Non sempre la vita ci regala seconde opportunità: dopotutto è umano sbagliare, ma se un giorno ci fosse l’occasione di ricominciare da capo chi di voi non la sfrutterebbe? Quando arrivano in campionati come quello Qatariota o quello Cinese, i calciatori finiscono nel dimenticatoio o peggio ancora vengono chiamati “finiti” o “falliti”. Uno di questi però ha avuto il coraggio e la forza di tornare indietro, perché alla fine Leonardo Pisculichi una seconda chance se la meritava tutta.
Parlare di Pisculichi è difficile perché di giocatori come lui ce ne sono pochi al mondo. Leonardo, o più semplicemente Leo, nasce come centrocampista centrale (ruolo in cui giocherà per tutta la sua carriera) muovendo i primi passi nella giovanili dell’Argentino Juniors, ma una volta raggiunta la prima squadra viene impiegato nel ruolo di trequartista. Giocò lì per tre anni portando a casa 57 presenze e 18 gol e riuscendo ad entrare addirittura nel giro della nazionale under 20 Argentina con la quale sollevò una Copa America under 20 (che è anche uno degli ultimi successi della nazionale argentina).
Nel 2006 arriva la svolta: il 4 Gennaio Leonardo Pisculichi si trasferisce all’RCD Mallorca in Spagna, un’opportunità che capita una volta nella vita. Pisculichi ha l’opportunità di misurarsi con giocatori del livello di Ronaldinho o Henry ma la pessima gestione del club “obbliga” i baleari a cedere il giovane argentino alla prima offerta utile. La sfortuna si abbatte su Pisculichi e la prima squadra a farsi avanti è l’Al-Arabi che si porta a casa il giocatore per circa 4 milioni. Sembrava tutto finito, il sogno europeo pareva svanire inesorabilmente.
Pisculichi giocherà in Qatar per 5 anni, in un campionato che a livello agonistico è paragonabile a un torneo dell’oratorio; in quegli anni Pisculichi, o come si fa chiamare tutt’oggi “Piscu” serve palle al bacio ai suoi compagni incantando le scarne platee locali. Ma Piscu non ha mai voluto tutto questo, Piscu voleva giocare a dietro a Henry, Ronaldinho o Eto’o e non dietro a un qatariota che si diverte a giocare a calcio nel tempo libero tra una trivellazione e l’altra. Nel 2012 arriva l’offerta da parte dei cinesi dello Shandong Luneng e Piscu si trova costretto ad accettare ritenendo fosse giunto il momento di cambiare aria (vista anche la situazione nel mediorentale); il talento argentino dirà che arrivato allo Shandong aveva toccato il fondo. Ma quando si tocca il fondo significa che è arrivato il momento di risalire.
Dopo 6 mesi di permanenza Pisculichi torna a casa: il 23 dicembre del 2014 all’età di 30 anni Piscu torna a casa, all’Argentinos Junior, perché un giocatore argentino (come ci ha insegnato recentemente Carlos Tevez) non può stare più di tanto lontano da casa. Pisculichi venne chiamato direttamente da Luis Segura, l’uomo che lo aveva scoperto: senza pensarci due volte si svincola dai cinesi e torna a casa con una missione: salvare la squadra, missione che però fallirà a causa di una rosa non all’altezza del campionato argentino.
Un po’ a sorpresa l’8 luglio 2014 arriva un’offerta: il River Plate si presenta alla porta dell’Argentino Juniors che accetta l’offerta dei “Milionarios” e Pisculichi diventa un giocatore del River. I Milionarios, tornati nella massima serie Argentina dopo qualche anno di “riadattamento”, si decidono a fare sul serio e sotto la guida di mister Gallardo viene acquistato Pisculichi come regista della squadra. Certo, i tifosi non erano proprio entusiasti visto che il motore della loro squadra sarebbe stato un giocatore che non era riuscito a salvare la propria compagine e che era considerato ormai finito…
Allora Pisculichi di fronte alla sua seconda opportunità non si tira indietro e parte subito alla grande. Nella settima giornata di campionato porta a casa la sua prima rete contro il Rosario Central ma la partita della consacrazione per Pisculichi è San Lorenzo-River Plate. I Milionarios si trovano a dover sfidare i campioni dell’anno precedente e ottengono uno splendido 1-3 in rimonta: l’azione chiave è quella del 1-2 del River dove Pisculichi dopo un lancio precisissimo da parte di Matiàs Kranevitter (attualmente al Siviglia) salta l’avversario con una finta di tiro e serve un assist perfetto per la rete a Teo Gutiérrez.
Sempre grazie a questa azione nasce anche uno dei tormentoni che accompagnerà la stagione dei milionarios ovvero la frase del “relator” Rodolfo De Paoli: “¡Que viva el fútbol, Pisculichi!” che sarebbe una sorta di “Ahhhh come gioca Del Piero!”
Questo leit-motif accompagna la scalata dei Milionarios alla conquista del titolo nazionale e della Copa Libertadores fino alla finale (persa) contro i giganti del Barcelona.
Se c’è un’azione che più di ogni altra rappresenta la carriera di Pisculichi è sicuramente il gol da lui segnato nella semifinale di Copa Libertadores nel “Superclasico” contro il Boca Juniors in cui il metronomo argentino grazie a una rasoiata sul secondo palo sigla il gol che ha permesso l’accesso alla finale del più importante torneo per club sudamericano.
La storia di Leo Pisculichi ci insegna che le seconde opportunità esistono e che soprattutto vanno sfruttate al meglio. Pochi giorni fa Piscu ha rescisso il contratto che lo legava al River perché a 33 anni ha intenzione di dilettarsi in un campionato meno competitivo e più statico visto che ormai la corsa frenetica e instancabile sta scemando: tanti dicono che se ne andrà in America, dove finalmente potrà riposarsi.
¡Que viva el fútbol, Pisculichi!
18 anni, appassionato di motori e tifoso della Fiorentina, aspirante giornalista sportivo, una volta ho preso 8 a Latino.
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