Ultimi minuti del PPV WWE Wrestlemania 33. Roman Reigns è seduto su un angolo del ring. Ha appena colpito Undertaker con la terza Spear del suo incontro e, nonostante questo, il Phenom ha resistito. The Big Dog si chiede perché continuare a prolungare quest’agonia. Probabilmente, anche qualcuno dal pubblico si pone la stessa domanda.
Undertaker non vuole arrendersi. Prova a mettere in scena la sua taunt, quella del rialzarsi di scatto dopo aver subito un colpo apparentemente da ko. Ci prova, ma fallisce.
Gli ultimi minuti di questo match sono minuti devastanti per tutti: si sta assistendo all’ultimo incontro di uno dei più grandi lottatori mai visti su un ring di wrestling.
Reigns rialza l’avversario e colpisce con un’altra Spear. Stavolta Taker non si rialza. Stavolta è davvero finita.
Mark Calaway verrà probabilmente ricordato come uno degli innovatori più grandi nella storia della WWE. Non solo per via dei tanti titoli vinti e delle faide importanti, ma soprattutto perché la sua bravura ha consentito letteralmente di riscrivere il concetto di gimmick.
Nato agli inizi degli anni ’90, The Undertaker sembrava un personaggio perfetto per l’Era Gimmick: pauroso, prestante, quasi imbattibile. Un ruolo scritto bene e interpretato persino meglio dall’uomo dietro il Becchino. Un personaggio che non si è mai piegato alle regole della modernità: in un mondo dove i social network dominano e nel quale la keyfabe spesso non esiste più, Undertaker ha sempre evitato assecondare gli strumenti tecnologici restandone distante con la sua creazione, tenendola lontana dai rischi e dai fraintendimenti che potevano minare la credibilità sua e dello show.
Un wrestler d’altri tempi, che ha saputo anche rinnovarsi nel tempo. Noto fu infatti il suo periodo con la gimmick da rider, che lo aveva privato per qualche tempo della componente metafisica e spettacolare. Un fattore importante nella storia di Undertaker, che ha sviluppato anno dopo anno un personaggio di cui tutti hanno avuto paura, con una credibilità enorme dettata dalla mastodontica mole di lavoro consegnata alla storia della disciplina.
Certamente, nonostante le proteste dei fan, il ritiro di Undertaker appare una decisione più che giusta. La WWE infatti lo stava spremendo fin troppo in questi anni, per garantire ai fan un’attrazione imperdibile. Ma Taker, come dimostrato domenica notte e negli ultimi anni, ormai era in condizioni fisiche davvero precarie.
Fermato spesso da problemi all’anca e da infortuni vari, non riusciva più ad offrire match eccelsi da svariati eventi. E la differenza sul ring, purtroppo, si è vista. Probabilmente, il ritiro ideale sarebbe dovuto esserci dopo l’Hell In A Cell di Wrestlemania 28, contro Triple H. Il cosiddetto “End Of An Era match” avrebbe rappresentato l’ideale chiusura del cerchio di una carriera speciale, che in quel momento vedeva ancora attivo anche il mantenimento della Streak, poi persa contro Brock Lesnar.
Sicuramente i rimpianti più grandi della carriera sono stati rappresentati dai match da sogno mai disputati. In particolare, la cornice di Wrestlemania avrebbe meritato di ospitare due incontro come Undertaker vs Sting e Undertaker vs John Cena.
La prima sfida sarebbe stata epocale. Un inedito senza precedenti, privato prima dalla WWE che decise di porre Triple H dinanzi alla strada dell’ex WCW e poi dall’infortunio che ha precluso a Sting il resto della carriera. Quello contro Cena, invece, avrebbe rappresentato il match perfetto per il ritiro del Phenom, contro un avversario dallo status incredibile e perfetto per una chiusura a lieto fine.
Di Undertaker restano sicuramente i match, soprattutto quelli di Wrestlemania. Indimenticabili, ad esempio, le sfide contro Shawn Michaels e quelle contro Triple H. Restano di certo anche i titoli mondiali vinti. Restano, specialmente, le immagini di un addio che ha fatto piangere tutti.
Il Phenom lascia i suoi caratteristici oggetti di scena sul ring. Quasi a testimoniare come la sua legacy, nonostante l’addio, possa far sempre parte di un mondo che in lungo e largo Calaway ha dominato per anni.
Insomma, Undertaker sparisce ma resta quanto fatto sul ring. Nella vittoria come nella sconfitta, è stato un pioniere della disciplina. I fan lo hanno amato e continueranno a farlo per sempre. D’altronde, Undertaker non muore mai. Ma quella di domenica è stata senza dubbio la sua Last Ride.
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