Nonostante le mie propensioni per la grafomania, ho sempre evitato di scrivere “editoriali” (l’ho fatto solo al lancio del sito nel novembre 2011 e alla fine del 2012) in primis perché IMDI non è solo roba mia, per fortuna, e un po’ perché non sono né Vittorio Feltri né Eugenio Scalfari (per fortuna, di nuovo). Ogni tanto però uno sente che è arrivato il momento di buttar giù qualcosa, di cristallizzare un pensiero fluttuante e di propinarlo a qualche stronzo disposto a leggerselo. Penso che sia arrivato uno di quei momenti, e quindi eccovi il pippone: prima farò il bilancio dell’anno per Internet in generale, poi per IMDI e infine, se mai ci sarà qualcuno tanto stronzo da arrivare in fondo, per me.
Il 2013 di Internet: a sintetizzare e al contempo simboleggiare quello che, almeno dal mio punto di vista da vecchio rompipalle pseudo-elitista, è stato un anno abbastanza del cazzo, è stata la scelta dell’Oxford Dictionaries di eleggere “Selfie” come parola dell’anno. Perché le “selfies” incarnano tutto quello che c’è di sbagliato nell’internet di oggi: l’autoespressione fine a se stessa, la futilità, la sovrabbondanza, la triste rincorsa alla celebrità. Ora, qualcuno potrà tacciarmi di ipocrisia, visto che dagli albori della pagina ho postato molteplici autoscatti, dei “selfies” ante litteram; rispondo che, nel caso non fosse evidente, io non sono interessato ad alcun culto della personalità o a fare il figo su internet, semmai il contrario, visto che ho sempre scelto foto volutamente ridicole e autoironiche.
Comunque, selfies a parte, il 2013 internettiano ha confermato i brutti segni già tangibili nel 2012, cioè la presa di potere da parte dell’idiozia. Nonostante i miei feed di notizie siano già filtratissimi, non ho mai visto tanta merda su internet come quest’anno. Sì, c’è tanta carne al fuoco per Siamo la Gente il potere ci temono, Vendommerda e quant’altri, ma a me sinceramente certe cose non mi mettono più allegria, ma profonda tristezza. O forse, le cose non stanno così, sono semplicemente io ad essere vecchio e stanco. Sta di fatto che non credo di essere l’unico, e lo conferma il fatto che il 2013 sia stato un annus horribilis per la sottocultura di internet, o quel poco che rimane; è evidente la tendenza al riciclo praticamente su tutte le community, le pagine facebook, i tumblr, i canali youtube. Ora non voglio stare a parlare di cancer o non cancer, ma se l’unico meme degno di nota di quest’anno è stato Doge, che tra l’altro nasce come meta-meme e quindi è a modo suo cancer fin da subito, vuol dire che qualcosa è andato storto.
Il 2013 di IMDI: in questo caso, sembra che l’anno si sia concluso nel peggiore dei modi, cioè con il ban della vecchia e mitica pagina (sì, ormai abbiamo perso le speranze di recuperarla). Molti, sicuramente i nostri nemici ma non solo, hanno interpretato il fattaccio come la morte di IMDI; tuttavia, se lavoriamo da due anni e mezzo a sto sito e nell’ultimo anno abbiamo intensificato fortemente la nostra attività su Twitter, Google+ e Tumblr, vuole dire che abbiamo pure le forze per sopravvivere anche senza che un tempo era la nostra unica risorsa. E poi abbiamo pur sempre una nuova pagina, insomma, “IMDI’s not dead, biiiitch” (da leggere con la voce di Jesse Pinkman). Per il resto, beh, se già nel 2012 il sito si era fatto notare per aver dato la voce a contenuti più o meno interessanti ma quasi sempre originali, quest’anno qualche vecchia firma e qualche personaggio storico di IMDI se n’è andato, ma ne sono arrivati di nuovi e, ritengo, altrettanto interessanti. Non è nostra intenzione incensarci o che, ma a partire da settembre 2013 il traffico sul sito è più che raddoppiato rispetto agli standard e nonostante il pesante calo di portata delle pagine facebook (prima ancora del ban). Insomma, pare che il lavoro di una community, di cui io sono uno come tanti (UNO VALE UNO!!11! e infatti io sono un po’ il Casaleggio di IMDI, dove Spina fa Grillo. Sto scherzando, eh), sta dando i suoi frutti. IMDI è cambiato un po’ nella forma, è inevitabile, ma sono convinto che lo spirito sia sempre lo stesso.
Per quanto riguarda umorismobecero.com, come dovreste ormai sapere il progetto di un sito basato sulle gallery di immagini, i tag e la possibilità da parte degli utenti di caricare la propria roba e interagire in vario modo c’è ancora, stiamo lavorando su qualcosa che a livello d’interfaccia e grafica sarà davvero figo, i tempo sono stati purtroppo biblici visto che non si tratta di una cazzatina, ma ci siamo, forse, quasi.
Il 2013 di Frullo: se ho lavorato come si deve con lo spam, dovreste sapere che quest’anno, più precisamente a inizio ottobre, io e Annalia ci siamo lanciati in un’avventura più seria del solito: Nativi Digitali Edizioni, una casa editrice digitale. Non sto qui a fare proselitismo sugli ebook, dico solo che fino ad ora è stata una figata. Se poi riusciremo a rendere l’attività sostenibile dal punto di vista economico sarà la realizzazione di un sogno; fino ad allora avremo molto da fare. Se ti interessa scoprire di più su Nativi Digitali Edizioni, comprare qualcuno dei fighissimi ebook che abbiamo già pubblicato (c’è il mio “Anni ’90 – Dagli 883 a Carmageddon”, che fa schifo, quello dell’Oltreuomo che è un filo meglio e altra roba indispensabile), o, perché no, mandarci una proposta di pubblicazione, questo è il sito e questa la pagina facebook del nostro progetto, Nativi Digitali Edizioni. Con tutto questo big business e altri lavori per portare a casa la pagnotta (non sono tra quelli che si fingono startupper perché non hanno voglia di lavorare), il tempo che posso dedicare a IMDI è sempre meno; beh, fintanto che ci saranno degli schizoidi a cui sembra importarne qualcosa, il mio supporto, almeno come mascotte, ma non solo, non verrà mai a mancare. Baci sul culo a tutti.
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