Prendete una graphic novel – state attenti a sceglierne una con componenti thriller e scientific drama – e aggiungete abbondante cospirazione. Non abbiate paura di esagerare con lo splatter. Gli ingredienti vanno mescolati in due stagioni da sei episodi, alla tipica temperatura del Regno Unito. Aggiungete un pizzico di Wes Anderson e Kill Bill tarantiniano a piacere. Utopia è pronto, ma attenzione: va servito prima che lo spettatore annusi l’odore di Mr Robot!
Utopia è un thriller drammatico a sfondo cospirativo: tramite un forum online si crea un variegato gruppo di appassionati della graphic novel The Utopia Experiment. Essi diventano gli inconsapevoli possessori di un’arma di distruzione di massa e vengono quindi inseguiti da una misteriosa organizzazione capeggiata dall’oscuro Mr Rabbit.
Non è la prima volta che – in ambito serie televisive – il Regno Unito si dimostra più pionieristico degli Stati Uniti. In questo caso l’anticipazione è di circa tre anni: se è vero che Sam Esmail – il creatore di Mr Robot – ha tenuto il suo prodotto in incubazione per circa quindici anni, è vero anche che mentre il suo ambizioso progetto era ancora lontano dal diventare concreto, dall’altra parte dell’Oceano Atlantico andava già in onda un capolavoro che per vari aspetti avrebbe anticipato Mr Robot.
Quello che Utopia ha in comune con Mr Robot è principalmente una sensazione: la sensazione che prova lo spettatore di fronte a uno show disarmante sia per contenuti che per riflessioni, dove le cospirazioni e le disavventure dei protagonisti fuggiaschi vengono accompagnate da colonne sonore magistrali e incorniciate da inquadrature matematicamente armoniose. La cospirazione è il cardine intorno al quale entrambe queste serie TV ruotano, ma seguono orbite diverse: se in Mr Robot il complotto è bottom-up, in una rivisitazione credibilissima del debole che sfida il potente, in Utopia la cospirazione è proprio dei potenti, in una tremenda manipolazione top-down a cui i deboli cercano strenuamente di opporsi.
Due facce della stessa medaglia, insomma, non solo per le trame cospirazionistiche ma anche per le tonalità. Entrambi i prodotti sono girati in modo eccellente, ma le palette di colori sono diametralmente opposte. E non è affatto un aspetto secondario: Utopia, infatti, fa dei colori un timbro di riconoscibilità indelebile. Il blu e il grigio, gli interni scuri di Mr Robot, in Utopia sono delle esplosioni di gialli e verdi ultra saturi, esterni fatti di cieli azzurri, nuvole bianche e campi di grano. Il tutto a fare da sfondo a dialoghi e scenari che provocano, nello spettatore, uno sgomento molto simile a quello che proverebbe guardando Mr Robot.
Sgomento che porta a riflessioni simili: piccole persone con enormi intenzioni, le cui conseguenze impattano l’intero pianeta. Eppure in Mr Robot, nonostante la portata delle azioni del protagonista, il conflitto viene quasi totalmente interiorizzato, e le riflessioni che ne scaturiscono sono per forza di cose introspettive. In Utopia, viceversa, la battaglia è aperta, i temi sono ugualmente – se non maggiormente – caldi, ma il conflitto interiore dei responsabili non è parimenti palpabile e, nonostante non sia totalmente assente, passa comunque in secondo piano rispetto alla lotta reale, alle decisioni dei protagonisti e ai conseguenti schieramenti, che sono forse il vero spunto di riflessione della serie.
La prima stagione di Utopia è un vero capolavoro. A differenza di Mr Robot, infatti, è un’opera strutturata che riesce – nonostante i tanti misteri e i colpi di scena incredibili – a dare allo spettatore una sensazione di sazietà e completezza, cosa che non succede in Mr Robot, serie in cui il mistero rimane centrale e i cliffhanger sono frequenti e presenti anche alla fine delle stagioni.
In Mr Robot gli spettatori vengono coinvolti, lo show diventa gioco e l’audience è spinto a guardare il prossimo episodio nella speranza di hackerare la trama e scoprire il prossimo dell’interminabile serie di segreti. In Utopia, invece, la seconda stagione inizia come spiegazione della prima, e termina con uno scialbo tentativo di ricreare quell’hype che si è ormai totalmente dissolto. Ed è per questo che Utopia è stata dimenticata. Ed è per questo che Mr Robot sarà ricordata per sempre.
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