Tunonna in acustico: la cosa migliore di oggi
Tunonna, copertina facebook
Tutti quanti conosciamo le urla di disperazione che aprono il videoclip del celebre brano del Sergente di Metallo aka Metal Carter ma se c’è stata qualcuno in grado di valorizzare la poesia insita in questo brano, quella è sicuramente Tunonna.
Il lavoro svolto dalla già cantante dei [godog] non è soltanto riarrangiare brani hardcore e cantarli in acustico, quanto anche dar forza al maelstrom emotivo che muoveva gli autori durante la composizione. Un lavoro nel quale la nostra riesce egregiamente.
La profetessa canta dal vangelo secondo Bello Figo Gu:
La cantante, inoltre, non è nuova a rifacimenti post-ironici di tormentoni indie o composizioni originali capaci di lasciarci attoniti per la portata viscerale di cui questa narrazione è intrisa, facendoci sentire compresi, simili gli uni agli altri e, spesso, anche più parenti. Quella di Tunonna è una poetica che ci tocca uno per uno, che parte da pretese demenziali e che tramite iperboli e metafore ci conduce, mano nella mano, sulla metro C, in cerca di Peroni.
Quella dei millennials è una generazione che non ha una rappresentanza politica vera, che viene bistrattata da contratti al limite del ridicolo che spesso impediscono la realizzazione personale, lasciata in balia di un nichilismo che attraversa tutti. Una generazione che non ha voce o speranze e preferisce la “svolta” qui e ora, piuttosto che lavorare, Il medium attraverso cui Silvia Sicks (questo è il nome con cui la nostra è autrice di illustrazioni qui) meglio esprime tutto ciò è proprio la voce: certo che c’è l’ironia, ma questa vien sempre veicolata da una voce sempre carica di personalità, quasi spezzata mentre canta delle spese fatte ai bangla. Inutile procrastinare ancora nel riconoscerlo: Tunonna è la perfetta rappresentante e profetessa di questa generazione.
About Raffaele Lauretti
Asociale con brio, finge di essere una persona interessante, studia Filosofia per cercare di sfuggire alle logiche stringenti degli algoritmi del Capitale, ascolta rap e rifugge l'INPS.
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