Passando ai giocatori in campo, la porta è difesa da Danijel Subasic (1984), portiere della Nazionale croata agli ultimi Europei. Lo zaratino è uno dei pochi giocatori in rosa ad aver conosciuto la Ligue 2, giocando in Principato dal gennaio 2012. Portiere di buon livello ma capace di alternare ottime prestazioni a figuracce (come quella sul tiro di Aguero nella sfida all’Etihad Stadium), ha saputo togliersi anche lo sfizio di un gol in una partita ufficiale con i biancorossi, trafiggendo il collega di ruolo in un Boulogne-Monaco di Ligue 2 2011-12. In panchina troviamo il quarantenne Morgan De Sanctis (1977), arrivato quest’anno per fare da secondo di esperienza, ed il giovane Loic Badiashile (1998), nel giro delle Nazionali giovanili francesi e di cui si parla molto bene in prospettiva futura.
Il terzino destro titolare è il francese Djibril Sidibé (1992), arrivato la scorsa estate dal Lille e subito affermatosi in Principato fino a conquistare la fascia destra della Nazionale francese. Il giocatore è stato recentemente fermato da un’appendicite acuta che ne ha causato l’ospedalizzazione e l’esclusione dal doppio confronto contro il Borussia Dortmund. In fase di recupero, dovrebbe tornare disponibile contro la Juventus. In sua assenza il ruolo è coperto da Almamy Touré (1996), giocatore maliano finora poco utilizzato da Jardim. Prodotto del vivaio monegasco, ha la particolarità di aver esordito da titolare (5 giorni dopo il suo esordio assoluto come sostituto) all’Emirates contro l’Arsenal nell’andata degli ottavi di Champions League 2014-15, senza sfigurare contro avversari come Sanchez ed Ozil (il Monaco vinse 3-1).
Al centro una conoscenza nota a tutti i tifosi italiani, l’ex capitano del Torino Kamil Glik (1988). Arrivato quest’estate per 11 milioni il polacco, che a Montecarlo ha ritrovato l’ex compagno per una stagione al tempo del Bari Andrea Raggi, si è subito imposto come uno dei migliori difensori di Ligue 1 come rendimento e come pericolosità in area avversaria, avendo già segnato 5 volte. In Champions League è attualmente ad una sola marcatura, tanto bella quanto importante: la volée al 95° che ha permesso ai monegaschi di pareggiare con il Bayer Leverkusen, probabilmente uno dei punti di svolta dell’intera stagione.
Ad affiancare Glik troviamo Jemerson, difensore brasiliano classe 1992 arrivato per la stessa cifra dall’Atletico Mineiro. Buon giocatore, il cui rendimento è migliorato molto da quando gioca accanto al polacco, non sembra però avere la stoffa del campione. I suoi maggiori limiti sono la relativa lentezza ed alcuni errori di posizione che ancora commette.
In panchina siede lo spezino Andrea Raggi; in principato da ormai quattro anni dopo aver girato molte piazze italiane (Empoli, Bologna, Sampdoria, Palermo, Bari) il trentatreenne è in fase discendente di carriera ma riesce a sopperire alla lentezza con esperienza e senso di posizione. Viene usato da Jardim come jolly di difesa in grado di coprire il centro ed entrambe le fasce ed è uno dei giocatori ad aver giocato tutti i match di Champions League dei biancorossi in questa stagione, arrivando ad avere più presenze in Europa (14) che in campionato (11).
La fascia sinistra viene solitamente solcata da Benjamin Mendy; il ventiduenne francese, che ha recentemente esordito con la Nazionale maggiore, avrebbe impressionato il Manchester City nel doppio scontro così tanto da essere una delle priorità per la prossima estate. Ex Marsiglia, il difensore di origini senegalesi è uno dei prodotti del vivaio del Le Havre che negli ultimi anni ha formato, tra gli altri, Dimitri Payet, Mandanda, Mahrez e Pogba. Molto forte fisicamente e dotato di una progressione notevole in campo aperto (come la cavalcata che ha propiziato l’1-0 di Mbappé in Monaco-BVB), Mendy ha saputo riprendersi al meglio dagli infortuni che ne hanno limitato la prima parte di stagione diventando uno dei giocatori più in forma della squadra durante la fase ad eliminazione diretta di Champions League. La sua riserva è Jorge, brasiliano classe 1996 arrivato a gennaio e finora oggetto misterioso; spesso il ruolo è coperto anche dal polivalente Raggi.
