E così, dopo 15 anni, il manga di Masashi Kishimoto è finito.
Vorrei poter dire che ci sono state scenate isteriche e/o irose da parte mia alla notizia o durante la lettura del fatidico capitolo conclusivo 699-700. Vorrei poter dire di aver dato segno di una qualche partecipazione emotiva a quanto successo, in fondo l’ho letto per tutto il liceo e i primi anni dell’università.
Il punto è che il manga è diventato talmente una chiavica nel corso degli ultimi, bho, 300 capitoli, che faccio fatica a pensare che ci potesse essere qualsiasi sorpresa in positivo nel finale. La rabbia è finita, resta soltanto una discreta dose di presàmmmale.
Che poi, di spunti per scrivere comunque qualcosa di corrosivo ce ne sarebbero:
–Il fatto che il manga abbia tradito ogni premessa iniziale e abbia creato un crescendo di situazioni illogiche, di potenziamenti senza senso nel nome della spettacolarizzazione: non venitemi a dire “Eh ma è uno shonen a sfondo fantastico!”, io sospendo la mia incredulità finché c’è coerenza narrativa (argomento su cui ho più di un tarlo, se mi avete letto in precedenza), se un manga mi propone un personaggio in cui immedesimarmi perché è uno sfigato come tanti che si fa un culo quadro per migliorare per poi trasformarlo in un cazzo di messia reincarnato figlio del Dio dei Ninja, c’è qualcosa che non va. Se un manga mi propone un sistema di combattimenti e di poteri dove la spunta sempre non il più potente, ma il più furbo e/o tenace per poi diventare una specie di Dragonball sotto acidi a forza di poteri mai visti prima e inseriti completamente dal nulla, c’è qualcosa che non va. Se poi questo manga commette entrambi gli errori e li reitera per anni, fino alla sua conclusione, non ho più nemmeno le forze di dire che qualcosa non va.
-Il fatto che nel nome delle vendite si sia allungato il brodo a dismisura. Non sono contrario alla commercialità di un prodotto
artistico, anzi, reputo chi usa il termine “commerciale” come critica negativa per quello che è: un imbecille e un pessimo critico. Il punto è che o allunghi la minestra tirando fuori qualche colpo di classe (un esempio storico: se DragonBall fosse finito con lo scontro contro Freezer a quest’ora staremmo parlando di un capolavoro del fumetto mondiale, non solo giapponese; Akira Toriyama allungò il tutto con una saga discreta, quella di Cell, e una abbastanza mediocre, quella di Majin Bu: ciononostante, entrambe le saghe “aggiuntive” contenevano alcune parti che erano davvero ben fatte, vedi il passaggio di testimone a Gohan, vedi la tecnica della fusion, etc.) e allora te lo puoi permettere o NON-LO-FAI. Kishimoto per quanto mi riguarda aveva esaurito completamente la sua vena creativa da un pezzo: il continuo riciclarsi su tematiche già ampiamente sviscerate (l’amicizia, il farsi carico dell’odio: porca puttana ladra, né Naruto né Sasuke hanno fatto un cazzo di cambiamento reale nell’arco di non so quanti cazzo di volumi. E no, il percorso di Sasuke non conta come esempio di evoluzione: è un personaggio che non cambia MAI, ha sempre qualcosa da distruggere, semplicemente cambia idea su cosa debba essere bersaglio dei suoi propositi distruttivi con la frequenza di un maniaco-depressivo bipolare affetto da sindrome di Tourette, quindi non venitemi a parlare di “caratterizzazione”) o il volersi arrovellare a tutti i costi su una cosmologia che non interessava a nessuno e che spostava il manga su un piano mistico assolutamente incoerente (dei? Reincarnazioni? La cosmogonia del chakra? Ma sti cazzi dove ce lo mettiamo?) o il voler a tutti i costi creare una storiografia che ha avuto l’unico effetto di appesantire il tutto e impedire la creazione di qualsiasi personaggio inedito (il primo Hokage esisteva già dal volume 14, perché continuare a rimarcare la sua posizione? Il clan Uzumaki discendente dei Senju? Madara Uchiha come colpevole di qualsiasi problema nel Villaggio della Foglia? Cazzo, un po’ di creatività, di questo passo i Ninja saranno tutti frutto di incesti) o l’abuso di spiegoni pesantissimi (ma che cosa mi rappresenta sapere che lo Sharingan si attiva a causa di un flusso di chakra originatosi da un trauma a causa della conformazione particolare del sistema circolatorio del clan UchNON RIESCO NEMMENO A FINIRE, E’ TROPPO).
– I Giappominkia/Otaku/Cosplayer sovrappeso depressi che difendono il manga a spada tratta. Non me la sento a prendermela con loro, ci ha già pensato madre natura (menzione onorevole a tutti i frustrati che continuavano a scrivere teorie su teorie sull’importanza del SasuNaru vs SasuSaku e cazzate del genere: stavate leggendo il manga con una lente troppo complessa per la montagna di merda che Kishimoto stava scrivendo ed è solo colpa vostra e della vostra suprema capacità di dare significati a cose che non esistono).
Questi sono soltanto i primi tre argomenti che mi sono venuti in mente. Il punto è che non vale la pena pensarci troppo: è tutto andato talmente a male per così tanto tempo che non ho nemmeno la forza di scriverne a riguardo.
Per cui un finale dove i nodi vengono risolti in maniera semplicistica (Yamato è vivo, eh! Mica ve ne eravate dimenticat… Ah. Ok, fa niente. Oppure la fedina penale di Sasuke ripulita in due vignette) e zuccherosa (a partire dalla scelta stilistica di dare figli-copia carbone a quasi ogni personaggio… Ma che cazzo, un po’ di originalità no, eh? O il fatto che in questa guerra E’ MORTO SOLO QUEL POVERO STRONZO DI NEJI. Vogliamo parlarne? Il dramma, il dolore, le lacrime, il sang… Ah, è morto solo un personaggio. Vabbé, poteva andar peggio) o assolutamente insensata (tutto il manga ha costituito una fiera del “non usare quel colpo proibito più di 17,4 volte, rischi di morire!” per poi dimenticarsene completamente fino ad ora, con stronzate ciclopiche come l’handicap di Gai o le braccia di Sasuke e Naruto: comodo ricordarsi delle conseguenze solo quando fa comodo, eh, Kishi?)…
Non fa quasi effetto.
Ed è forse la cosa più ignominiosa che possa capitare ad un’opera durata per tre lustri.
Cala il sipario, il pubblico non ha nemmeno la forza di fischiare.
Non molto tempo fa uno studente specializzando operante a Milano venne ingiustamente condannato da un tribunale militare. Evaso da un carcere di massima sicurezza iniziò a spacciarsi per studente Erasmus. E' tuttora ricercato, ma se Spina, Frullo e Weber hanno un argomento di nicchia che interessa a quattro gatti, forse, ogni tanto, ingaggiano il famigerato... COLIN FARTH.
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