“È un no contro la speranza, il sogno, il lavoro e il futuro“. Appare questa frase sul sito ufficiale di Roma 2024, annunciando il disappunto per la scelta di Virginia Raggi utilizzando dei toni abbastanza critici nei confronti della prima cittadina della Capitale. La stessa Raggi ha affermato che ospitare i giochi olimpici tra otto anni sarebbe uno spreco, smuovendo uno tsunami di critiche da parte di tutte le istituzioni, ma la domanda da farsi è questa: è veramente uno spreco?
È giusto che il nome Roma 2024 possa far pensare ad un evento organizzato interamente nella Capitale, ma a beneficiarne sarebbe l’intera penisola. Non solo perché l’evento è importantissimo e porta fondi da investire per rinnovare strutture già esistenti o costruirne delle nuove, ma anche perché il programma olimpico è sparso per tutta Italia. Ad esempio: Cagliari (qualora ospitasse i giochi nel 2024) sarebbe una delle tante città italiane a cui l’Olimpiade capitolina porterebbe la possibilità di ospitare delle competizioni. Nel caso del capoluogo sardo, le regate di vela. Lo stesso sindaco cagliaritano Massimo Zedda in alcune interviste sostiene che ha cercato di mettersi in contatto con Virginia Raggi, con l’idea di spiegare come Cagliari e la Sardegna tutta siano pronte a mettersi in gioco (Visto e considerato che la stessa Raggi non si è presentata ad un incontro con il presidente del CONI, il sindaco Zedda avrà parecchio da aspettare).
Uno dei tanti motivi per cui Virginia Raggi mantiene il suo no incondizionato “all’Olimpiade del mattone” è il fine di evitare gli sprechi. Secondo “Il Sole 24 ore” invece il ritiro della candidatura è un’occasione mancata, dal momento che potrebbero essere stanziati circa 4 miliardi di euro di finanziamenti in 6 anni per l’organizzazione dell’evento, con un beneficio di 2,9 miliardi di euro a famiglie e consumi e 1,7 miliardi per le imprese. Sempre dallo stesso articolo si può trovare un altro dato interessante, che è quello legato all’impatto “olimpico” nel territorio: si parla di quasi 9 miliardi di euro che potrebbero condizionare l’economia locale con effetti positivi sul PIL (+2,4% di crescita stimata). Sempre da non sottovalutare è il numero di impieghi che garantirebbe Roma 2024: circa 177.000 posti di lavoro di cui 48.000 legati strettamente ai giochi olimpici. Si parla infatti di “effetto volano“, come negli esempi di Londra e Barcellona, che godono tuttora dei benefici in termini economici. Altra motivazione importante è che la città che ospita le Olimpiadi riceve dal CIO 1,7 miliardi di dollari per poter effettuare interventi di rimodernizzazione, fondi che per Roma in particolare potrebbero essere utilizzati anche per rinnovare alcune aree urbane.
Infine, dal punto di vista strettamente legato allo sport, l’Olimpiade assieme a tutti questi fattori porterebbe delle strutture nuove e all’avanguardia. Guardando il programma olimpico di Roma 2024, ci sono degli impianti associati ad alcune discipline che sono in stato di degrado o quasi abbandono, come ad esempio lo Stadio Flaminio. Casa del rugby azzurro fino al 2011, fa parte del programma olimpico come possibile campo per ospitare il rugby a sette, anche se tuttora presenta sterpaglie e strutture pericolanti, la sua ristrutturazione è il punto di forza della campagna riguardante l’Olimpiade. Passando per il torneo di calcio olimpico, che prevede l’utilizzo di ben undici stadi, tra cui quelli di Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Bari, Palermo, Verona, Genova. Questi stadi non vedono rinnovamenti dalle notti magiche di Italia ’90 e dopo lo svolgimento dei giochi olimpici sarebbero degli impianti rinnovati, fiore all’occhiello della FIGC. Perciò l’Olimpiade può essere considerata anche una spinta per cercare di rimodernare alcune strutture. E infatti a Parigi e Los Angeles esultano, probabilmente perché sanno cosa possa comportare l’organizzazione dei giochi olimpici.
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