«Prima che me ne vada, prima che arrivino le lacrime, lasciate che vi dica una cosa: ho giocato davanti a quasi tutti i tifosi del mondo, ma voi siete i migliori. Grazie di tutto». Con queste parole, il 16 maggio 2015, Steven Gerrard diceva addio ad Anfield e al Liverpool FC dopo diciassette anni, oltre cinquecento presenze e centoventi reti. Una carriera che si fatica a descrivere come qualcosa di meno di una storia d’amore.
E al suo grande amore Steven regala quasi tutto: tra le altre, FA Cup, Coppa di Lega, Coppa UEFA e Champions League, diventando il solo nella storia a segnare in almeno una finale di ciascuna di queste. Poi il dolore del 27 aprile 2014, quando la sua scivolata segna il momento in cui i Reds si lasciano sfuggire la vittoria del campionato che manca al Liverpool dalla stagione ’89-’90. Nel giugno dello stesso anno sarà nominato Giocatore dell’anno PFA, con 13 gol e 13 assist, ma la ferita è troppo grande: “Questi sono stati i tre mesi peggiori della mia vita”, dichiarerà alla stampa durante il tour pre-season negli Stati Uniti. L’anno seguente, di comune accordo con la società, Gerrard accetta l’offerta dei Los Angeles Galaxy; nonostante la promessa di un futuro ritorno al club, seppur in un ruolo differente, Anfield piange la fine di una storia d’eccezionale importanza.
In MLS colleziona 34 presenze, 5 goal e 14 assist nel corso dei suoi 18 mesi di contratto, aiutando i Galaxy ad arrivare fino alle semifinali di lega; con la sconfitta subita il 6 novembre, arriva per mano dei Colorado Rapids l’eliminazione dai playoff e l’annuncio ufficiale, già nell’aria da almeno un mese: Gerrard non rinnoverà. È a questo punto che entrano in gioco i diversi messaggi di reciproca stima lanciati da Klopp all’ex capitano Reds, e viceversa, nell’arco dei mesi passati. I due si sono solo brevemente incrociati nel novembre 2015, in qualche seduta d’allenamento a cui Gerrard aveva partecipato come ospite in occasione della pausa del campionato statunitense. Da allora, hanno entrambi manifestato una sorta di comune rimpianto per non aver potuto lavorare insieme.
Nella conferenza stampa dopo la vittoria contro il West Bromwich Albion del 22 ottobre, Klopp non ha affatto smentito la possibilità di un ritorno di Gerrard a Liverpool nel futuro prossimo, limitandosi a dichiarare che “sarà sempre il benvenuto qui, ma quanto ci siamo detti o ci diremo resterà privato”. Tanto basta a far correre l’immaginazione dei più romantici tra i tifosi del Liverpool e gli appassionati di calcio in generale, che già sognano di rivedere il leggendario numero otto ad Anfield Road.
Altre voci di mercato lo vorrebbero vicino al Celtic, allenato attualmente da una vecchia conoscenza. Quel Brendan Rodgers che fu alla guida dei Reds durante la fatidica stagione ’13-’14. Il tecnico si è però mostrato ben più restio a parlare di quelle che ha sminuito come le classiche congetture dei bookmaker. Mentre il Liverpool occupa il secondo posto in Premier League (con un punto in meno rispetto al Chelsea di Antonio Conte), mantenendo l’umiltà dovuta alle circostanze e continuando a proporsi come underdog della corsa al titolo, il quadro generale sembra offrire un’ultima possibilità ad un sogno che i tifosi sponda rossa del Merseyside si erano rassegnati a non vedere mai realizzato: vincere il campionato insieme a Capitan Gerrard, liberandolo dal fantasma di quella scivolata e rendendolo probabilmente il giocatore più importante nella storia del Liverpool. E, per uno che ha detto “Quando morirò, portatemi ad Anfield: lì sono nato e lì morirò”, sembra un finale più che giusto.
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