Ashes of Ariandel, attesissimo DLC per Dark Souls III, non è uscito da nemmeno una settimana piena (senza contare i leak e i download non autorizzati avvenuti per errore) che già l’internet si è infervorato tanto da definirlo il DLC dei Souls peggiore di sempre. Atroci dolori, cocenti delusioni e portafogli svuotati a tradimento: ecco in sostanza le opinioni e gli stati d’animo manifestati a caldo da una considerevole fetta di fan del titolo, ed è per questo che riteniamo adeguato scrivere una “non-recensione” di questo (apparentemente) nefasto DLC.
A prima vista tutti avranno pensato qualcosa di simile a: “Ci risiamo: ecco l’ennesima location innevata in un Souls, Miyazaki non sa più cosa inventarsi.”, ma giocando ci si rende conto ben presto che questa mappa si suddivide in tante piccole micro-aree, tutte collegate tra loro e disposte in una sorta di ciambella attorno al centro geografico del DLC in modo che, partendo da un punto qualsiasi, sia sempre possibile raggiungerne un altro a piedi senza l’uso di teletrasporti (cosa che nel resto di Dark Souls III e degli altri Souls non era affatto scontata). La metafora della ciambella è adeguata proprio perchè Ariandel si sviluppa in egual modo sia in orizzontale che in verticale e questo comporta una tridimensionalità e un’esplorabilità molto maggiore rispetto ad una semplice struttura a circonferenza su un livello singolo. Inoltre, ciascuna di queste micro-aree si differenzia dalle altre per le proprie peculiarità, gimmick (in senso positivo), tipi di nemici e level design, tutti fattori da apprezzare e che contribuiscono a far percepire il DLC come sempre fresco, anche dopo molte partite consecutive.
Ariandel è veramente bello ed è qualcosa che si capisce solo giocandolo: potete ammirare alcuni dei panorami e dei dettagli nelle immagini (di proprietà dell’autore) corredate all’articolo, ed ascoltare qui e qui le colonne sonore dei due boss presenti, nelle quali la compositrice Yuka Kitamura ha persino cantato personalmente. Il fatto che ci siano solo due boss ha indispettito parecchio i giocatori e, come se non bastasse, l’intero DLC dura soltanto poche ore, con un tempo medio di completamento che sembra stare tra le 4 e le 6 ore a seconda del livello del proprio personaggio e del grado di New Game + in cui ci si trova. Com’era ovvio aspettarsi, la notizia ha scatenato l’incredulità e l’ira dei giocatori, i quali non hanno fatto tardare lamentele e critiche a volte fin troppo esagerate ed imparziali, basta dare un’occhiata alle recensioni lasciate sulla pagina di Steam per rendersi conto di quanto grottesca sia la situazione.
Riteniamo superfluo parlare qui della lore, trattandosi di un ambito altamente soggettivo in cui ognuno è libero di vedere quello che vuole vedere (qualcuno riesce a cogliere la citazione?) e vogliamo invece concentrarci su quello che il DLC offre in senso più fisico e materiale. Come in “The Old Hunters” di Bloodborne, le nuove armi fanno davvero la differenza e rimescolano finalmente le carte in tavola dando una ventata d’aria fresca agli standard a cui Dark Souls III vanilla ci aveva abituati da diversi mesi. Il giavellotto dei Follower è una lancia come le altre che però può essere scagliata a distanza, la coppia di gladio e scudo Valorheart imita lo stile di combattimento dei gladiatori romani di stampo un po’ hollywoodiano ed infine le magie di ghiaccio, nonostante siano soltanto due, colmano una mancanza decisamente grossa in Dark Souls 3 vanilla e contribuiranno sicuramente a svecchiare il meta del PvP. Quella dell’arena PvP è una novità interessante e che funziona, ma ancora si sente la necessità di qualche piccolo ritocco. I boss, un po’ come tutto il DLC, sono brevi ma intensi e perlomeno uno dei due sembra salvarsi dalle critiche di alcuni degli insoddisfatti.
Va chiarita una cosa: Ariandel non è perfetto, ma quello che una certa fetta di utenza afferma nei suoi confronti va oltre la soglia del ridicolo. Passi pure l’ennesima location innevata, passi il basso numero dei boss o il fatto che andando molto velocemente è possibile finire il dlc in poco tempo (anche se è doveroso dire che con le speedrun è possibile finire l’intero gioco in non oltre 1 ora e mezza), ma paragonare Ashes of Ariandel a Old Hunters come molti stanno facendo è quanto di più sbagliato si possa fare. È bene ricordare che Old Hunters doveva essere una coppia di DLC separati che sono poi stati fusi in uno solo, ecco perchè è lunghissimo e pieno di cose da fare. Se prendessimo Old Hunters e lo dividessimo a metà, all’incirca nel punto tra i Living Failures e Lady Maria, otterremmo una parte un po’ più lunga con 3 boss e una un po’ più corta con solo 2, proprio come Ariandel. Inoltre questa parte corta, il Fishing Hamlet, è addirittura più corta e più piccola geograficamente di tutto Ariandel e risulta davvero difficile capire perché queste persone abbiano iniziato a lamentarsi in modo così veemente. Certo, Old Hunters costava 15€, esattamente quanto Ariandel a cui però ne andranno aggiunti altri 15 per il secondo DLC, ma è anche vero che sono i giocatori i responsabili di come spendono i propri soldi e nessuno obbliga nessuno a prenotare il DLC o addirittura il Season Pass (a 25€) con settimane o mesi di anticipo, cadendo vittime dell’hype da loro stessi generato.
C’è poi chi si ostina a tutti i costi a fare il paragone con Artorias of the Abyss, il DLC più osannato dei Souls e forse uno dei più osannati in assoluto tra i DLC della scorsa generazione, sostenendo ovviamente che Artorias sia superiore in tutto e per tutto ad Ariandel. Ebbene, no. Fate un favore a voi stessi e toglietevi i nostalgia goggles dagli occhi. Vi lamentate che la difficoltà di Ariandel sta solo nei gruppi molto numerosi di nemici che attaccano tutti assieme? In Artorias succedeva la stessa cosa nei Royal Woods con i giardinieri e gli Stone Guardian, dentro la città di Oolacile con gli abitanti mutati e gli stregoni che lanciano magie oscure e persino nell’Abisso con decine e decine di spettri di Umanità. Vi lamentate che Ariandel è in realtà un grosso rettilineo da seguire alla cieca fino a quando si arriva dal boss? E allora la discesa dalle porte di Oolacile fino all’Abisso cos’è se non un lungo rettilineo con qualche timida biforcazione fine a se stessa qua e la?
Insomma, sapete che c’è? C’è che siete capricciosi e incontentabili. Magari vi eravate fatti un’idea completamente diversa di come sarebbe stato il DLC, magari vi sentite traditi nel profondo da un Miyazaki che dopo mezza giornata ha smesso di essere il vostro idolo supremo, mettetevi l’anima in pace e pensate a giocare invece di farvi venire il sangue amaro per questioni così tanto triviali. Per quanto ci riguarda, invece, daremo un giudizio più approfondito e ragionato non appena uscirà anche il secondo DLC in modo da considerarli come un blocco unico, esattamente come Miyazaki ha detto di averli pensati.
Fuori posto, fuori corso e fuori strada.
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