E’ stata una notte di San Valentino che i tifosi del Paris Saint-Germain non dimenticheranno facilmente. L’ottavo di finale di andata della Champions tra Barcellona e PSG ci ha regalato per l’appunto la prima, clamorosa, sorpresa. La squadra francese si è imposta con un secco 4 a 0 sui catalani lasciandoci con una domanda su tutte: come è stato possibile?
Luis Enrique sembra sia stato letteralmente travolto dalle critiche per quanto messo in campo. La tensione del dopo gare è stata notevole. Secondo quanto ha riportato una giornalista in nella zona mista, inviata per il canale spagnolo Mega, il tecnico dopo l’intervista si sarebbe scagliato contro il reporter Jordi Grau di TV3 urlandogli contro: “Voglio vedere se usi questo tono anche quando vinciamo”. Una sconfitta del genere, però, ha lasciato perplessi molti e dato modo ai suoi già numerosi detrattori di rincarare la dose di dissenso nei sui confronti.
Nel 2017 il Barcellona aveva perso una sola volta contro l’Athletic Bilbao (2-1), in un match di Coppa del Re che non aveva nemmeno precluso le loro possibilità di qualificazione al turno successivo. La sconfitta patita contro il PSG è la peggiore della loro storia europea assieme a quella contro il Bayern, sempre 4-0, il 23 aprile 2013.
Possesso palla sterile, nessuna possibilità di verticalizzare. La squadra di Luis Enrique nel giro di 90 minuti è riuscita ad implodere e a scoprirsi quasi una squadra normale.
La pulce catalana è sembrata solo una controfigura del fuoriclasse argentino. Ha effettuato soltanto due passaggi in meno di Ter Stegen e ha perso il pallone che ha dato il via al contropiede con il quale Draxler ha firmato il 2-0 nel primo tempo. A causa dell’inefficienza della manovra catalana ha dovuto cercare palloni nella sua metà campo: in questo modo si è disinnescato da solo. Sicuramente il suo tecnico è colpevole nella seconda frazione di non aver trovato la soluzione al problema continuando a lasciarlo vagare per il campo senza poter incidere.
Dove finiscono i demeriti del Barcellona iniziano i tanti meriti del PSG, con i calciatori che guidati da Emery hanno messo in pratica una partita perfetta dal punto di vista tattico e dell’intensità.
Chiudendo le linee di passaggio e apportando un pressing intenso nella loro metà campo (con i necessari raddoppi) hanno impedito il solito giro palla dei catalani e non permettendo loro di innescare il tridente d’attacco. Di quest’ultimo solo Neymar si è fatto vedere con un paio di accelerazioni.
Verratti è stato tra i migliori in campo ed è stato celebrato da tutti i giornali francesi. Anche in ottica Nazionale è un’ottima notizia visto che Ventura ha fatto intendere chiaramente che intende affidargli le chiavi del centrocampo azzurro nel prossimo futuro. Verratti ha effettuato il 90% di precisione dei passaggi, un assist, quattro falli subiti, due occasioni da gol create e quattro contrasti vinti. Appena entrava in possesso della palla cercava il buco venutosi a creare dietro le spalle di Busquets per il taglio di Di Maria, mettendo continuamente in apprensione la difesa avversaria.
Anche Rabiot probabilmente ha sfoderato la prestazione migliore in carriera con tre intercetti e quattro contrasti chiave nella zona mediana che hanno permesso spesso di risalire il campo con estrema facilità. Difficile trovare anche solo un difetto nella gara monstre dei giocatori francesi.
Difficile che il Barcellona riesca a fare peggio di ciò che ha mostrato in questa partita. L’unica volta che in Champions League è riuscito a recuperare 2 o più gol di svantaggio è stato nel settembre 1998 contro il Manchester United (3-3). Una montagna. Va detto che il Camp Nou non è un campo facile per nessuno e nel calcio moderno cercare di mantenere il risultato per 90′ è assolutamente controproducente.
Con queste premesse possiamo davvero aspettarci di tutto, con l’unica certezza che il ritorno non sarà una partita come tutte le altre. Riuscirà il PSG a bloccare la probabile rabbiosa reazione catalana?
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