Salve a tutte le persone orrende.

Come potete notare anch’io sono sceso in campo nella guerra agli hipster. E li colpirò in uno dei loro punti vitali: l’arte.

Ma partiamo prima di tutto da una semplice domanda: che cos’è l’arte?

Arte è tutto ciò che gli uomini chiamano arte. A dirlo non sono io, ma uno dei più grandi studiosi di estetica di tutti i tempi: Dino Formaggio.

Il concetto non è difficile: nessuno di noi ha il potere di dire che qualcosa non sia arte. Tutti però abbiamo la possibilità ostentare disgusto nei confronti di un’opera indecente. E vi insegnerò un trucco per non farlo in maniera banale.

Iniziamo subito con un esempio concreto. Prendiamo dunque questa performance:

http://www.youtube.com/watch?v=I9lmvX00TLY

Dopo aver visto una simpatica hipster metterci due minuti ad aprire un barattolo di spaghetti per poi infilarseli nella vagina posso esprimermi fondamentalmente in due modi:

1. Tramite il giudizio personale. Metodo poco efficace e, giustamente, facilmente confutabile.
2. Tramite il cronotopo.
   Da chronos (tempo) e topos (spazio), questo è uno strumento che ci consente di fare il primo passo nell’analisi di un’opera d’arte individuando:
   1. Coordinate storiche.
   2. Contesto culturale
   3. Situazione artistica
   4. Problematica individuale

Andiamo con ordine partendo con le coordinate storiche.

Questo video è dell’8 maggio 2010. Bene… Sono passati quasi cent’anni da quando Duchamp ha portato un orinatoio in una galleria, circa cinquanta da quando Manzoni ha venduto la sua merda in quanto opera d’arte e più di quaranta da quando Warhol vendeva dipinti di zuppe in scatola. Ora, mi dite che cazzo di senso ha credersi artisti all’avanguardia solo perché si fa qualche provocazione? No sul serio, qualcuno mi illumini per favore, perché di sti pseudo genialoidi ne ho fin sopra i capelli. E ogni volta che vedo un radical shit col suo atteggiamento prosopopeico (ne trovate vari esempi tra gli spettatori della performance) dare per capolavori minchiate come questa mi viene voglia di prendere un contenitore di acido solforico e farglielo bere.

Contesto culturale.

Ok, qui la storia si fa più complicata poiché subentra il concetto di Zeitgeist (spirito del tempo).

Non sta a me decidere se performance come questa rientrino o meno nello spirito del tempo di quest’epoca. A deciderlo saranno i critici d’arte delle generazioni successive (a meno che non venga fuori qualche genio con una perfetta visione del mondo a noi contemporaneo).

Ma dubito fortemente che gli hipster, tramite la loro “arte”, rappresentino bene il mondo attuale.

E se lo fanno vuol dire che questo è un mondo in estrema decadenza e loro ne sono la continuità. Quindi in entrambi i casi gioirei poco fossi in loro.

Situazione artistica.

Questo punto ci consente di individuare il settore della ricerca artistica di una determinata epoca. Il futurismo, giusto per fare un esempio, era un settore nella prima metà del Novecento.

Però, come ben saprete, inserire un hipster in un movimento artistico è impossibile per via del suo ostentato (pseudo)individualismo. D’altronde all’interno di un immaginario movimento di shitster ognuno se ne uscirebbe fuori con la magica frase: “I made it before it was mainstream”.

Problematica individuale.

1. Infilarsi spaghetti nella vagina
2. Spacciarlo per arte.
3. ???
4. Profit.

Ovviamente il procedimento per fare l’analisi di un’opera seria è più complicato. Però si tratta di hipster, basterebbe anche meno per mandarli in crisi.

Detto ciò, può darsi che riservare tutta quest’attenzione a dei poveri adultiminchia in cerca d’attenzione sia sbagliato. Però sfotterli è maledettamente divertente.

Ah, quasi dimenticavo… Seconda citazione del mese secondo Ucnle Ardian:

“La più semplice azione surrealista sarebbe scendere in strada brandendo due pistole e iniziare a sparare alla cieca sulla folla. Chi non ha mai avuto voglia ameno una volta nella vita di fare piazza pulita del miserabile principio dello svilimento e dell’istupidimento, è chiaro che appartiene alla folla e la sua pancia è costantemente sotto tiro.”
André Breton (lui non faceva parte della massa prima che diventasse mainstream).

Thnak yuo for teh attention,

Ucnle Ardian.