Il 2016 è stato un pessimo anno sotto molti punti di vista, ma limitandoci all’aspetto sportivo ha vissuto alcune delle storie più esaltanti e significative degli ultimi tempi. Ci sono state fantastiche conferme, inaspettate (e proprio per questo “piacevoli”) rivelazioni e infine vere e proprie dimostrazioni di classe, tenacia, determinazione che dovrebbero essere un costante monito per tutti, sportivi e non. Lo sport, mai come in questi ultimi mesi, ha toccato vette emotive inedite, da qualsiasi punto di vista le si voglia osservare.
Usain Bolt per la terza volta vince tre ori alle Olimpiadi. Quindici anni di dominio assoluto, per un personaggio assoluto dominatore nell’atletica.
Katie Ledecky, la donna pesce. A soli 19 anni nuota sbaragliando costantemente la concorrenza e arriva a quota 5 medaglie d’oro alle Olimpiadi e 9 titoli mondiali. Numeri spaventosi considerata la giovane età e il fatto che non si intraveda all’ orizzonte nessun’altra atleta in grado di impensierirla.
Lo sciatore austriaco Marcel Hirscher a soli 27 anni entra definitivamente nella storia dello sci, conquistando la quinta coppa del mondo ed eguagliando così il record che apparteneva sinora solo alla leggenda Marc Girardelli. Considerando che può ancora migliorare questo record si tratta della conferma di un atleta mostruoso.
La Juventus. Dopo una partenza (nel 2015) sottotono e con stazionamento anomalo in zone di bassa classifica col volgere dell’anno nuovo innesta il turbo e va a vincere il quinto scudetto di fila, eguagliando il proprio quinquennio d’oro (dal 1930-31 al 1934-35) e i record esteri di Real Madrid e Lione. Considerando il rafforzamento nel calciomercato estivo operato ai danni di due delle rivali scudetto di queste ultime stagioni le probabilità che si possa parlare di conferma anche il prossimo maggio sono molto elevate.
La vittoria del Leicester guidato da Claudio Ranieri è la sorpresa mediaticamente più rilevante dell’anno. Una società calcistica fondata nel 1884 che riesce a vincere il suo primo scudetto oltre un secolo dopo, appena qualche anno dopo essere tornata nella massima serie inglese è (e resta) una storia inconcepibile in un calcio (e se vogliamo anche nello sport in generale) come quello moderno dominato dal business, dai bacini di utenza e regolato come un orologio da plusvalenze, agenti, pay TV e altre influenze che col calcio nudo e crudo avrebbero poco a che fare. Nonostante ciò, precisando anche che l’attuale proprietà del Leicester non è certo “povera” (in senso assoluto), la cavalcata di questa compagine dalla seconda serie al meritatissimo scudetto è stata straordinaria e ha appassionato tifosi e simpatizzanti di ogni nazionalità.
Una storia analoga ma con un tocco “paranormale” in più è quella che ha visto trionfare alle World Series di baseball i Chicago Cubs, come “previsto” in “Ritorno al Futuro II” 27 anni prima (sbagliando di un anno, il film aveva ipotizzato la vittoria nel 2015). Così, dopo 108 anni (l’ultima vittoria fu nel 1908) l’impossibile è diventato possibile, confermando che il 2016 è stato un anno molto particolare per tutto lo sport.
I Cleveland Cavaliers sconfiggendo in finale i campioni in carica Golden State Warriors (rematch della finale persa l’anno precedente) entrano di diritto nella lista delle rivelazioni dell’anno. Trascinati da LeBron James, (27 punti, 11 rimbalzi e 11 assist, Mvp delle finali) tornato proprio con l’obiettivo dichiarato di regalare un titolo alla piazza che lo aveva visto esordire in NBA nell’ormai lontano 2003, sono riusciti a centrare l’impresa al secondo tentativo. Davvero una bella storia di sport.
L’Europeo di calcio ha visto non una ma ben due sorprese. La prima era attesa da tempo, a dire il vero, ed è arrivata nonostante l’assenza per quasi tutta la partita finale del suo giocatore migliore e più rappresentativo, il neo pallone d’oro Cristiano Ronaldo (che rientrerebbe nella categoria “conferme”, volendo): la vittoria del Portogallo. Un paese e un’intera popolazione esplosa di gioia per un trofeo tanto atteso e tante volte solo sfiorato. Ma la vera impresa dell’Europeo è quella della piccola ma agguerrita Islanda, capace di arrivare sino ai quarti di finale battendo agli ottavi la ben più nobile Inghilterra. Trascinata da una tifoseria incredibile ha attirato le simpatie dei tifosi di tutto il mondo e alla fine è stata sconfitta solo da una Francia in grandissima forma.
Rimanendo al calcio ma tornando al nostro campionato va senza dubbio inserita nella lista l’impresa del Crotone, squadra ultra-operaia guidata dall’abile tecnico Juric capace di rappresentare un’intera regione (la Calabria) e che ne ha fatto un piccolo simbolo di rinascita, dato che la società attuale non ha che solo 25 anni di età e ha avuto un costante cammino di crescita. Anche se la sua storia in Serie A dovesse durare solo un campionato mai una presenza nella massima categoria è stata più meritoria e degna di lode.
In estrema sintesi si può dire che Nico Rosberg abbia dato una lezione di stile e di classe difficilmente riscontrabile in un mondo come quello sportivo professionistico di altissimo livello. Voleva solo e soltanto una cosa: la vittoria del titolo mondiale di F1. L’ha ottenuta. Ha ritenuto di aver raggiunto il proprio scopo raggiungendo il massimo nel proprio sport, e si è ritirato. Grazie, è stato bello, basta. Giù il cappello.
Beatrice “Bebe” Vio è diventata (suo malgrado?) un personaggio pubblico molto seguito e molto amato (a parte qualche detrattore che pavlovianamente segue la solita triste caccia all’untore mediatica, di chi per far politica denigrerebbe persino la propria madre) ma è soprattutto una campionessa sportiva di livello assoluto, capace di dominare e vincere finalmente l’oro nella sua specialità alle Paraolimpiadi 2016.
Restando in ambito Paraolimpiadi è assolutamente doveroso (e banale) citare per l’ennesima volta l’inossidabile Alex Zanardi che fa la solita incetta di medaglie ma che soprattutto torna a vincere persino in auto, al Mugello, al debutto nel Campionato GT con la BMW M6. Una leggenda assoluta, per cui qualsiasi altra definizione sarebbe denigratoria, che deve essere di esempio per chiunque.
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