A presidiare il centrocampo si trova uno dei giocatori più importanti nell’equilibrio della squadra, il brasiliano Fabinho (1993). Passato anche dal Real Madrid Castilla senza esordire in prima squadra, il giocatore ha saputo riadattarsi nelle ultime due stagioni dal ruolo di terzino destro a quello di centrocampista centrale di grande equilibrio, capace di alternare un’attenta fase difensiva ad incursioni in zona goal. In assenza di Falcao è il rigorista designato e fino alla partita di andata con il Borussia Dortmund era soprannominato “Monsieur 100%”: 17/17 il suo score prima dell’errore contro i tedeschi! Curiosità: la maggior parte dei goal sono arrivati alla destra del portiere, ma anche un paio di “Panenka” (l’eponimo con cui viene indicato in Francia il cucchiaio), tra cui uno al Parco dei Principi nella scorsa stagione. E’ uno dei principali indiziati a lasciare la squadra durante il prossimo calciomercato (nella scorsa estate il suo nome era stato anche accostato più volte al Napoli).
L’altro centrale di centrocampo titolare è Tiémoué Bakayoko (1994), uno dei giocatori che hanno evidenziato più miglioramenti nell’ultima stagione. Al Monaco dal 2014, ha saputo con il tempo imporsi come titolare scalzando un rivale ingombrante come Joao Moutinho. L’ex Rennes è un giocatore dal fisico slanciato, dal grande atletismo, che ricorda in alcune movenze l’ivoriano Yaya Touré. Nazionale francese (ha esordito il 28 marzo 2017 contro la Spagna), è in scadenza di contratto nel 2019 ed ha rifiutato a più riprese il rinnovo; dovrebbe lasciare la squadra a fine stagione, i rumors parlano di Chelsea per lui.
Sulla fascia destra danza il numero 10 dei Biancorossi, il portoghese Bernardo Silva (1994). Forse il miglior acquisto tra i molti della scuderia di Jorge Mendes, arriva in prestito dal Benfica nell’estate del 2014 divenendo subito titolare indiscusso e venendo riscattato nel gennaio 2015 per oltre 15 milioni di euro. Bernardino è il tipico fantasista dal fisico brevilineo e dalla grande tecnica, in grado di muoversi negli spazi stretti e di creare superiorità numerica saltando l’uomo. Suo uno dei gol più importanti della stagione monegasca, il pareggio al 92° nello scontro diretto contro il PSG. Anche lui movimenterà molto probabilmente la prossima sessione di mercato, con una quotazione sugli 80 milioni di euro.
Sul lato opposto del centrocampo troviamo un’altra pepita biancorossa, il classe ’95 Thomas Lemar. L’ala francese di origini guadalupensi è un giocatore brevilineo di grande tecnica e rapidità, capace sia di concludere che di dettare l’ultimo passaggio (come dimostrano le sue statistiche con 12 reti e 9 assist in stagione), abile sui calci piazzati. Ha già avuto modo di esordire con la Nazionale maggiore e si preannuncia un’altra grande plusvalenza per il Monaco, che lo ha prelevato per 4 milioni solo due anni fa.
A formare le seconde linee del centrocampo monegasco troviamo: Nabil Dirar, ala marocchina tra i più esperti in rosa essendo arrivato nel gennaio 2012 con il Monaco ai tempi a metà classifica di Ligue 2. Limitato negli anni dagli infortuni, è un esterno più difensivo (ha giocato anche recentemente come terzino destro) che subentra sovente in condizione di vantaggio per frenare gli attacchi avversari e guidare le ripartenze; Joao Moutinho, come Dirar un classe 1986, uomo di grande esperienza europea con oltre 100 presenze nelle coppe europee e 97 con la nazionale lusitana con cui si è laureato campione d’Europa. Scalzato nell’ultimo anno dai giovani Bakayoko, Lemar e Silva, resta un dodicesimo di lusso per i biancorossi; lo sfortunatissimo Gabriel Boschilia, brasiliano classe 1996 specialista nei calci piazzati arrivato ad 8 reti stagionali (in soli 780 minuti di gioco!) prima di lesionarsi il crociato anteriore destro in un tremendo incidente di gioco contro il Metz.
Il miglior marcatore della squadra è anche il capitano ed uno dei suoi simboli, il colombiano Radamel Falcao Garcia Zarate. Il suo arrivo al Monaco nel 2013 per oltre 60 milioni di euro divenne l’emblema degli investimenti della nuova proprietà russa. Il primo anno in Principato parte subito bene con 11 reti in 17 presenze fino alla partita in Coppa di Francia contro i dilettanti dello Chasselay, partita vista alla vigilia come una festa per la presenza nella formazione del grande ex Ludovic Giuly; qui, durante un contatto di gioco, Falcao rimedia una lesione al crociato che ne compromette la fine della stagione e la partecipazione alla Coppa del Mondo 2014. Al ritorno in campo ritrova una situazione societaria differente, con la volontà di ridurre i salari e di puntare sui giovani, per cui viene prima ceduto in prestito al Manchester United ed in seguito al Chelsea.
