“Friendzone” è un’espressione nata dalla sit-com Friends, come svela questo brillante studio “scientifico”, che si è diffusa soprattutto nelle comunità di internet per indicare un legame di amicizia tra due persone in cui, sostanzialmente, uno vuole ciulare (di regola l’uomo) e l’altro no (di regola la donna). Essendosi diffusa sul web, non esiste ancora un corrispettivo italiano; uno potrebbe contraddirmi con il due di picche, che però è semanticamente più generico: se io allungo le mani su una sbarba in discoteca e ricevo in cambio un ceffone, è un due di picche ma non è certo friendzone, che invece può esistere anche se lui non ci prova mai.
Esempi di Friendzone nella musica e nel cinema
http://www.youtube.com/watch?v=K9TWvYChavk
(ndF: perdonate il video bimbominkioso, ma youtube offre solo questo) A causa di grossolani errori interpretativi, Rimmel è ritenuto dai più un pezzo agrodolce sulla fine di una storia d’amore, quando in realtà non descrive null’altro che una friendzone. Certo, i due sembrano essere stati insieme, almeno nell’immaginazione degregoriana; sta di fatto che intanto che lui sta a farsi le seghe sulla foto in cui “tu sorridevi e non guardavi”, lei salta da un cazzo a “quello di chissà chi altro”. Lui stesso poi definisce il loro rapporto come quello di “buoni amici”. Mi spiace, a Francè, ma questa è una friendzone bella e buona.
Un famoso e tragico esempio di Friendzone ci è restituito da Paolo Villaggio, prima che uscisse completamente di melone prendendosela con tutti e soprattutto con i liguri (come biasimarlo, però). Il ragioniere Ugo Fantozzi, sposato con la devota ma non proprio attraente Pina, è innamorato cotto della Signorina Silvani, classica gatta morta anni ’70, che si prodiga a prendere per il culo in tutti i modi il collega approfittando del suo zerbinismo in modo bieco e palese a tutti fuorché alla vittima. Se in generale i film di Fantozzi sono un cocktail di 3 parti di comicità e 1 di tragedia, la scena della vacanza a Capri non può non provocare un magone a tutti gli spettatori di sesso maschile.
Aldilà della deliziosamente cruda metafora del titolo, si capisce già dove si va a parare quando il “protagonista” risponde alle illazioni degli amici con “no ragazzi, non scherziamo, lei non è come tutte le altre”. Per il resto, Servi della gleba è solo apparentemente comica e demenziale: si descrivono d’altronde i supplizi di un povero “zerbino”, fino al climax della scena solo apparentemente paradossale in cui lui la chiama per lamentarsi di non avergli detto che era uscita con tale Tafano (nomen omen) e alla catarsi in cui il meschino giovine, squarciando il velo di illusioni che si era creato, denuncia la sua abietta condizione con l’espressione totemica “vuoi che mi metta una scopa in culo, così magari ti ramazzo la stanza?”
Precisazioni e domande sulla Friendzone
D: Esistono tipi diversi di friendzone?
R: Sì, sono sostanzialmente due, e dipendono sostanzialmente dal comportamento della friendzonante.
Caso A: lei non si era accorta delle intenzioni di lui: per clamorosa ingenuità, perché particolarmente svanita, perché lui è imbranato come una merda o per un mix delle cose.
Caso B: lei sa benissimo che lui le sbava dietro e sfrutta ciò a suo favore per avere un po’ di compagnia, elemosinare passaggi in macchina e drink o, peggio, rimorchiare i suoi amici. Un comportamento veramente RIPROVEVOLE.
D: Come fare per evitare la friendzone?
R: É più facile a dirsi che a farsi. In generale, nei confronti del tipo A, far capire le proprie intenzioni gradualmente, fare complimenti e battute, quelli robe lì da flirt, ed evitare la classica cazzata di fare gli amiconi per dei mesi e provarci da un momento all’altro (lo dico perché ovviamente mi è successo). Nei confronti del tipo B, di solito basta non essere dei totali coglioni e capire la differenza tra un comportamento malizioso e un’evidente presa per il culo (anche qui parlo per esperienza personale).
D: Una donna può essere friendzonata da un uomo?
R: É inconsueto, ma meno raro di quanto possa sembrare. Di solito l’uomo friendzonante è già impegnato, ed è del tipo che si mette a fare lo sborone con gli amici per gonfiarsi l’autostima, ma quando si rende conto di aver fatto la cazzata si caga addosso. Se l’uomo friendzonante è single, o la donna è veramente un rutto di dio oppure è lui a essere un marciaindietro, if you know what I mean.
D: Si può uscire dalla friendzone?
R: Benché esistano dozzine di romanzacci e film pseudo-romantici ad avvallare una risposta ottimista, la verità è crudele: NO. Se lei pronuncia le terribili frase fatte “non possiamo rovinare una bella amicizia”, “vorrei che restassimo amici” et similia, c’è solo una soluzione: cancella il suo numero, segnala il suo profilo facebook per blasfemia, caga sullo zerbino degli amici in comune, insomma, stacca la spina. Tanto, prima poi sarà lei a farlo. Non meriti di soffrire. In alternativa, il modo più brillante per risolvere una friendzone è prendere le sue parole alla lettera: trattala come un amico. E quindi chiedile subito indietro i soldi dei drink offerti, passala a prendere sotto casa con i Pantera a manetta e salutando suo padre con un rutto, dille che è vestita veramente di merda e che il Woody Allen che lei ama tanto è un ebreo borghese che fa ridere solo i piglianculo. Sarà lei a lasciarti perdere, funziona al 100%.
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