Il campionato italiano di calcio si è ormai palesato dinanzi agli occhi di tutti nella sua copiosa e rigogliosa quantità di calciatori suggestivi, stadi anzianotti e ignoranze diffuse quanto rinomate. L’anticamera del mercato ha regalato delle gioie ma anche dei dolori. All’ombra del Vesuvio, per esempio, solo adesso qualcosa sta iniziando a sbloccarsi seriamente, dopo un’estate in cui il Napoli e il suo Presidente hanno recitato la parte dell’ostaggio in un thriller d’azione con protagonista Gonzalo Higuain. Da idolo a traditore il passo è stato certamente breve, quasi fulmineo, per il calciatore argentino. Alla prima di campionato l’ex Real Madrid l’ha pure messa dentro, regalando la vittoria alla sua nuova compagine juventina e facendo clamorosamente aumentare il numero di decessi per infarto nel capoluogo campano in pochissimi minuti.
Ma si sa, la vita continua. Citando Arrigo Sacchi, “il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti“. Ovunque, certo, ma non a Napoli, città dove il calcio si respira e si assapora come un’amante calda e vogliosa nel giorno più freddo del mondo. Dunque, a poco più di un mese da un trasferimento che ha fatto la storia e di cui avevamo già parlato precedentemente, noi di Imdi.it ci siamo chiesti: quanto disprezzo ci sarà ancora verso il Pipita? Qualcuno, nonostante tutto, lo apprezza ancora?
Il modo migliore per rispondere a tali quesiti può essere riassunto perfettamente da una specifica locuzione latina: vox populi, vox Dei.
Fornendoci del più prezioso criterio di scelta del mondo, ovvero quello riguardante l’immagine metaforica di un fallo canino, abbiamo deciso di passeggiare in cerca di opinioni in tre quartieri diversi della città, ovvero Vomero, Centro Storico e Arenella, per captare al meglio le sensazioni e la profondità dell’accaduto. E il primo intervistato non fa altro che confermare le teorie ammirate dall’esterno: “Higuain è un traditore, nu piezz e merd”, spiega pacatamente ma anche no Pasquale (nome di fantasia, come tutti gli altri). Poi, dopo l’iniziale foga, emerge il sentimento principale riguardante questo addio: la delusione. “Era il nostro idolo, il nostro simbolo, ed è andato alla Juventus. Poteva andare dappertutto e invece è andato proprio lì”. Una questione ripresa in effetti da molti altri intervistati: “Perché è andato proprio alla Juventus? Lo cercavano tantissime squadre…Fosse andato a giocare all’estero non avremmo questo astio nei suoi confronti”, rivela Giuseppe. D’altronde la rivalità con i bianconeri è quella che da sempre fa infervorare di più gli animi partenopei, per via di una contrapposizione col potere dei forti che dev’essere combattuto ad ogni costo. Lo sgarro è tremendo proprio per questo: il tifoso del Napoli preferisce perdere un giocatore e dirottarlo verso altri lidi, piuttosto che vederlo vestire una maglia simile. E, Quagliarella docet, quando questo accade ogni fiducia è perduta. “Ci ha preso in giro”, afferma Carlo, “Gli abbiamo dato tutto l’amore del mondo e lui ci ha voltato le spalle. E’ grazie a noi che è tornato ad essere grande e ci ha ripagato così…”. Per dare l’idea di quanto Napoli sia in collera con Higuain, basti pensare all’evento che si è tenuto ieri: a Piazza del Plebiscito è andata in scena l’operazione #coreNgrato, con i tifosi che hanno ricevuto una maglia omaggio del Napoli attuale in cambio di una vecchia casacca dell’attaccante. L’obiettivo? Riscattare i sentimenti dei supporter azzurri ed “eliminare” il ricordo del Pipita dalle case e dalle menti dei napoletani. Impresa ardua, ma provarci è ammirevole.
A qualcuno facciamo notare come la trattativa, in effetti, non si possa considerare tale: un club ha presentato la clausola rescissoria e prelevato il giocatore, senza che il Napoli potesse fare niente di concreto per “salvarlo”. Anche il punto di vista di Alessandro è però meritevole di attenzione, perché “se avesse voluto davvero restare l’avrebbe fatto, al calciatore spetta sempre l’ultima parola, anche in situazioni simili”. E qui il problema diventa più serio e complesso, perché subentra anche il ruolo della società: “De Laurentiis si deve vergognare, è colpa sua se Higuain è andato via”, ci spiega Giovanni con un’invitante pizza fritta in mano, che la vorremmo addentare ma proprio non si può. “Un altro Presidente si sarebbe opposto in ogni maniera per trattenerlo”. Il rapporto tra De Laurentiis e il Napoli è ancora in alto mare nonostante svariati anni di convivenza: da una parte apprezzato per aver riportato in alto la squadra dopo il fallimento e mantenuto un bilancio sempre in attivo nel corso degli anni con discreti risultati sul campo, dall’altra chiamato Pappone per una presunta predisposizione alla poca spesa e una grande programmazione verso il tornaconto economico personale. La verità, come nelle più belle storie mai narrate, è sempre nel mezzo, ovviamente.
La questione Higuain è anche il trampolino di lancio per lamentele generali verso la proprietà: “Doveva fare una squadra di alto livello per la Champions League e lo Scudetto, invece ha capit ‘o cazz p’a banc e l’acqua (sostanzialmente, non ha capito nulla, ndr)“, spiega con inattesa ma intensa veemenza Maria. Però si sa, nel calcio come nella vita c’è sempre un’altra faccia della medaglia.
Napoli infatti non è tutta contro Higuain. La delusione nel veder smarrire un idolo resta, ma va equilibrata con il passato rigoglioso e le splendide reti. “E’ bruttissimo vederlo con quella maglia ma gli auguro il meglio. Con noi ha fatto molto bene e in effetti l’anno scorso ha scritto la storia”, spiega Andrea. “Ho pianto dopo il terzo gol contro il Frosinone, quello del record in campionato”, rivela invece Antonio con una punta di malinconia. “Quella pioggia, la sua esultanza, il boato dello stadio. Credevo che non sarebbe mai andato via, ma dobbiamo accettarlo…”. C’è chi prova a guardare in faccia quella che reputa essere la realtà, come Simone: “In questo momento noi non siamo né da Scudetto né da Champions e lui voleva vincere dopo tante finali perse con la Nazionale. Ci sta che sia voluto andare via”. Perché in fondo, come spiega Ciro, “i calciatori vanno via ma la maglia resta. Io vado allo stadio tutte le domeniche, amo il Napoli e questo non me lo potrà togliere nessuno, perché è la passione più grande che ho. Non me ne frega niente di Higuain, m’importa solo del Napoli”.
In sostanza, dunque, la città è divisa. Forse non equamente, ma anche meno fortemente di quanto ci aspettassimo. Volente o nolente, Gonzalo Higuain ha lasciato un’impronta enorme nel cuore di una donna tradita che però, in fondo, vorrebbe poterlo amare ancora con il trasporto e la passione di prima. Una donna, qui sono certi, che troverà un altro uomo pronto a soddisfarla. Uno che poi non vada a svernare facendo il toy boy della Vecchia Signora, s’intende.
29 Maggio 2017
29 Maggio 2017
22 Maggio 2017
21 Maggio 2017
17 Maggio 2017
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.