Portate la lenticchia sulla vostra tavola di San Silvestro e vi propizierete ricchezza e fortuna per tutto il resto dell’anno nuovo, così dice la tradizione.
Per me, la scaramanzia porta sfiga.
Ma questo è l’anno degli stravolgimenti: un’intera generazione di artisti e icone popolari caduta, le loro madri, guerra e profumo di guerre, “il miglior presidente degli Stati Uniti degli ultimi 150 anni” e naturalmente il nostro articolo più letto nel 2016.
Il più grande stravolgimento di tutti, l’ultimo miracolo del 2016, sarà trasformare una comune lenticchia in vera fortuna e ricchezza. Dopo il secondo terremoto del 30 Ottobre in centro Italia, qualcosa già di valore ne ha assunto uno quasi spirituale. La pregiata produzione della Lenticchia di Castelluccio di Norcia come tutte le eccellenze del territorio tra Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo ha subito un duro colpo. Perdite umane, materiali e ambientali hanno reso di valore inestimabile la produzione di quest’anno. Acquistando questa e le altre specialità locali oggi si comprano vite umane e il nostro patrimonio storico, culturale e paesaggistico.
Domani portate la Lenticchia di Castelluccio di Norcia sulla vostra tavola di San Silvestro e propizierete ricchezza e fortuna per tutto il resto dell’anno nuovo a un’intero paese.
Saranno vecchie usanze ma, con quello che sta succedendo… Forse alla gente serve qualcosa di antiquato.
LENTICCHIA DI CAPODANNO
Ingredienti:
La lenticchia di Castelluccio è un prodotto veramente incredibile, piantata a fine inverno viene raccolta a metà estate con il risultato che, a scapito della resa, si ottiene una pezzatura e uno spessore della buccia di gran lunga inferiore alla media di mercato. Questo vuol dire che, a differenza delle produzioni forzate, questa lenticchia non ha bisogno di una preventiva fase di ammollo, con tempi di cottura inferiori a un’ora. Potrete preparare le vostre lenticchie espresse da portare sulla tavola del cenone letteralmente mezz’ora prima di mezzanotte.
Iniziamo dunque.. Con un‘ammollo. Solo che durerà il tempo di mondare e soffriggere gli odori, e lo faremo solo con un bicchiere di vino bianco. Naturalmente dopo avergli dato una sciacquata in acqua per rimuovere polvere o altri residui di lavorazione.
Munitevi di un buon brodo vegetale. Io quando lo faccio scomodo sempre l’ordine dei litri, per cui molto lo surgelo per averlo sempre a disposizione quando mi serve. In cubetti come il ghiaccio o nei sacchetti freezer, basterà scongelarlo a bagnomaria. Per il fresco invece attrezzatevi almeno un’oretta prima lasciando a sobbollire in una pentola cipolla, carota, sedano e qualsiasi altro odore di vostro gusto (per palati esigenti, a volte metto addirittura la crosta del Parmigiano).
Mondate e tagliate cipolla, carota, sedano, guanciale e mezzo peperoncino o qualsiasi altra base per soffritto siete soliti usare (più a nord si usano spesso Aglio e Santoreggia per esempio). Fate andare in pentola con burro e/o abbondante olio per due o tre minuti a fuoco basso, finché non sfrigola per bene.
Date al soffritto giusto il tempo di fare un pomodoro a cubetti, non vogliamo caramellizzare le verdure quanto stufarle delicatamente per creare una base aromatica dove andremo a steccare la lenticchia col vino. Il pomodoro, oltre a dare colore, con la sua umidità permetterà di prolungare un po’ il tempo di cottura delle verdure.
Fatto andare delicatamente per altri 2 o 3 minuti a fuoco minimo è arrivato il momento delle nostre protagoniste.
Versate la lenticchia con tutto il suo vino, alzate leggermente la fiamma per far sfumare e mescolate continuamente per far assorbire ai legumi tutti i sapori e odori della nostra base.
È questo il momento giusto per aggiungere anche eventuali aromi. Io ho fatto un mazzetto (col filo da cucito, così poi è più facile levarlo) con Finocchietto, una fogliolina di Alloro, Timo, Salvia, poco Rosmarino, Mentuccia romana e due o tre altri piccoli “segreti” del giardino ;^)
Steccate generosamente la lenticchia per 3/5 minuti o comunque fino a quando non sarà evaporata la fase alcolica del vino, dopodiché coprite con il brodo e riabbassate il fuoco a coperchio chiuso per almeno una mezz’oretta.
Come in tutte le cose fatte bene, anche gli “attrezzi del mestiere“ fanno la loro differenza, lo avessi avuto a disposizione avrei usato il coccio, ma un’ottima alternativa è stata questa pentola di ghisa smaltata. Non diffonde il calore tanto uniformemente quanto farebbe l’alluminio ma il materiale pesante trattiene molto bene il calore cedendolo progressivamente.
Allo scoccar della mezz’oretta indugiate un’assaggio. La lenticchia di Norcia tiene incredibilmente bene la cottura e mantiene sempre una consistenza soda della polpa, con aspetto integro e ben sgranato. Quante volte vi è capitato di prendere cucchiaiate di bucce vuote di colore marrone dal piatto, magari dopo aver usato le lenticchie in scatola? Con questo prodotto non vi succederà mai.
Togliete il mazzetto di odori e spolverate con poco prezzemolo tritato e una noce di burro per dare un tocco di freschezza ed amalgamare bene i sapori.
Siccome le ho fatte oggi solo per voi (30/12 n.d.r.), mi perdonerete se ho compiuto il miracolo della moltiplicazione dei crostini e della sparizione dello Zampone…
Ed ecco i doni della morte di questo 2016!
Peccati di gola trasmutati in opere di carità e di bene per farci sentire un po’ meno in colpa e metterci un po’ più il cuore in pace.
Tanto dal 2017 non si scappa: tra 20 giorni si insedia Trump, a Roma hanno più o meno lo stesso tempo per far tornare i conti della città più caotica d’Europa e nel resto del paese si andrà al voto per le politiche prima de andà a coglie i carciofi.
Stateme freschi!
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