IL CARDA.
Una volta al mese, a partire da oggi, dovrete sopportarmi. Sarò il vostro ciclo.
Questa rubrica mensile sarà composta di articoli incentrati su brevi riflessioni (pur sapendo di fallire prima di cominciare, mi auto-impongo “brevi” scrivendolo, perché so che posso essere logorroico, specie quando arricchisco i miei discorsi con incisi inutili, tipo…questo) su argomenti attuali e/o che mi stanno a cuore.
Qualche ringraziamento:
– Yvonne, che chattando e stalkerandomi su fb (su mia richiesta, certo), ha scoperto le mie “potenzialità letterarie”;
– Derpina, perché facendo quello che ha fatto (probabilmente non lo saprò mai…”Minchia il Carda!”) mi ha fatto emergere dalla plebe IMDIana;
– Frullo e gli altri admin, vecchi nuovi e scomparsi (inb4 Vitto) per avermi concesso questa rubrica.
Ma adesso bando ai convenevoli e soffermiamoci sull’articolo.
Per quanto il random sia un qualcosa che adoro, il titolo di questo articolo, Introduzione “artistica”, non è casuale.
Infatti, lurkando su IMDI e non solo, mi sono ritrovato di fronte alle artistiche peripezie, come mi piace chiamarle, dei talentuosi ospiti di Andrea Diprè.
Lulz generici, ma oggi vorrei concentrarmi su uno dei suoi ospiti, Giacomo de Michelis
(qui).
Mi dicono che penso troppo, infatti ho trovato uno spunto di riflessione anche in questa cazzata.
Il video mi faceva ridere, e per questo ridevo, ma…perché ?
O meglio, perché l’utente medio di youtube ha riso e conseguentemente spolliciato il video ?
Forse perché Giacomo diceva “fica rossa”, “culo della Marini”, “questo è un coglione”, ovvero si ride per la pura volgarità della cosa.
Forse per la fantastica contraddizione con cui Giacomo (5:07) esordisce “Ceeeeeeeeeeeeeeeerto ! E mica è porcheria ! Queste sono due fiche!” infilandoci un dito dentro.
Forse perché vi siete immaginati Giacomo fare sesso (con voi o meno, de gustibus)…io personalmente ho pensato a Giacomo che durante un “sicsti nain” (pronunciato così) improvvisamente si ferma e, tra i gemiti della donna, esordisce ad alta voce “questa la chiamerò…pelo bagnato! ”.
Forse per Diprè, che sembrava fatto come una zucchina.
Sono tutte ottime ipotesi, ma la mia strampalata teoria differisce da tutte quelle precedenti.
Secondo me il video ha fatto ridere perchè Diprè ha distorto il concetto di arte.
(pausa per farvi riprendere dallo stupore)
Ok, NON so bene come mi è venuto in mente, forse sono complessato io, o forse questo tubo di Pringles è andato a male, ma secondo me molti di voi, vedendosi parare davanti questi folli parlare di arte, hanno riso perché è logicamente IMPENSABILE che questa gente sappia anche come scrivere la parola “arte”.
A questo punto del mio ragionamento però, è necessaria una precisazione.
Ho parlato di concetto di arte distorto, ma prima di distorcere un concetto, bisogna definirlo. Quindi sorge spontanea una domanda.
L’arte… cos’è ?
Essendo in cerca di una definizione, prendo il vocabolario…o meglio, cerco su google “arte definizione” perché non mi va di alzarmi.
“ARTE: In senso lato, ogni capacità di agire o di produrre, basata su un particolare complesso di regole e di esperienze conoscitive e tecniche, quindi anche l’insieme delle regole e dei procedimenti per svolgere un’attività umana in vista di determinati risultati.” – enciclopedia Treccani (di Wikipedia non mi fidavo)
Per carità, non voglio mettermi a fare il critico, anche perché a storia dell’arte sono sempre stato una sega clamorosa e a fine anno prendevo 6 in pagella solo perché mio padre mi faceva le tavole.
Eppure quella parolina “ogni” a inizio frase mi sta particolarmente simpatica.
Perché dimostra, almeno a livello concettuale, che non solo gli ospiti di Dipré sono effettivamente artisti, ma CHIUNQUE può esserlo ! Persino io !
C’è sempre stata una discussione eterna su cosa sia lecito chiamare arte o meno.
Infatti qualcuno ritiene assurdo confrontare, che so, il “Vaso con Girasoli” di Van Gogh con “La gioconda coi baffi” di Duchamp.
Quindi questo peculiare “ogni”, in un certo modo, mette sullo stesso piano le opere di Van Gogh, Raffaello, Duchamp e molte altre con… “Perizoma rosso” di De Michelis ! (ed anche col fiore che mi ha disegnato la mia nipotina di 4 anni).
Ora, per evitare un butthurt devastante stile Skrillex-De Andrè, faccio un ulteriore precisazione, avviandomi verso la conclusione dell’articolo, dato che vi ho abbastanza logorato gli organi interni con questo volo pindarico, così immenso da far invidia al barone rosso.
Per definizione, possiamo chiamare arte sia le cagate degli ospiti Dipré sia le opere di Michelangelo, eppure questo è un paragone che fa ridere, dato che Michelangelo è un artista riconosciuto universalmente, mentre Giacomo di Michelis è più che altro…un vecchio arrapato.
Infatti tra i due c’è un tale abisso che chiamare arte le opere di de Michelis è una svalutazione del termine “arte”.
Attenzione però: aver svalutato un termine non significa necessariamente averlo usato in maniera scorretta; è come chiamare i libri di Fabio Volo “opere letterarie”. È corretto perché effettivamente SONO libri, ma è svalutato perché sono cagate…e neanche questo è universale, perché, ahimè, c’è chi li apprezza.
Questo è il mio punto di vista.
Lascio le precisazioni su etimo, definizioni e “concetto di arte” a gente più ferrata in materia (tipo Frullo, laureato in semiotica).
Concludo citando me stesso (della serie, EGO):
“Tutto è relativo, a parte questa frase.” – (Paolo C. Cardarelli – “De random eloquentia”)
That’s all folks, see you next month.
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