Ed ecco una donna, che soffriva d’emorragia da dodici anni, gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Pensava infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». Gesù, voltatosi, la vide e disse: «Coraggio, figliola, la tua fede ti ha guarita». E in quell’istante la donna guarì.
Vangelo di Matteo 9, 20-22
Batman v Superman: Dawn of Justice è uno dei film più attesi e discussi di quest’anno. Talmente controverso da richiedere l’intervento del Nuovo Testamento per aprire questo articolo. Da molti attaccato, da pochi osannato. Scelte di produzione e distribuzione poco coraggiose, trama troppo densa e personaggi poco caratterizzati – anche se gli ultimi due problemi, per lo meno, sono stati risolti dalla Ultimate Edition. Ma non siamo qua per criticare, né per osannare il film. Siamo qua per capire cosa ci sia dentro, oltre alla storia dei due supereroi iconici della DC e del mondo supereroistico in generale.
All’inizio del film vediamo la famiglia Wayne uscire dal cinema dopo aver visto Il segno di Zorro, film del 1940 di Rouben Mamoulian. Pochi frame dopo, sul cartellone esce scritto che il prossimo film che verrà proiettato sarà Excalibur, film del 1981 diretto da John Boorman. Questa scelta non è stata affatto casuale. Don Diego de la Vega, ai più conosciuto come “Zorro”, era un giustiziere mascherato che combatteva i soprusi dei potenti e dei criminali della Los Angeles del XX secolo, indossando un vestito e una maschera nera. Il suo segno distintivo era la famosa Z di Zorro, fatta con la sciabola sul volto delle sue vittime, in modo da poterle marchiare a vita. Excalibur, invece, ha un ruolo profetico. Arthur, un semplice ragazzo, diventa re dopo aver estratto la spada Excalibur da una roccia. Dopo aver dichiarato guerra al suo migliore amico Lancillotto, in quanto amante di Ginevra, i due si riconcilieranno per combattere contro Mordred, un traditore del re. Nella battaglia finale, Artù si lascia trafiggere dalla lancia del suo nemico, per poterlo trafiggere a sua volta con la sua spada Excalibur. Questo sacrificio si rivelerà fatale per entrambi. Più che un’allusione a un personaggio, questo si rivela essere un chiaro riferimento a tutta la trama del film, un’anticipazione a ciò che verrà più avanti.
Nella scena immediatamente successiva, possiamo assistere alla nascita di Batman. Un giovane Bruce, in seguito a una fuga dal funerale dei propri genitori, finisce in una caverna piena di pipistrelli. Inizialmente terrorizzato, si lascia avvolgere da essi e, come una fenice, si alza dal suolo e rinasce come Batman. Questo Batman è molto più oscuro, rassegnato, violento e cinico. Totalmente distaccato dalle sue altre rappresentazioni, molto più vicino all’immaginario di Miller. Un guerriero di giada plasmato dalle esperienze passate, che ha perso tutte le speranze per l’umanità e che, rassegnato, tratta i criminali come erbacce. Ogni criminale catturato viene marchiato, marchio che si trasforma in una condanna a morte in prigione. Batman diventa un vero e proprio esecutore che rompe la sua promessa del non uccidere.
«Venti anni a Gotham, Alfred. Abbiamo visto le promesse quanto valgono. Quante brave persone restano. Quante non sono cambiate». Con questa frase Bruce Wayne allude a se stesso, a come è cambiato. Venti anni, passati a combattere il crimine, che sono diventati obsoleti con l’arrivo di Superman, un alieno capace di distruggere tutta l’umanità se solo lo volesse. Questa minaccia si trasforma in una bomba a orologeria: così come Batman ha rotto la sua promessa, anche Superman lo può fare. Ed è proprio questo evento che cambia radicalmente la sua indole: una buona persona convinta che uccidere Superman sarà il suo atto finale per poter salvare l’umanità. Batman è la pura metafora della condizione umana. Cerca giustizia ma non riesce a trovarla, al punto di diventare lui stesso la giustizia.
Superman è totalmente cambiato dall’ultima volta che l’abbiamo visto in Man of Steel. La gente non lo acclama più, non viene più visto come un semidio. Metropolis e il mondo intero hanno paura di lui, ormai lo vedono come una minaccia, come un falso Dio, una pericolo extraterrestre da debellare. L’unico momento in cui lo vediamo accettato da qualcuno a parte Lois, è quando va in Messico a salvare una donna da un palazzo in fiamme durante la celebrazione del Día de Muertos. Questa scena non è del tutto casuale. Le uniche persone che hanno potuto apprezzare l’operato di Superman ormai sono morte, e solo loro sanno quanta buona volontà ci stava nelle sue azioni, che la distruzione di Metropolis non è colpa sua. In altre parole, «È l’eroe che meritano, ma non quello di cui hanno bisogno adesso».
L’uccisione di Zod in Man of Steel segna la trama di questo film, portando alla prima regola di Superman, quella di non uccidere. «Se l’avessi voluto saresti già morto» dice Superman a Batman durante il loro scontro. La vita di sua madre dipende dalla vita del suo rivale, e fa di tutto per salvare entrambe le vite, cerca un dialogo con Superman anche nei momenti più critici dello scontro. Nella scena dell’esplosione del senato, Superman decide di ritirarsi dal suo lavoro di supereroe. Si sente sconfitto, non più capace di difendere l’umanità, ha deluso le aspettative di suo padre. Ed è proprio l’incontro onirico con il padre che gli ridarà la forza di continuare con la sua missione. Il messaggio finale lasciatogli dal padre è forte e chiaro. Non importa quante cose facciamo, quanto ci proviamo. Commetteremo sempre qualche errore, consciamente o inconsciamente. Questo ci tormenterà, ma alla fine ci sarà sempre qualcuno che aggiusterà tutto e ci instaurerà fiducia.
