Un tratto che accomuna la maggior parte dei videogiocatori è l’attesa: attesa di un nuovo titolo o di una nuova console, magari anelata da molto tempo, che genera aspettative di vario tipo nelle community di tutto il mondo. In tal senso quindi, il mercato videoludico è un continuo serbatoio in cui decine di titoli vengono costantemente aggiunti a quelli già rilasciati per soddisfare queste attese e la continua fame di novità e innovazioni che qualsiasi giocatore si aspetta dalle software house. E grande è l’attesa soprattutto nei confronti di sequel di giochi di una certa rilevanza che hanno già lasciato la loro impronta sul mercato e sulle menti di chi li ha giocati ed apprezzati; è quindi prevedibile come giochi innovativi per la loro epoca o particolarmente fortunati in termini di vendite abbiano poi generato dei seguiti con esiti alterni, positivi o negativi.
Esistono però titoli che, nonostante un indubbio riscontro positivo da parte del mercato o dei giocatori, non hanno mai avuto la fortuna di poter avere un seguito (per cause economiche o altro) o altri che, pur avendo avuto seguiti di altrettanto successo, non sono poi stati supportati ulteriormente (forse per paura di rendere stucchevole la serie). Analizzeremo quindi sei titoli: tre a cui è stata tolta la possibilità di generare figli altrettanto meritevoli e tre invece in cui la love story è stata bruscamente interrotta.
Un’avventura ambientata in un epoca futuristica con una perfetta miscela di combattimento, sezioni stealth e puzzle. Fallimento commerciale e al tempo stesso acclamato dalla critica, BG&E tenne fede al suo nome proponendosi come un titolo validissimo sotto ogni punto di vista ludico e fallendo miseramente da quello commerciale.
Il gioco parla di Jade, una ventenne che vive in un vecchio faro con lo zio adottivo con cui gestisce un orfanotrofio finanziandolo con i proventi di una società investigativa. Da secoli, questo mondo subisce attacchi da parte di una strana razza aliena, i Dom’z, i quali sono particolarmente interessati allo sfruttamento dello Psico-Karma, una particolare fonte di energia spirituale insita negli esseri umani. Il governo del pianeta, ormai alle strette, richiede dunque l’aiuto di una forza militare, le Squadre Alpha, per contrastare i continui e incessanti attacchi alieni. Dopo pochi mesi, l’organizzazione inizia ad ottenere sempre più influenza nella scena politica di Hillys, migliorandone l’economia e introducendo avanzamenti tecnologici; tuttavia, l’enorme influenza che l’organizzazione ha acquisito ha fatto insospettire alcuni abitanti che hanno cominciato ad indagare, per conto loro, sulle Squadre Alpha, organizzandosi in una rete clandestina nota come IRIS. Questo è il contesto in cui Jade si muoverà e andrà a svelare il mistero che avvolge questo pianeta, alla ricerca dello zio rapito e con l’aiuto di alcuni compagni.
Il punto di forza del titolo è stata l’ampia varietà di generi che è stato in grado di mescolare. A fasi esplorative del pianeta si alterneranno momenti di dialogo con NPC, in pieno stile RPG, e le fasi di combattimento intervalleranno sparatorie concitate a momenti più riflessivi, nei quali sarà la furtività a giocare un ruolo fondamentale. Nonostante abbia avuto nel 2011 un remake in HD e un sequel fosse già stato annunciato nel 2008 (con un trailer) di fatto quest’ultimo non ha ancora visto la luce, nonostante Ubisoft abbia ribadito più volte la sua intenzione nel rilasciarlo (forse addirittura su una nuova console Nintendo).
Un platform 3D con elementi di avventura e ruolo basato su psicologia e viaggi nella mente umana. Il protagonista è un bambino di nome Razputin che si trova, per caso, nel quartier generale di una particolare squadra, gli psiconauti. Essi riescono ad entrare nelle menti delle persone risolvendone i conflitti interiori. Raz vuole diventare anch’egli uno psiconauta, ma i suoi genitori entro ventiquattro ore verranno a riprenderselo; saranno ore piene di avventure, di fantasia, di stranezze con Raz che prenderà confidenza con i suoi nuovi poteri e comincerà a fare conoscenza con tutti i bambini che fanno parte della squadra. Il filo conduttore del gioco sarà dato dal fatto che a tutti i bambini sarà tolto il cervello e dal rapimento di Lili, la bambina con cui il protagonista aveva più legato.
Nonostante però questo contesto infantile, il gioco presenta profonde tematiche nascoste. Gli enigmi che ci verranno posti dovranno essere risolti sbloccando le menti dei personaggi che avremo davanti, entrando nel loro cervello e scontrandoci con i loro incubi e le loro paure. È interessante notare come questi personaggi all’apparenza spenti e smorti oppongano al loro interno mille luci e colori, mille ricordi positivi e mille incubi, in trasposizioni oniriche sempre azzeccatissime e coinvolgenti; con un mondo interiore che rispecchia in maniera mirabile la vera essenza del personaggio.
