Nicklas Bendtner nacque a Copenhagen il 16 gennaio 1988. Attaccante molto fisico, alto 1,94 m, forte di testa e con un buon senso di posizione, si fece notare per il suo passato nell’Under-17 della Danimarca. Segnò sei reti per la sua nazionale durante la stagione 2004/05, attirando l’interesse di una squadra in particolare, l’Arsenal. Di Arsène Wenger si può dire che fosse un po’ sfigato anche allora come allenatore, ma lui e i Gunners sono sempre stati grandi scopritori di talenti, per cui a sedici anni Nicklas si trasferì a Londra, dopo essere stato acquistato dal FC Copenhagen per una cifra vicina ai 250.000 €. In seguito al suo arrivo dalla Danimarca, il 23 ottobre 2005 Nicklas esordì in prima squadra durante una partita di League Cup contro il Sunderland vinta per 3-0. Successivamente Bendtner venne ceduto in prestito al Birmingham City, con cui conquistò una promozione in Premier League nell’annata 2006/07.
La stagione seguente, Nicklas tornò all’Arsenal e con i Gunners disputò un buon campionato, segnando 5 gol in 27 presenze. Il primo gol in assoluto di Bendtner in Premier League è un Guinness World Record: il gol più veloce in assoluto in Premier League da parte di un sostituto entrato dalla panchina. Rete tra l’altro decisiva ai fini del risultato, che diede la vittoria ai biancorossi in uno dei settordici derby di Londra. Durante gli anni Nicklas si è ritagliato un ruolo sempre più importante all’interno della squadra, segnando reti spesso decisive e sbagliandone altrettante, ponendosi a volte al centro delle critiche di tifosi e stampa inglese. Dopo aver fatto infuriare molti tifosi per il cambio di numero della sua maglia dal 26 al 52, nel 2010 il danese fu protagonista di una stagione con alti e bassi, probabilmente uno dei primi segni di involuzione da parte dell’attaccante.
Partendo da un incidente con la sua Aston Martin, passando per un infortunio all’inguine con annesso intervento chirurgico e culminando con quel gol della momentanea speranza al Camp Nou. Se come si suol dire “al fine non c’è mai peggio”, Nicklas dopo il mondiale sudafricano fu costretto a restare fuori dal campo per 4 mesi, finendo ancora di più ai margini della squadra. Scontento di questa situazione, il danese nella finestra di mercato di gennaio 2012 passò al Sunderland sempre con la formula del prestito, annunciando di non voler più giocare ai Gunners.
Dopo una buona parentesi ai Black Cats con 8 gol segnati in 28 partite giocate, l’attaccante sempre con le valigie pronte attirò l’attenzione della Juventus, che lo ingaggiò dalla squadra di Wenger con possibilità di riscatto. Il Bendtner juventino fu l’apice del fancazzismo: etichettato fin da subito come possibile bidone, segnò la bellezza di zero gol nelle sue undici presenze tra campionato e coppe. Nonostante non abbia aiutato particolarmente alla causa, fece parte di quella rosa che vinse il campionato di Serie A 2012/13, primo trofeo in carriera conquistato dal danese. A dimostrare che personaggio era diventato durante la sua esperienza bianconera, Bendtner nel corso della festa scudetto finì nel cuore di tutti gli juventini quando, grassissimo e fuori forma, cercò di attaccare bottone con le ragazze vicino al podio.
Come dichiarato dallo stesso attaccante in un’intervista, il desiderio di restare a Torino era forte, ma venne richiamato per l’ennesima volta dall’Arsenal. Dopo appena 9 presenze e 2 reti nella stagione 2013/14, Nicklas nella sessione estiva di mercato venne girato al Wolfsburg, con cui vinse coppa e supercoppa di Germania. Dopo aver consensualmente deciso di terminare il suo contratto con i tedeschi con un anno di anticipo, Bendtner è rimasto svincolato fino a settembre, quando il Nottingham Forest ne ha annunciato l’ingaggio.
#NFFC are pleased to confirm the signing of Danish striker @bendtnerb52. https://t.co/Koce3cWKuj pic.twitter.com/2V17G9Ubwq
— Nottingham Forest FC (@NFFC) September 7, 2016
In nazionale Nicklas invece è sempre stato un valido elemento della squadra, con 29 gol all’attivo in 72 presenze dal 2006 a oggi. Ma anche con la sua selezione Bendtner si è reso protagonista a modo suo con un gesto goliardico, o a volerlo proprio dire una minchiata. Durante la fase a gironi di EURO 2012, allo stadio di Leopoli, la Danimarca giocava contro il Portogallo un match valido per il gruppo B del torneo. In svantaggio per 2-0, Bendtner pareggiò la partita segnando una doppietta. Il numero 11 danese, esultando al 2-2 parziale, alzò la maglietta facendo vedere a tutti le sue mutande verdi. Il problema è che nell’elastico di quei boxer indossati dall’attaccante si leggeva il nome di un noto sito di scommesse, costringendo la UEFA a multare il giocatore per 100.000 €, il quale a sua discolpa disse che erano delle mutande portafortuna.
Chiamato da tutti semplicemente “lord”, Nicklas è talmente idolatrato dal web che nel 2015 si è guadagnato proprio questo titolo (seppur in maniera simbolica) nella realtà! La rivista danese impronunciabile “Se og Hør” ha acquistato un pezzo di terreno nella contea scozzese di Glencoe a nome del danese, conferendogli così il titolo di “Lord Bendtner”. Il fancazzista di Copenhagen inoltre è molto attivo sui social: basti pensare che su Instagram annunciò, tra una foto e l’altra, la candidatura a primo ministro danese, oltre ad aver fatto inorridire tutti con quella foto in cui è praticamente nudo mentre prende il sole, con solo il reggiseno della fidanzata a coprire la sua “seconda punta”.
Con l’arrivo al Nottingham forest, lo stesso Bendtner ha annunciato “the lord is dead”, il lord è morto, segnale della definitiva maturità del ragazzo, pronto a rilanciarsi con i Garibaldi Reds. Che sia la volta buona? Ad oggi Bendtner ha già messo a segno una rete contro il Fulham, gol che ha portato il Forest momentaneamente in vantaggio e visto i precedenti (specialmente quelli juventini), è un ottimo inizio. Way to go, Nicklas!
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