Ed è proprio nella scena finale che si ha la nascita del vero Superman, quello che conosciamo tutti. «Questo è il mio mondo, tu sei il mio mondo» dice Superman. Lois, il suo mondo, è la persona che nonostante tutto aiuterà Superman e deciderà di diventare un simbolo di fiducia e speranza per questo mondo. Ed è proprio la sua rinascita, rappresentata simbolicamente come un battesimo, con Superman che esce da un pozzo circondato da statue angeliche, che segna il suo inizio ma anche la sua fine.
Un uomo che si batte per un bene superiore, che ispira fiducia e speranza nell’umanità, al punto da sacrificarsi per poter salvare il suo mondo. Ed è proprio questo mondo, che prima lo odiava, che alla fine piange la sua morte. Il governo finalmente lo riconosce come un vero eroe della patria.
Ed eccoci ora a parlare di Lex Luthor Jr. (attenzione, non il classico Lex Luthor che conosciamo noi, ma suo figlio). Ormai la sua psiche è totalmente ossessionata con Superman, basti vedere il discorso che tiene alla cena di gala. Per la prima volta in vita sua si sente impotente, capisce che soldi e conoscenza non possono dare il potere. Adesso Luthor è semplicemente un filantropo con una vasta cultura, niente di più. Durante il suo incontro con Superman, riusciamo a capire meglio la sua psiche. Non un semplice terrorista anarchico come il Joker di Nolan, ma un cattivo con una missione e un pensiero ben definito. Quando lui veniva abusato fisicamente da suo padre, sperava sempre nell’arrivo di un qualche Dio che lo avrebbe aiutato, senza risultato. E proprio così ha capito che o Dio era benevolo ma non poteva fermare suo padre, oppure era onnipotente e lo fiancheggiava. Per lui Dio non può essere benevolo e onnipotente, ma solo una delle sue cose. In altre parole: «Sa qual è la bugia più antica d’America? Che il potere può essere innocente».
Con l’arrivo di Superman, il mondo scopre che il potere può anche essere innocente, che esiste gente disposta a salvare il mondo senza chiedere nulla in cambio. Questo va in contrasto con la visione filosofica e teologica di Lex, lo fa sentire inferiore e nel torto, tanto da portarlo a fare di tutto per mostrare al mondo la sua realtà dei fatti.
Nella cultura occidentale ci sono stati numerosi tentativi di antropizzazione delle divinità, da Ercole fino a Gesù. L’umanità ha sempre voluto vedere come un essere perfetto come un dio si comporterebbe contro i problemi di tutti i giorni, tra i suoi vizi e difetti. Per usare le parole di Eugenio Finardi, che a sua volta citava Joan Osborne, E se Dio fosse uno di noi? Ed è proprio questo che rende lo scontro tra Batman e Superman così interessante, un uomo senza un briciolo di super potere si ritrova a combattere contro uno degli esseri più potenti dell’universo. Ed è proprio quando Superman inizia ad indebolirsi per via della kriptonite che Bruce Wayne inizia a parlargli della paura, il più umano dei sentimenti. Superman, senza i suoi poteri, chi è? Cosa è capace di fare?
Ed è proprio nello scontro finale che Batman scopre che Superman non è così tanto diverso dagli altri essere umani. Sentendo la frase «Salva Martha», Bruce pensa che Superman stia parlando di sua madre. Una volta che Lois chiarisce la situazione, Bruce scopre che c’è ben altro, al di là della figura semidivina. Scopre che l’essere superiore proveniente da un altro pianeta in realtà è più umano di quello che si pensasse. Non è estraneo alla razza umana, ne ha sempre fatto parte.
Iniziato con un funerale, il film si conclude con un altro funerale (anzi, due). Il mondo si unisce per piangere assieme la morte del simbolo di speranza per eccellenza. Ed è proprio con la morte di Superman che si ha la (ri)nascita del Batman che conosciamo tutti. A inizio film, come detto prima, abbiamo un Bruce Wayne rassegnato e solitario, al punto tale che è proprio lui a inizio film a dire «C’è stato un tempo incontaminato, un tempo precedente. Esisteva la perfezione, l’assoluto adamantino. Come precipitano le cose, le cose sulla Terra. E ciò che cade, è caduto». A fine film invece, lo stesso Bruce afferma «Gli uomini sono ancora buoni: combattiamo, uccidiamo, ci tradiamo a vicenda, ma possiamo ricostruire, possiamo dare di meglio, lo daremo, dobbiamo farlo». La morte di Superman, simbolo di speranza, dona speranza di un mondo migliore. Ed è proprio il film a sottolineare la tragedia della morte e della bellezza della rinascita che si può trarre da essa. Così come Gesù viene tolto dalla croce per poter essere pianto dalla madre, allo stesso modo il corpo di Superman viene rimosso dagli artigli di Doomsday per poter essere pianto da Lois e l’umanità intera. E addirittura il mantello rosso di Superman, che Batman userà per poterlo tirare giù, ricorda il sudario scarlatto che avvolgeva il corpo del Cristo.
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