Questo articolo è stato scritto su un MacBook Pro con display retina da 13″, pagato circa 1200€ due anni fa. Questo portatile garantisce 9 ore di autonomia e ha circa le stesse prestazioni del nuovo modello base che costa 1750€. Stessa RAM e stesso SSD, un po’ più lento ovviamente, vista l’età. Il processore ha prestazioni simili, un Core i5 Haswell a 2.6Ghz; ha le stesse performance di un Core i5 Skylake da 2.0Ghz, considerati i miglioramenti architetturali e della memoria RAM. Sono ben 550€ di differenza per non avere nemmeno la nuova Touchbar. Quindi, dov’è l’innovazione?
Il MacBook Pro 13”, al solito, è la versione più castrata. Niente GPU discreta, niente processori quad core, altoparlanti meno potenti e di qualità minore, batteria più piccola (per ovvi motivi) e Touch Bar con Touch ID presente solo sul modello da 2099€.
Per avere qualcosa in più bisogna passare al modello da 15” che parte da 2799€ e presenta processori quad core, 16GB di RAM (non espandibili nemmeno al momento dell’ordine), SSD fino a 2TB e GPU AMD (con conseguenze ovvie sui consumi). Il peso viene ridotto di circa 2 etti in entrambi i dispositivi così come lo spessore che scende di circa 2mm.
Tutto ciò, però, non ha niente a che vedere con un dispositivo Pro. La mancanza di porte USB full size non si fa molto sentire, in quanto è compensata da ben 4 porte USB-C/Thunderbolt 3 che non richiedono adattatori proprietari per funzionare. Il vero problema è proprio la Touchbar spacciata come rivoluzionaria e che ha richiesto ben 40 minuti per essere presentata.
Non fa niente di più di quello che avrebbe fatto un comune Touchscreen (che probabilmente avrebbe lavorato pure meglio) ed è stata messa semplicemente perché Apple si rifiuta di accettare che lo schermo touch sui portatili è utile e migliora la produttività. La rimozione dei tasti funzione inoltre genera un altro problema per i professionisti: con la nuova barra è obbligatorio guardare la tastiera, azione che inevitabilmente rallenta il lavoro.
Per quanto riguarda le GPU, è inaccettabile avere schede grafiche AMD di fascia media in un portatile da 2799€. Nvidia dal canto suo offre ottime GPU Pascal e Maxwell più che accettabili in grado di tenere testa e di superare qualsiasi AMD di fascia media, il tutto con consumi paragonabili.
Nessun miglioramento tangibile per l’autonomia, surclassata da portatili ben più economici (il Dell XPS 15 è il campione del settore e costa quanto il MacBook da 13”) con spessore paragonabile e inaspettatamente è presente il jack per le cuffie. Insomma, di Pro c’è solo il nome e il prezzo, che arriva fino a 5099€ nella versione top che viene tranquillamente surclassata dal nuovo Microsoft Surface Book sia in autonomia che in prestazioni.
Scompare il Macbook Air 11.6” (scelta sensata vista la presenza del MacBook 12”) e il vecchio MacBook Pro con Superdrive, schermo non retina e hard disk meccanico. Per entrare nel mondo dei portatili Apple bisogna sborsare 1179€ per un MacBook Air 13” con processori i5 dual core di quinta generazione (Intel intanto sta vendendo la settima) e una capacità di 128GB con SSD, che per essere raddoppiata fa salire il prezzo a 1379€.
Subito dopo c’è il MacBook 12” con processori Core M che parte da 1499€ e il vecchio MacBook Pro con display retina 13”, sempre con processori di quinta generazione, 200 grammi più pesante rispetto al nuovo modello e due porte USB di tipo A. Per quanto riguarda i computer fissi e AIO (“All In One”), la situazione è ben più grave.
iMac parte da 1279€ con specifiche identiche a quelle del MacBook Air 13” e per avere un prodotto più potente e con schermo migliore bisogna salire alla versione 21.5” con display 4K a 1729€. Per il più grosso si parte da 2129€ ma bisogna spendere almeno 3000€ per avere un prodotto davvero interessante. Il problema non è tanto il prezzo, ma il fatto che sono dispositivi che non vengono aggiornati da più di un anno e che molto probabilmente rimarranno così ancora per un altro anno. Il più vecchio del lotto è il Mac Pro, che ormai ha 3 anni sulle spalle e che difficilmente vedrà un altro aggiornamento.
Dove Apple sbaglia, s’inserisce Microsoft. Surface Pro 3 ha portato la qualità costruttiva su un altro livello, con un dispositivo leggero, sottile e dal display ampio, supportato da una tastiera aggiuntiva di tutto rispetto. Surface Pro 4 ha seguito il trend tracciato dal padre, aumentando la risoluzione del display, la superficie del trackpad della tastiera aggiuntiva e l’autonomia, anche grazie ai nuovi processori Skylake.
Le vere novità di quest’anno sono però Surface Book e Surface Studio, due dispositivi premium che portano caratteristiche inedite nel settore della tecnologia. Il primo è un convertibile simile a Surface Pro 4, con un design leggermente rivisto e un display più ampio e risoluto, che presenta una tastiera nella quale è inserita una GPU Nvidia, ora la GTX 965M nella versione Surface Book i7.
Surface Studio invece è un All in One con display Touchscreen inclinabile fino a 20° rispetto al piano e le caratteristiche sono di tutto rispetto: a partire dal display, un Touchscreen IPS 28” 10bit con risoluzione di 4500*3000 in formato 3:2 con digitalizzatore integrato (una gioia per i creatori di contenuti) fino ad arrivare al processore, quad core in tutte le configurazioni. Il contorno non è da meno. La GPU è a scelta tra la GTX965M e la 980M (niente Pascal), si parte da 8GB di RAM a salire e Hard Disk ibrido da 1TB nel modello base. Non è un concorrente di iMac e mai lo sarà: si mette piuttosto in competizione con le tavolette grafiche, come le Cintiq di Wacom.
Non si tratta di creare il dispositivo perfetto, ma di innovare in un settore che ormai è stagnante da diversi anni, ora per la crisi, ora per la saturazione del mercato, e Microsoft ne è la prova. Surface Pro 3 e 4 non sono certamente dispositivi esenti da difetti, ma sono stati un grande passo avanti nel settore dei 2 in 1. Lo stesso valeva anche per Surface Book, ora più potente e con un’autonomia migliore.
A differenza di Apple, però, è chiaro come Microsoft si stia dedicando molto di più all’utenza professionale. Si pensi al nuovissimo Surface Studio, che non è il computer che regalereste a vostra madre per condividere gattini su Facebook o per giocare all’ultimo Battlefield, ma è orientato a chi davvero ha bisogno di un prodotto completo in ambito professionale. Impara, cara Apple, dato che non basta mettere la scritta Pro dopo il nome per renderlo adatto ad un pubblico professionale e chiedere almeno 2099€ per la versione base con le nuove funzionalità.
Studente di ingegneria appassionato di tecnologia, soprattutto smartphone e portatili.
30 Maggio 2017
11 Aprile 2017
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25 Ottobre 2016
5 Ottobre 2016
Studente di ingegneria appassionato di tecnologia, soprattutto smartphone e portatili.
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