Una delle principali sorprese del calcio internazionale questa stagione è indubbiamente il Monaco. I biancorossi hanno stupito tutti con un gioco offensivo, tecnico e veloce, capace di proporre spettacolo e gol: attualmente sono a 95 le reti siglate in 34 partite (una media di 2.8 a match), una differenza reti di +64 e numerose partite terminate con punteggi tennistici (nello specifico Metz-Monaco 0-7, Monaco-Montpellier 6-2, Monaco-Nancy 6-0, Monaco-Bastia 5-0, Monaco-Rennes 7-0).
In campionato il club è attualmente in prima posizione, con una partita in meno rispetto ai rivali diretti del PSG. La squadra ha raggiunto la finale di Coppa di Lega (ko 4-1 contro parigini) e le semifinali della Coppa di Francia (con recente eliminazione sempre dallo stesso avversario con un pesante 5-0, ma schierando soltanto tre giocatori – De Sanctis, Raggi e Germain – della prima squadra, per un turnover obbligato dai molteplici impegni). In Champions League ha superato due turni preliminari (contro Fenerbahce e Villarreal) e il girone con Tottenham, CSKA Mosca e Bayer Leverkusen conquistando il primo posto già con una giornata d’anticipo; il percorso è proseguito eliminando – grazie alla regola delle reti in trasferta – la corazzata Manchester City (5-3 all’Emirates, 3-1 al Louis II per un folle complessivo di 6-6). Nei quarti il Monaco avuto la meglio del Borussia Dortmund, sconfitto sia all’andata che al ritorno (3-2, 3-1). La “BBC” juventina si troverà quindi ad affrontare una squadra capace di segnare finora 3 goal in tutte le partite ad eliminazione diretta di questa stagione di Champions.
Il Monaco, squadra del piccolo Principato transalpino, è comunque una sorpresa relativa, essendo una delle grandi di Francia, con in bacheca 7 campionati e 5 coppe nazionali. In Europa vanta una finale di Coppa delle Coppe persa (nel 1992), due semifinali di Champions League (di cui una contro la Juventus, nel 1997-98) e soprattutto la finale di Champions League 2003-2004 persa contro il Porto dopo una magnifica cavalcata della squadra composta da Giuly, Morientes, Rothen, Evra. Il suo vivaio è uno dei migliori d’Europa e qui sono stati formati giocatori come Henry, Trezeguet, Petit, Thuram.
Cronicamente afflitta dal problema della scarsa affluenza di tifosi (lo stadio Louis II, architettonicamente un gioiello, pur contando solo 18.000 posti è spesso semivuoto), nella seconda metà degli anni 2000 ha attraversato una crisi profonda culminata con la retrocessione in Ligue 2 nel 2011.
Da quel momento arriva la svolta perché, nel dicembre 2011, la squadra viene acquistata dal miliardario russo Dimitrij Rybolovlev che, conquistato il ritorno in massima divisione con Claudio Ranieri alla guida, investe cifre folli acquistando in una sola sessione di calciomercato James Rodriguez e Joao Moutinho (70 milioni in due), Radamel Falcao per 60 milioni, Geoffrey Kondogbia per 20 milioni, dovendo poi fronteggiare anche gli onerosi stipendi di Jérémy Toulalan, Eric Abidal e Ricardo Carvalho. La squadra arriverà seconda in campionato ottenendo l’accesso diretto in Champions League ma, per diverse cause (screzi tra Rybolovlev ed il principe Alberto, la paura del Fair Play finanziario e soprattutto quello che è stato definito “il divorzio più costoso della storia”, che ha portato via al magnate russo quasi metà del patrimonio), la società decide di cambiare strategia. Niente più acquisti faraonici, vengono man mano smaltiti i principali stipendi (i prestiti di Falcao in Inghilterra, i mancati rinnovi ad Abidal e Carvalho) e venduti i giocatori migliori al fine di generare plusvalenze (James Rodriguez per 80 milioni, Aymen Abdennour per 30, Kurzawa per 25, Ferreira Carrasco per 25, Kondogbia per 38, Martial per una cifra variabile che può arrivare ad 80 milioni). La nuova strategia è ben definita dal vice presidente del club, Vadim Vasilyev.
Per guidare il nuovo corso viene scelto l’allenatore portoghese (nato in Venezuela) Leonardo Jardim. Il tecnico di 42 anni non ha una carriera da giocatore alle spalle, ma è partito dalle serie minori portoghesi per affermarsi con il Braga. Porterà il club al miglior risultato della sua storia, un terzo posto in campionato. In seguito lascerà per disaccordi con la società, così come nel 2013 quando viene esonerato mentre la squadra è al primo posto in campionato. Raggiunge quindi la sua squadra del cuore, lo Sporting Lisbona, che riporta in Champions League dopo 5 anni.
Nel 2014 viene scelto dal Monaco per sostituire Ranieri, criticato per un gioco troppo difensivo e poco spettacolare. Il primo impatto è però pessimo,e il ricercato gioco offensivo non si concretizza che in due sconfitte nelle prime due di campionato; Jardim cambia quindi rotta e, come il predecessore, vira verso un calcio molto attento alla fase difensiva arrivando fino ai quarti di Champions (dove arriverà l’eliminazione da parte della Juventus). Dopo un’annata di transizione, il 4-4-2 di Jardim è ormai stato completamente recepito dalla squadra con i risultati offensivi già citati.
Alberto Picca
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