Molti di noi, se non quasi tutti, abbiamo avuto o coltivato il sogno di diventare calciatori professionisti, guadagnarsi da vivere facendo quello che si adora di più, rincorrendo quel sogno di diventare famosi, giocare ad alti livelli con la propria nazionale, e chissà magari anche di stare con la classica velina o modella… Ma anche la vita da procuratore sportivo non è malaccio.
La figura del procuratore, o agente che dir si voglia, negli ultimi tempi è diventata quasi fondamentale quasi quanto il proprio assistito. Prima l’agente di un calciatore nella maggior parte dei casi era un avvocato di professione che curava solamente gli interessi legali del proprio cliente, oppure, specialmente nel caso dei giovani a inizio carriera, la famiglia di questi. Nel corso degli anni la figura del procuratore sportivo si è completamente rivoluzionata, passando dall’essere strettamente il garante del proprio assistito a diventare quasi pedina fondamentale nei trasferimenti di calciomercato. Questo perché per ogni contratto stipulato un agente ha diritto ad una parte come commissione, che varia a seconda delle richieste fatte, e ovviamente, più contratti stipulati, più commissioni, facile no? Perciò il procuratore ha interesse a piazzare più giocatori possibili. Un esempio di questo meccanismo è la trattativa Pogba al Manchester United, di cui 15-20% del prezzo del cartellino spetterebbe proprio al suo agente, su una trattativa che potrebbe raggiungere i 120 milioni di euro, quindi dati alla mano, Mino Raiola avrebbe diritto ad una cifra attorno i 20 milioni di euro, non male come tornaconto.
Senza dimenticare esempi come il potente agente portoghese Jorge Mendes, curatore degli interessi legali di Josè Mourinho e Cristiano Ronaldo, probabilmente l’idea di procuratore moderno può essere associata proprio a Mino Raiola. Agente di tanti calciatori di alto profilo come: Romelu Lukaku, Mario Balotelli, Blaise Matuidi, Paul Pogba ed il più famoso di tutti, Zlatan Ibrahimovic. Nato in Italia a Nocera Inferiore, a meno di un anno si trasferisce in Olanda con la famiglia, dove il padre aprì un’attività di ristorazione ad Haarlem. Proprio nel ristorante di famiglia, Mino dava una mano durante gli studi in giurisprudenza, e a 20 anni fonda la prima società di intermediazione, la Intermezzo. Nel giro di pochi anni diventa direttore sportivo della squadra di Haarlem ed in seguito diventa rappresentante all’estero dei giocatori olandesi. Successivamente diventa agente FIFA e abbandona le altre attività, fondando la società Sportman, con sede a Montecarlo, ma con un uffici sparsi in Repubblica Ceca, Paesi Bassi e Brasile, e tramite la sua società offre molti giocatori olandesi alle squadre italiane, come: Dennis Bergkamp, Marciano Vink, Michel Kreek, ma anche giocatori di altre nazionalità come Pavel Nedved.
Un’altra pedina fondamentale nel panorama delle trattative di calciomercato sono le Third Party Ownerships, spesso balzate alla cronaca sotto forma di società che detengono una quota percentuale di proprietà di cartellini di calciatori. Il fine di questo tipo di società è offrire sostegno economico a realtà sportive minori, spesso localizzate in zone economicamente disagiate, con lo scopo di coltivare talenti fino a renderli pronti per il salto nel calcio professionistico. Ovviamente, a fronte di questi investimenti, queste società si riservano una quota su un possibile trasferimento milionario ad un club più importante. Questo fenomeno è molto diffuso nelle realtà sociali e sportive del Sud-America, tanto che uno dei più celebri esempi di TPO è legato al trasferimento di Carlos Tevez e Javier Mascherano dalla squadra paulista del Corinthians alla compagine londinese del West Ham United.
La vastità di questo fenomeno è tale che secondo alcune stime in Europa ci siano oltre 1000 calciatori i cui cartellini siano transitati in mano a queste società per una cifra che si aggira attorno al miliardo di euro. Questo volume di affari ha attirato l’attenzione degli organi di governo del pallone. La FIFA si è mossa nella direzione di proibire questo tipo di intermediazione nel calciomercato e sulla stessa riga si è mosso anche il Parlamento Europeo, l’applicazione di tali regolamenti è ancora lontana dall’essere messa in pratica, dato che alcune federazioni calcistiche nazionali si sono espresse contrariamente. Anche l’organizzazione antitrust europea ha sollevato il dubbio che una proibizione delle TPO possa essere di danno alla concorrenza del mercato libero europeo e questo lascia in una situazione di incertezza.
Non siete ancora convinti che forse i procuratori fanno abbastanza soldi? Se vi capita il giocatore come Cristiano Ronaldo può succedere che magari possa regalarvi un’isoletta nel Mar Egeo… Del resto, chi non vorrebbe averne una?
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