Premessa: sì, lo so, Berserk non è ancora finito nel 2015 (e, con ogni non lo sarà ancora per MOLTO tempo, data la proverbiale lentezza dell’autore, Kentaro Miura), tuttavia la parte incommensurabilmente più figa è quella che è stata pubblicata negli anni ’90… ehm, devo proprio specificare quale? Tutto l’arco dell’Età dell’Oro fino all’Eclisse, che domande.
E sì, questa affermazione mi fa sembrare terribilmente hipster, e non voglio dire che il Berserk post-Eclisse è tutto da buttare via perché evidentemente non è così. Ma ammettiamolo, ragazzi: non c’è proprio paragone. Se la stragrande maggioranza dei manga si possono tranquillamente lasciare nel dimenticatoio dopo averli letti, Berserk è un’eccezione, e a costo di sembrare ridicolmente pretenzioso, non esagero a definirlo uno tra i più grandi prodotti culturali in assoluto dell’epoca contemporanea.
Bene, dopo queste manfrine, andiamo al sodo: perché Berserk è così figo? Beh, quando ci sono due personaggi con i controcoglioni e la relazione tra loro è intessuta con tale maestria, difficilmente si sbaglia.
Gatsu, sì, il tizio cazzuto con la spada enormemente grande (che ha con ogni probabilità ispirato Cloud Strife di Final Fantasy VII e soprattutto di Advent Children), è una fottutissima macchina da guerra, un tizio capace di uccidere cento soldati da solo e senza poteri magici. Eppure, il suo destino tragico (alla faccia della cattiva sorte: non fa neanche in tempo a nascere che sua madre viene impiccata, l’unica persona a cui si affeziona da bambino vende letteralmente il suo culo, e con l’evolversi della trama sembra portare una sfiga disumana a chiunque lo circondi) lo salva dal rischio di diventare una caricatura, e la sua umanità dietro la scorza da antieroe, dopo tutto quello che gli succede, è discretamente affascinante. Parlando di fascino, qui il leader indiscusso è Grifis, il poverello che con sacrifici enormi e sforzi colossali riesce a cambiare le sorti di una guerra e a diventare l’idolo di una nazione. Se Gatsu è tutto muscoli e apparentemente poco cervello, Grifis è un genio della strategia e della manipolazione psicologica. Il loro rapporto, apparentemente quello tra comandante e generale, si rivela progressivamente molto più ambiguo, prima ancora che le shippate gay andassero di moda. Long story short: all’apice del loro successo, Gatsu decide di tener fede allo stereotipo del guerrriero solitario e se ne va per cazzi suoi, dopo aver fatto fare la figura della puttana al suo vecchio boss, per questo Grifis perde il boccino e commette una serie di cazzate che lo porteranno alla rovina. Poco dopo che un Gatsu un po’ meno edgy e un po’ più adulto (in tutti i sensi, huehuehuehue) e un Grifis che ormai è l’ombra di se stesso si ricongiungono, succede… beh, succede l’Eclisse, credo uno delle rare scene in cui un’opera di finzione mi abbia tenuto letteralmente ccon la bocca sbalancata. Il Berserk post anni ’90 rimane comunque più che decente, ma dopo un picco del genere, il confronto resta impietoso.
Questo giusto per fare una sintesi. Sì, Berserk è decisamente un manga cazzuto, ma qual era il suo appeal principale, che ne ha decretato il successo anche in terra italica tra una cerchia di adolescenti brufolodotati, di cui ovviamente facevo parte? Non diciamoci cazzate: IL FANTASY. L’immaginario delle Midlands e degli altri luoghi di Berserk sembra per metà una reinterpretazione del medioevo europeo, e per l’altra preso paro paro dal Signore degli Anelli. Quindi, fondamentalmente una versione meno magica (almeno fino a un certo punto della storia), più “politica” e più cruda del fantasy “tradizionale”, prima che arrivasse un certo grassone di nome Martin a fare più o meno la stessa cosa.
Poi, stiamo pur sempre parlando di un manga, quindi le parti drammatiche ed epiche di Berserk sono sempre diluite dall’umorismo di fondo e da qualche situazione un po’ troppo caricaturale, ma che alla fine ci sta (giusto perché ve l’ho già citata prima, la scena in cui Gatsu va in “berserk” e fa fuori cento soldati). E poi Miura sarà lento come i lavavetri cingalesi al semaforo, ma non si può dire che non disegni bene. Ultima cosa: pur non scadendo quasi mai nel fan service, ci sono un bel po’ di scene sporcaccione; tra l’altro, cosa veramente rara per un manga, funzionali alla trama e discretamente memorabili.
In sintesi, come spesso succede nella vita, non si può godere di una cosa fighissima (la prima parte di Berserk) senza poi cadere nello spleen per il progressivo allungamento del brodo e la fine che non arriverà MAI. Valutate voi se ne può valer la pena o no.
2 Maggio 2017
21 Febbraio 2017
4 Gennaio 2017
30 Dicembre 2015
5 Dicembre 2015
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.