Il titolo è a tutti gli effetti un platform, con il personaggio che dovrà muoversi in scenari ed ambientazioni sempre più surreali per raggiungere le varie aree del livello e completarlo, cui si aggiungono dei rompicapo che potranno essere risolti con la logica o l’utilizzo di poteri acquisiti nel corso del gioco (elemento tipico degli RPG). Il sequel è stato annunciato nel 2016 con il completamento della raccolta fondi ed è in fase di sviluppo, mentre uno spinoff per VR, collegamento fra i due titoli, sta già per essere rilasciato.
Uno degli ultimi sussulti di una console, la PSX, che era oramai giunta alla fine del suo glorioso ciclo. Vagrant Story, RPG della Squaresoft, fu uno degli ultimi titoli usciti prima dell’avvento della PS2, capace di dimostrare ancora una volta quanto quel blocco grigio fosse stato in grado di sfornare titoli di qualità eccezionale. Dungeon crawler in terza persona, il gioco narra le avventure di Ashley Riot, soldato scelto dei Riskbreaker, mandato sul campo per liberare il castello del Duca Bardorba dal sequestro ad opera di un gruppo di fanatici religiosi capitanati da Sydney Losstarot. Nonostante il nostro intervento però gli ostaggi vengono trucidati e il capo della setta fugge, mentre il Duca, al momento del raid fuori dalle sue terre, verrà ucciso da un assassino misterioso una settimana dopo il fatto. Ashley verrà accusato di questo crimine e scomparirà a sua volta; noi lo impersoneremo nella settimana che intercorre fra l’assedio e l’uccisione del Duca.
Il titolo ha una complessità imponente nella gestione dei combattimenti, basati sul tempo reale, e nel crafting, con infinite combinazioni possibili che danno una possibilità di ottimizzazione senza eguali. Le sezioni di combattimento, sebbene all’inizio possano essere snervanti, raggiungono livelli di realismo, per l’epoca, eccezionali con la possibilità di scegliere quale parte del corpo colpire e un indicatore di Risk che aumenta con il protrarsi del combattimento, con un aumento del danno dei nemici unito a una maggiore probabilità per noi di sferrare colpi critici. Vero gioco hardcore nelle meccaniche e curatissimo nel comparto grafico e sonoro, Vagrant Story rappresenta un titolo eccelso che ha avuto però la sfortuna di essere rilasciato in un periodo storico di fine ciclo per la console di appartenenza, nonostante un indubbio successo commerciale. Fino a oggi non è stato ancora annunciato nessun remake o sequel del titolo in questione.
Serie di videogiochi basata sull’universo di Star Wars e sviluppata da BioWare, KotOR è l’applicazione in una ambientazione fantascientifica del sistema di gioco di Neverwinter Nights, basato sul sistema d20 di Dungeons & Dragons. I due capitoli del brand abbracciano una sequenza temporale precedente a quella del film “Una Nuova Speranza” in cui la battaglia fra Sith e Jedi imperversa su vari livelli e sono uniti solo flebilmente a livello di trama, nonostante una discrepanza fra i due titoli di soli 5 anni nel tempo di gioco. Questi presentano caratteristiche tipiche del videogioco di ruolo quali quest e side-quest da completare e un sistema di classi da poter scegliere per il giocatore con un ampio repertorio di poteri e abilità.
Il sistema di combattimento è in tempo semi-reale, con la possibilità di mettere in pausa il gioco per meglio elaborare la propria strategia, con svariate armi e abilità del personaggio, assegnate tramite un sistema di acquisizione alla D&D. Il punto di forza della serie è non tanto dal punto di vista del gameplay in quanto tale, ma nella immersività e nella assoluta coerenza con cui esso viene proposto e integrato con il mondo di gioco. Impersonando il nostro eroe ci sentiremo davvero dei Jedi (o Sith nel caso fossimo più birbanti) e i personaggi che ci accompagneranno nel corso del nostro viaggio saranno dotati di una personalità e di reazioni perfettamente in linea con il modo in cui ci sono stati proposti; inoltre un sistema di punti influenza ci permetterà di avere più o meno ascendente su di loro, evolvendo ulteriormente la nostra relazione con loro.
Molti personaggi secondari addirittura superano in fama, fra i videgiocatori, personaggi molto più importanti ai fini della trama di gioco. Al netto di molti contenuti tagliati in fase di lavorazione in entrambi i capitoli (sia per problemi economici che di incombenza del rilascio), questi risultano longevi e ben strutturati lasciando in bocca il desiderio di volerli rigiocare solo per vedere tutti i possibili esiti delle più minime pieghe della trama. Il seguito del gioco è di fatto il MMORPG Star Wars: The Old Republic, pubblicato nel 2011, ma sognare un terzo capitolo non costa nulla.
