Ah, la fine degli anni ’90, qual glorioso periodo. Erano gli anni in cui Half Life faceva il botto, il Winner Taco andava alla grande e persino un gruppo inutile come i Limp Bizkit riusciva a vendere dei dischi. Era anche il periodo in cui un piccolo studio, Black Isle Studios, costola di Interplay Entertainment, rilasciava il MIGLIOR RPG MAI FATTO: stiamo parlando di Planescape: Torment.
I Black Isle Studios vennero creati nel 1996 da Feargus Urquhart, come divisione di Interplay specializzata nello sviluppo di RPG. Questa costola ebbe vita breve: venne chiusa nel 2003, anno in cui la casa madre non se la passava finanziariamente benissimo. La prematura chiusura non scoraggiò i membri fondatori, che andarono a creare lo studio che oggi tutti conosciamo con il nome di Obsidian Entertainment; compagnia che ci ha donato titoli del calibro di Knights of the Old Republic 2, Neverwinter Nights 2 e, recentemente, Pillars of Eternity, e InXile Entertainment.
Oggi in questa sede, ripercorreremo i loro maggiori successi, pubblicati tra il 1998 e il 2003.
Il primo titolo pubblicato dai Black Isle Studios, ormai quasi 20 anni fa, è stato Fallout 2. Fallout 2 è ambientato esattamente 80 anni dopo la conclusione del primo capitolo: nel 2241, la tribù degli Arroyo soffre del peggiore periodo di siccità della sua storia; il capo tribù incarica il discendente diretto del Vault Dweller (il Chosen One), di mettersi alla ricerca di un G.E.C.K. (Garden of Eden Creation Kit) per rendere l’arida terra una verdeggiante oasi in cui continuare a vivere. Il Prescelto si incammina in direzione del Vault 13, luogo in cui dovrebbe trovarsi il G.E.C.K. Purtroppo il Vault 13 non è più sigillato e i suoi abitanti sono scomparsi. Al protagonista non rimane altro che tornare dalla sua famiglia, rapita da quel che rimane del governo degli Stati Uniti: l’Enclave.
Il Chosen One segue le tracce fino alla base dell’Enclave, fa piazza pulita dei cattivi e libera i prigionieri, alla fine tutti tornano a casa allegri e soddisfatti, dopo aver reso il loro angolino di terra un’oasi in mezzo alla devastazione nucleare.
All’uscita Fallout 2 ricevette recensioni entusiaste e venne acclamato da tutta la critica di settore. Un sequel perfetto (e per me migliore) del primo FO: ok che il gameplay fosse identico, ma la trama rimane ancora oggi una delle migliori mai scritte per un RPG.
La carriera dei Black Isle Studios si aprì quindi con il botto.
Passa un anno dall’uscita di Fallout 2, e sul finire del XX secolo (il 12 dicembre 1999) Black Isle Studios rilascia quella che è stata, è e sarà la pietra miliare degli RPG: Planescape: Torment. Torment è ambientato nel multiverso Planescape di D&D: il setting è composto da diversi piani di esistenza, ognuno popolato da creature diverse. Il centro di tutto è la città di Sigil, governata da Sua Serenità la Signora del Dolore, che tutto vede, tutto sa e tutto punisce. Sigil è connessa agli altri piani di esistenza tramite un complesso sistema di portali. Nella città sono presenti quindici fazioni, ognuna in lotta con le altre per assicurarsi il controllo di questo crocevia.
Non accennerò alla trama di Torment, perché è uno di quei titoli che vanno tassativamente giocati almeno una volta nella vita. Il gioco è quanto di più simile si possa trovare ad un RPG cartaceo: i dialoghi la fanno da padrone e non i combattimenti, le quest sono risolvibili senza dover spargere una goccia di sangue. È un titolo complesso e lungo, non adatto a chi desidera la pappa pronta: c’è da leggere e molto, tutto ciò che scoprirete riguardo al vostro passato e le quest sono annotate nel diario, ma non ci sarà nessuna bussola ad indicarvi la direzione per proseguire nella vostra ricerca. È un gioco puramente story driven, ma non come quelli di David Cage che si completano da soli; pieno di sub-plot e nel quale la morte del protagonista non è un fermo: morendo, resusciterete nei tavoli dell’obitorio dal quale avete iniziato la vostra avventura, nessuna schermata di game over e successivo caricamento di un salvataggio precedente; la morte del personaggio è anche uno dei modi per avanzare nella trama.
Lo sviluppo del personaggio è un altro punto di forza di P:T: se fino ad allora i vari RPG ponevano enfasi sulla bontà dell’eroe di turno, questo titolo permetteva di creare un perfetto anti-eroe, senza intaccarne la giocabilità. La quantità di testo su schermo da leggere, rende questo gioco di ruolo più simile ad un romanzo che ad un videogioco: per alcuni può risultare tedioso, poco intuitivo e prolisso, ma è ciò che viene raccontato che rende Planescape: Torment IL gioco di ruolo per definizione.
Sono passati quasi vent’anni, ma rimane il miglior RPG mai realizzato.
