In due serate in esclusiva (20 e 21 ottobre) per il Roma Europa Festival, nel confortevole ambiente del circolo MONK, il cantautore Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce, approda nella capitale con un concerto per visioni dal titolo omonimo (declinato al singolare) a una delle opere più pregevoli del regista Vittorio De Seta, Isole di Fuoco, documentario breve sull’isola di Stromboli vincitore, nel lontano 1957, del premio al miglior documentario a Cannes e del David di Donatello.
Colapesce non è nuovo né all’utilizzo di soundscapes e visioni né al dimostrare amore verso la Sicilia, sua terra d’origine che appare come fonte di ispirazione in molti dei brani degli ottimi Per un meraviglioso declino ed Egomostro; un omaggio ad un’isola amata che ormai non esiste più, ma anche una presa di posizione verso la regione moderna che “odio per tutto quello che ha dilaniato questa terra: la mafia, la cattiva gestione, il declino”, come ha dichiarato l’artista.
Tra le canzoni, le immagini di una Sicilia neanche troppo lontana, eppure straniante nel suo essere cruda, selvaggia e capricciosa nelle riprese remixate dei documentari prodotti da De Seta durante tutti gli anni ’50: la pesca tradizionale del tonno e del pesce spada, la Via Crucis, il mare spaventoso eppure fonte di cibo, il sole cocente, la tempesta, l’eruzione di Stromboli e la vita in miniera, immagini ed urla e canti dei pescatori arricchiti dai glitches e dalle costruzioni sonore dei due musicisti in sala inframezzati ed accompagnati da una selezione di pezzi tra cui spiccano Copperfield, L’Altra Guancia, Egomostro, Bogotà.
Il concerto si sviluppa quindi come un punto d’incontro tra un live vero e proprio e la sonorizzazione di un film: musica ed immagini infatti vanno adattandosi e seguendosi a vicenda, il focus dello spettatore si sposta a seconda del momento alle immagini, spesso rimontate, messe in loop per accentuarne l’effetto visivo, o alle canzoni, in una inedita veste elettronica (ideale chiusura del cerchio di una incessante attività live dello stesso Colapesce, che dall’uscita di Egomostro -2015- ha presentato i propri pezzi prima con una band al completo, poi in versione acustica in un’altra avventura audio visiva, questa volta in coppia col disegnatore Baronciani) in cui il cantautore, chitarra elettrica in mano, si fa accompagnare da drum machines e ruvidi sintetizzatori.
Il bis in acustico ha il sapore del ringraziamento personale al pubblico di Colapesce che, dopo aver eseguito i sempre apprezzati Restiamo in Casa e Sottocoperta, si abbandona a una passeggiata tra le poltrone della platea, a chitarra scollegata e senza microfono, per il saluto finale in una esperienza multisensoriale, intensa, capace di farci ricontestualizzare un passato prossimo troppo facilmente dimenticato.
Chitarrista per passione, studente di Medicina nelle restanti 23 ore della giornata. Se non esistesse la musica, probabilmente non avrei validi motivi per alzarmi dal letto al mattino; sfrutto questi spazi per dirvi la mia.
2 Giugno 2017
29 Maggio 2017
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