale.
Non per niente la MLS sta pian piano affermandosi come uno dei campionati più seguiti al mondo, anche grazie alla formula tipicamente americana dei Playoff a fine stagione per assegnare il titolo.
Sicuramente da qui in avanti la MLS può solamente crescere, sia qualitativamente che quantitativamente. Il metodo statunitense di gestire pressoché qualsiasi campionato sportivo da sempre garantisce spettacolo ed intrattenimento per i fans di tutto il mondo, con mastodontiche campagne pubblicitarie e migliaia di eventi dedicati.
Anche se forse non riuscirà mai ad avvicinarsi ai campionati europei in termini di blasone e tradizione, e anche se molti appassionati del pallone non apprezzano questa eccessiva spettacolarizzazione, il cammino della Major League Soccer sembra essere finalmente sui binari giusti per affermarsi definitivamente.
Laureato in Economia e Management, cestista e grande appassionato sportivo, scrivo per esprimere la mia passione nei confronti di una maledettissima palla rotonda, che sia in cuoio lucido o a spicchi
31 Maggio 2017
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Laureato in Economia e Management, cestista e grande appassionato sportivo, scrivo per esprimere la mia passione nei confronti di una maledettissima palla rotonda, che sia in cuoio lucido o a spicchi
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