Passano poco più di sei mesi dalla release di Torment, quando nel giugno del 2000 viene rilasciato un nuovo RPG: Icewind Dale.
Ambientato nell’universo dei Forgotten Realms, Icewind Dale si basa sulla seconda edizione del ruleset di Advanced Dungeons & Dragons, e non più sul primo come invece facevano i titoli precedenti. Icewind Dale continua a girare sull’Infinity Engine di proprietà della Bioware. Rispetto a Planescape, questo nuovo titolo si concentra più sui combattimenti che sulla parte investigativa e di ricerca informazioni: ovviamente la quantità di testo su schermo è elevata, ma non è più prominente come nel gioco precedente.
Il giocatore e il suo party si trovano nella città di Easthaven. Il capo villaggio, Hrotghar, invita i protagonisti ad indagare su degli strani avvenimenti accaduti in un villaggio vicino, Kuldahar (un tradizionale inizio da RPG). Il party, una volta giunto nella nuova città, parla con l’arcidruido Arundel, suo governatore e protettore e viene a conoscenza del fatto che misteriose forze stanno rendendo le creature della valle più feroci. Molti abitanti sono già scomparsi, un’oscura magia è all’opera. Il gigantesco albero magico sotto cui sorge il villaggio rischia di collassare, portandosi con sé tutta la città. Il gruppo viene mandato ad indagare nella Valle delle Ombre, luogo in cui creature non morte sono state avvistate, è da questo punto che la trama inizia realmente a dipanarsi…
Il gioco viene molto ben accolto dalla critica, con punteggi tutti positivi: pur non essendo ai livelli di Torment , ne vengono elogiate la trama e le musiche; l’unico difetto è il fatto di essere troppo incentrato sul combattimento e meno sull’investigazione e raccolta di indizi. È sicuramente più intuitivo del prodotto uscito l’anno prima, ma non gode dello stesso carisma, pur rimanendo un gran bel titolo che farà la gioia di tutti gli appassionati di CRPG. Ottima anche la colonna sonora curata da Jeremy Soule.
Questa volta bisogna aspettare due anni per vedere l’uscita di quello che sarà l’ultimo gioco firmato Black Isle Studios: Icewind Dale 2 esce infatti nell’agosto del 2002. Siccome squadra che vince non si cambia, la struttura del gioco è sostanzialmente la stessa dei titoli precedenti; l’unica differenza è l’adozione del set di regole di della 3° edizione di D&D. Razza e allineamento avranno effetti sugli NPC incontrati, facendo diminuire o ampliando la scelta di opzioni durante i dialoghi.
Il titolo è ambientato 30 anni dopo gli avvenimenti del predecessore: la città di Targos è assediata da un esercito di goblin, il party è composto da un gruppo di mercenari inviati in sua difesa. Dopo aver rafforzato le difese della città, le guardie e il nostro gruppo partono all’offensiva, sconfiggendo l’esercito di creature e scoprendo il loro comandante: una donna di nome Sherindal, a capo delle forze occidentali della Legione della Chimera. La quest principale sarà quindi di scoprire chi si trova a capo di questa Legione e sgominarla.
Anche questo ennesimo titolo venne ben accolto dalla critica: venne elogiato il combattimento, più tattico di quello visto in Neverwinter Nights (uscito nello stesso anno); per l’ottima implementazione delle regole della Terza Edizione di D&DM; per il miglioramento dell’interfaccia e per la trama e i dialoghi. La critica più importante riguardava ovviamente il datato motore grafico (Infinity Engine utilizzava ancora ambienti prerenderizzati in 2d e sprite per i personaggi).
Black Isle Studios venne chiuso l’8 dicembre 2003, dopo un lungo periodo di crisi di Interplay. Quello che è stato uno dei più importanti studi di sviluppo della fine degli anni ’90-inizio 2000, non esisteva più, perduto nel tempo, come lacrime nella pioggia.
Questa software house ha donato ai giocatori di tutto il mondo alcuni dei momenti più belli nella storia dei videogiochi, la sua scomparsa fu una grossa perdita. Fortunatamente la successiva creazione di InXile e Obsidian ha sopperito alla sua chiusura. Quello che causa maggiore tristezza è che non avremo mai un Planescape: Torment 2 (sì, Tides of Numenera esce a breve, ma è un seguito spirituale) o un Icewind Dale 3. Obsidian e InXile rimangono comunque due grandi studi che hanno donato al pubblico lavori come Knights of the Old Republic 2 e Wasteland 2 e fortunatamente sembrano non voler fare la fine del loro genitore.
Classe 1992. Sin dalla tenera età di 6 anni affamato videogiocatore. Cresciuto a pane e pc games, solo negli ultimi anni si è dotato di qualche console, rimanendo comunque fedele al suo credo originale.
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Classe 1992. Sin dalla tenera età di 6 anni affamato videogiocatore. Cresciuto a pane e pc games, solo negli ultimi anni si è dotato di qualche console, rimanendo comunque fedele al suo credo originale.
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