Da qualche giorno, ormai, si conoscono i nomi dei film che concorreranno quest’anno durante la notte degli Oscar, e La La Land – nonostante stia facendo parlare di sé per le quattordici nomine – non è l’unica pellicola degna del prezzo del biglietto in queste settimane. Ben otto, infatti, sono le candidature con cui si presenta l’acclamato Arrival, diretto da Dennis Villeneuve. Questo film è tratto dal racconto Storia della tua vita, incluso nell’antologia Storie della tua vita di Ted Chiang; la trama tratta di un evento molto singolare, ossia dell’arrivo sulla Terra di dodici “gusci” e dell’impatto che questi hanno sulla vita della linguista di fama mondiale Louise Banks, la quale viene chiamata a far parte dell’equipe creata appositamente per lo studio di queste navi aliene. In questa situazione, Louise sarà la chiave di volta per un grande film di fantascienza: un film che non corrisponde al solito cliché di violenza gratuita fra razze differenti. La linguista, piuttosto, sarà costretta a trovare un ponte comunicativo per rispondere alla più semplice e al contempo complessa delle domande, cioè il motivo di questi alieni sulla Terra.
Interessante risulta anche la ricerca condotta su quelli che vengono definiti “eptipodi”, cioè gli extraterrestri di questo film; lasciate perdere ogni visione antropomorfa di questi esseri, che, per questo evento, si presentano come una razza completamente nuova, totalmente ignota all’interno della conoscenza umana, e dunque impossibile da catalogare. Una ricerca, questa, eseguita non soltanto da un punto di vista estetico, ma anche dal punto di vista dei suoni: il loro modo di comunicare è, a un primo impatto nell’ascolto, qualcosa di pauroso, primitivo e ancestrale, quasi come se questi esseri fossero tutto fuorché civilizzati. Quando arriva il momento di capire la loro scrittura, caratterizzata da figure circolari arzigogolate e dal concepimento pseudo casuale, si arriverà tuttavia a conoscere il profondo significato e l’utilizzo di questi simboli, atti a veicolare ben più di quello che l’uomo crede di conoscere.
Durante il film, non pochi saranno i momenti che ricorderanno incredibilmente alcuni film del regista Christopher Nolan, soprattutto per quello che viene definito Bootstrap Paradox. A proposito di questo noto paradosso, Screen Rant fornisce la seguente spiegazione: «Louise trascende il presente per avere accesso alla futura conoscenza di un futuro passato». Grazie a questa trasposizione, inoltre, sono molti gli argomenti che vengono sollevati: la comunicazione, la perdita, la vita (oltre quella umana) e di conseguenza il relativo conflitto. Louise è quel tipo di personaggio atto a veicolare un messaggio, e a far chiudere il cerchio, che, nonostante queste caratteristiche, non risponderà affatto a molte delle domande e dei dubbi che verranno a crearsi durante il film, quasi a lasciare intendere che le risposte tanto attese sono già ben conosciute e alla portata di tutti: proprio per questo motivo, apparentemente, gran parte della trama è finalizzata a portare a destinazione la forte morale che Dennis Villeneuve ha voluto proporci.
Le grandi virtù di Arrival, oltre all’eccellente recitazione dell’attrice Amy Adams che le è valsa un Golden Globe, sono sicuramente la fotografia, diretta da Bradford Young, e il sonoro, diretto da Joe Walker. Queste due qualità hanno permesso alla pellicola in questione di esprimere al meglio ciò che voleva dire, innalzando al contempo l’atmosfera cupa e paurosa di questo genere fantascientifico, così come la drammaticità della perdita e della consapevolezza, a livelli inimmaginabili. Si pensi, ad esempio, al modo in cui Louise concepisce la continua abolizione di concetti come verticalità e orizzontalità, ogniqualvolta accede al guscio ovale ed entra in contatto con una concezione ben superiore a quella umana. Nonostante Arrival venga etichettato come un film fantascientifico, in definitiva, è vivamente sconsigliabile andarlo a vedere a cuor leggero, perché non sarà una visione semplice, contrariamente a quanto alcuni potrebbero erroneamente aspettarsi da questo genere.
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