Ormai è ufficiale: la finale di Champions vedrà contrapposte la Juventus è il Real Madrid. Le premesse sono le migliori per assistere ad una partita con due squadre che non hanno paura giocare a viso aperto. In mezzo c’è forse una sfida ancora più interessante: quella per il Pallone d’Oro: Buffon contro Cristiano Ronaldo.
La Juventus è forte di aver trovato la quadratura del cerchio. Il nuovo modulo esalta la fase offensiva facendo ripiegare inoltre gli attaccanti a difendere. Per trovare l’equilibrio è necessaria esperienza, garantita da Chiellini, Barzagli, Bonucci e Dani Alves, e la tranquillità di avere alle spalle un portiere come Buffon. I numeri la dicono lunga sulla stagione bianconera: la squadra ha subito solamente 3 gol in tutto il percorso in Champions League.
Se da una parte la fase difensiva è di livello mondiale, il Real Madrid è sinonimo di grandi nomi e individualità. Parliamo di giocatori del calibro di Ronaldo, Benzema, Bale, Modric, Kroos. Senza contare la panchina di lusso, con Lucas Vasquez, Asensio, Isco, Kovacic.
Cristiano contro Buffon. Campione d’Europa contro un grande ex Campione del Mondo. Una sfida nella sfida affascinante a dir poco. La sensazione è che chi dei due vincerà la Champions avrà una grande prelazione per la vittoria del Pallone d’Oro.
Con Messi fuori dai giochi proprio grazie ai bianconeri, ecco che Buffon sente avvicinarsi le ultime grandi vittorie che mancano nel suo palmares.
La vittoria dei due trofei, uno individuale e uno di squadra, coronerebbe una carriera eccezionale che è partita 20 anni fa. Era il 1997 e non pare possibile possa terminare nell’immediato presente. Eppure nel 2015 a Berlino sembrava che Buffon avesse disputato la sua ultima finale, mancando l’appuntamento con la storia. Come al solito il destino fa la sua parte.
Con il Barcellona la Juve partiva decisamente sfavorita, mentre quest’anno sembrerebbe prospettarsi davvero una sfida alla pari.
Il 2 aprile 2013, all’epoca di Conte sulla panchina della Juventus, Buffon prende gol dopo 20 secondi all’Allianz Arena contro il Bayern. Cosí.
Si sprecano i commenti catastrofici, sia in Italia che in Germania. Beckenbauer arriva perfino a dare del pensionato a Buffon. Sembrava certo che la parabola discendente del portiere azzurro fosse iniziata inesorabilmente. Non è un caso però che da quel momento a parte poche, normali sviste, la carriera di Buffon sia tornata a livelli eccezionali, testimoniate dalle ultime grandi parate in Champions, come quella su Iniesta, determinante per il risultato finale della doppia sfida.
Di portieri come Buffon, con il suo talento e il suo carisma, ne ricordiamo pochi, pochissimi. Per molti è il portiere più forte della storia del calcio moderno. Normale come la sua presenza abbia per un ventennio buono impedito a buoni portieri italiani di sbocciare, costretti in ogni caso a stare all’ombra di una presenza troppo grande per poter essere spostata. Lo 0 a 0 dell’esordio contro il Milan, la parata su Inzaghi nella finale di Champions nel 2003, la manona aperta sul colpo di testa di Zidane a Berlino, nel 2006. Fino ad arrivare al 2016/17, con il rigore parato a Lacazette e la mano aperta sull’incantatore blaugrana Iniesta.
Appuntamento alla finale per conoscere l’epilogo, forse, di questa rincorsa che parte da lontano ma di cui non si intravede ancora la fine.
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