Seguito spirituale dell’indimenticabile Chrono Trigger, pietra miliare fra i GdR del Super Nintendo, Chrono Cross non è un erede diretto, dato che la trama è tratta da una visual novel chiamata “Radical Dreamers” prodotta nel 1996 per il solo mercato giapponese. Il protagonista è un ragazzo di nome Serge che trascorre una vita tranquilla nel pacifico villaggio di Arni, fino al giorno in cui, per una serie di misteriose circostanze, si ritrova teletrasportato in una dimensione parallela nella quale il suo alter-ego risulta essere morto. In questo nuovo mondo, speculare a quello originario se non per alcune differenze, Serge incontra la giovane avventuriera Kid che vaga per il mondo alla ricerca di un certo “Linx”, suo nemico giurato. Con l’aiuto della ragazza, Serge cercherà di fare luce sul mistero che lega ma allo stesso tempo separa i due mondi, tenterà di scoprire se la vera realtà è quella che lo destina ad una morte prematura o quella in cui il triste incidente non è mai accaduto e molto altro… Da questa premessa teorica del “multiverso” nasce tutto il filone narrativo del gioco che, per il resto, nonostante qualche piccola chicca non si discosta molto, a livello di gameplay, da un GdR tradizionale.
Avrete quindi i soliti HP senza però gli MP, potrete vantare ben tre tipi di attacco, il sistema dell’Active Time Battle sarà rimpiazzato da un sistema basato su turni e non vi saranno fastidiosissimi scontri casuali, dal momento che ogni nemico è visualizzato sulla mappa e facilmente aggirabile. La mancanza di mana points è data dal fatto che le magie saranno rappresentate da vari elementi, collocati all’interno di un menù ed automaticamente equipaggiati sul personaggio; per quanto riguarda il sistema dei turni, quest’ultimo è regolato dalla barra della “stamina”, una sorta di indicatore delle energie del personaggio. Ogni singola azione vi porterà a consumare una certa quantità di stamina (tranne che per per la difesa che invece rimpinguerà le vostre scorte), fino a che, esaurita la barra, sarà necessario passare il turno ad un alleato o all’avversario. Questa particolarità aggiunge una componente strategica non indifferente al gioco che quindi pur mantenendo canoni classici di un gioco di ruolo, li amplia e li diversifica. Se la trama risulta poco longeva sia per la sua durata effettiva che per la mancanza di side-quest, il numero abnorme di personaggi giocabili, ben 43, e finali sbloccabili, 12, danno una longevità assurda al titolo (al netto di una caratterizzazione dei personaggi alquanto fallace). Non è stata ancora contemplata una continuazione della serie.
Croce e delizia di ogni appassionato, la serie di sparatutto in prima persona Half Life rappresenta il più grosso esempio di hype mai apparso nella storia videoludica recente. A 12 anni di distanza dall’uscita del secondo capitolo, la saga di Half Life continua a occupare le menti degli appassionati desiderosi di un terzo episodio che, forse, concluda le avventure del fisico con una laurea in piede di porco più famoso della storia dei videogiochi, Gordon Freeman. I capitoli della saga di Half-Life poggiano su un impianto rodato e ben strutturato come quello degli FPS di stampo classico: noi, i nemici e una buona dose di piombo da tirargli contro. Nonostante questa premessa abbastanza “povera” in termini di originalità, i titoli sono diventati punto di riferimento per il genere FPS: per la narrazione della storia, che si sviluppa attraverso il personaggio stesso senza nessun utilizzo di filmati, e una IA dei nemici molto elaborata.
Il Dr. Freeman si muove quindi in un universo distopico, caotico e violento, minacciato da alieni orribili e di aspetto disturbante che si frappongono fra lui e i suoi obiettivi; nemici e personaggi della saga sono ormai entrati nell’immaginario collettivo dei giocatori e costituiscono un altro dei grandi punti di forza del gioco. Per chiunque bazzichi il favoloso mondo dell’internet è notorio come l’attesa di “Half-Life 3” abbia generato un movimento culturale, se vogliamo, che ruota intorno alla figura di Gabe Newell, fondatore di Valve (sviluppatore del gioco); di fatto tutto e il contrario di tutto è stato detto riguardo questo terzo capitolo e quindi non è più possibile effettuare alcun tipo di previsione, ammesso che sia effettivamente in sviluppo. Ci si augura che prima o poi il gioco veda la luce, se non altro come doverosa forma di rispetto per chi, come molti, non vede l’ora di conoscere l’epilogo delle avventure del nostro Gordon. Ulteriori approfondimenti su Half-Life possono essere trovati qui.
Gioco a pallacanestro da quando ho 5 anni e mi piacciono i libri scritti da gente morta almeno un secolo fa. Per il resto tutto bene.
23 Ottobre 2017
30 Maggio 2017
30 Maggio 2017
18 Maggio 2017
7 Maggio 2017
Gioco a pallacanestro da quando ho 5 anni e mi piacciono i libri scritti da gente morta almeno un secolo fa. Per il resto tutto bene.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.