Ritornato al Monaco quest’anno, sembrava un giocatore finito, destinato a restare soltanto per mancanza di squadre pronte a sobbarcarsi il suo stipendio per un rendimento così incerto (5 sole reti in 42 presenze nelle ultime due stagioni). El Tigre ha invece saputo reinventarsi, sicuramente meno esplosivo e con minor killer instinct rispetto ai tempi dell’Atlético Madrid, ma attaccante completo, con l’esperienza necessaria (45 gol nelle competizioni europee) a guidare la gioventù monegasca. Non sembra infatti un caso che, senza la sua carismatica presenza, il Monaco abbia ceduto 4-1 nella finale di Coppa di Lega il 1° aprile contro il PSG. Serviranno la sua tenuta fisica (ancora diversi infortuni minori durante l’anno per lui) e la sua carica (come quando da subentrato ha recentemente guidato la rimonta contro il Digione in campionato, addirittura sfiorando la doppietta su punizione lui che non è mai stato uno specialista) per puntare alla conquista dei trofei ancora in palio.
Di Kylian Mbappé Lottin si è detto e scritto molto negli ultimi due mesi. Il diciottenne (è nato il 20 dicembre 1998, in una Francia unita dai festeggiamenti per una Nazionale multietnica campione del Mondo) ragazzo francese di origini camerunensi è nato e cresciuto nella periferia parigina da una famiglia di sportivi: il papà allenatore di calcio, lo zio coordinatore sportivo del Sedan, la mamma ex giocatrice di pallamano ed il fratellastro Jires Kembo-Ekoko calciatore professionista (ex Rennes, attualmente negli Emirati Arabi). Esordisce a 18 anni ancora da compiere il 2 dicembre 2015, mentre segna il suo primo gol da professionista un paio di mesi dopo; in entrambi i casi batte i record di precocità del Monaco (superando un certo Thierry Henry…). Nel frattempo dimostra tutto il suo potenziale anche a livello giovanile: doppietta ed assist nella finale vinta di Coppa Gambardella 2016 (il principale torneo giovanile francese, l’equivalente del nostro Torneo di Viareggio), 5 reti nel Campionato Europeo under-19 vinto con la Nazionale transalpina (secondo miglior marcatore dopo il compagno Jean-Kévin Augustin). Non certo uno sconosciuto, ma nessuno poteva pronosticare un impatto così devastante sulla stagione: dopo una prima parte di stagione tra seconda squadra e panchina, in Monaco-Montpellier (10° giornata di Ligue 1) parte titolare e saranno gol, assist e rigore procurato.
Da allora non si ferma più: tripletta contro il Rennes in Coppa di Lega, tripletta con il Metz in campionato, 16 reti nelle ultime 16 partite giocate fino ad ora, 5 reti nelle 4 partite ad eliminazione diretta di Champions League contro Manchester City e Borussia Dortmund. Numeri da predestinato di un giocatore che sembra davvero averne tutte le qualità: rapido in campo aperto, esplosivo in progressione, gran controllo di palla nello stretto, senso della posizione, colpo di testa, fisico slanciato, altruismo, capacità di pressare la difesa avversaria e, cosa non da sottovalutare, una testa sulle spalle che gli permette di continuare ad affrontare partite sempre più importanti con la sua solita aria da ragazzino spensierato. Il suo gol più classico nasce dallo scatto al limite dell’area con tiro rasoterra ad incrociare, anche se il suo ottimo senso tattico gli permette di farsi sovente trovare al posto giusto nel momento giusto per tap-in vincenti. Pare che i dirigenti monegaschi abbiano già rifiutato per lui un’offerta di oltre 100 milioni dopo il match di andata contro il City, convinti (a buona ragione) che la sua quotazione sarebbe salita ancora. Di certo per il Monaco sarà difficile trattenere un tale gioiello, e pare che Mbappé, di suo, abbia già espresso una preferenza per il Real Madrid.
Chiuso in panchina dall’esplosione di Mbappé troviamo Valère Germain (1990), giocatore formato dal club. Dopo essere stato il titolare dell’attacco monegasco dei due anni di purgatorio in Ligue 2, viene chiuso dai nuovi acquisti e nella scorsa stagione raggiunge i vicini del Nizza in prestito. Qui forma una coppia molto affiatata con la ex promessa del calcio francese Ben Arfa, arrivando a 14 reti in campionato e guadagnandosi il ritorno alla base. Il biondo marsigliese è un giocatore poco spettacolare, altruista che spesso gioca di sponda per favorire la conclusione del collega di reparto o gli inserimenti dei centrocampisti. Dopo il goal da subentrato nel ritorno contro il Borussia, alcuni giornali hanno parlato di Germain come di miglior dodicesimo d’Europa. Fino a qualche mese fa però Germain era titolare, e ad essere indicato come miglior dodicesimo (di Francia) era l’argentino Guido Carrillo (1991), con una media di minuti per goal inferiore ai 90. Arrivato dall’Estudiantes nel giugno del 2015, Carrillo soffre di una prima stagione di difficile ambientamento, con soli 4 gol segnati in 31 presenze. Classica prima punta abile di testa, dimostrerà tutto il suo potenziale nella prima parte di questa stagione (7 reti in 17 match, ma solo 5 da titolare) prima di sottoporsi ad un intervento agli adduttori che lo tiene fermo dal mese di febbraio.
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