I Pokémon – sia i videogiochi, sia il cartone animato, sia tutti i gadget annessi – sono entrati a far parte del background di chiunque abbia vissuto l’infanzia a cavallo tra i due millenni. Nessuno può dire di non essere stato influenzato, da piccolo, da questi mostriciattoli. Prima o poi entravi per forza in contatto con questo mondo, e uno dei modi più popolari per entrarvi in contatto fu proprio il cartone animato.
L’anime dei Pokémon iniziò nel lontano 1997, anche se in Italia fu trasmesso solo nel 2000 da Italia Uno. Un canale, questo, che era una tappa quasi fissa per un ragazzino, nel passaggio tra i canali regionali – con cartoni animati d’annata come Ken il guerriero – e MTV, guardata per spiare il mondo dei grandi, fatto di video dei Placebo e Celebrity Deathmatch.
Ma i Pokémon colpirono tutti, nessuno escluso. Il motivo erano di sicuro i videogiochi al culmine della loro popolarità, ma l’anime riusciva a inculcare il verbo di Pikachu anche se non avevi il game-boy, anche se non ti interessavi al mondo dei videogiochi. Sarà stato grazie all’immensa copertura mediatica dell’epoca e alla mania che scoppiò, da parte sia dei bambini che dei genitori. Una mania che è stata presa in giro pure da South Park in uno dei loro episodi migliori: Chinpokomon. Ma non può essere solo per questi fattori che il cartone dei mostriciattoli ha avuto questo straordinario successo.
Ovviamente, gli anni si fanno sentire sui primi episodi della serie: si vede che era un prodotto creato principalmente per bambini, fatto per vendere i videogiochi e tutto il relativo merchandise. Tuttavia, sarà la nostalgia o sarà la semplicità efficace del cartone, ma innegabilmente riesce a intrattenerti. Inoltre, non dimentichiamo che proprio i Pokémon, volenti o nolenti, hanno aperto a molti di noi le porte dell’animazione giapponese, quando ci bastava vedere degli animali che si menavano ed eravamo tutti contenti, e non stavamo a discutere se gli anime inneggiassero alla pedopornografia o al satanismo. Ma la cosa migliore nel rivedere questi episodi – come ha detto Yotobi in uno dei suoi ultimi video – è il cuore.
Nel rivedere la serie dopo anni, quello che colpisce di più sono i vari personaggi: avranno i loro difetti, ma sono stranamente umani. Un esempio su tutti è rappresentato dal rapporto tra il protagonista, Ash Ketchum, e il suo Pikachu. Tutti ce li ricordiamo come grandi amici, ma all’inizio della prima puntata Ash non sta affatto simpatico al piccolo pokémon giallo, anzi: viene fulminato pure più volte, ma questo non fa che rendere più forte la loro amicizia.
In seguito, Ash è stato preso molto in giro dagli spettatori cresciuti, sul fatto di essere un bambino piagnucolone e che non cresce mai. Ma Ash ha funzionato proprio per questo. Lui non era un normale bambino di undici anni, lui era Il Bambino di undici anni. Ash rappresentava lo spettatore, il bambino che guardava la televisione e che si sarebbe comportato proprio come il protagonista se solo fosse stato anche lui in quel mondo.
A vederlo dopo anni, il cartone animato dei Pokémon ha molti difetti, ma nonostante tutto si lascia ancora vedere, grazie all’animazione molto buona ma anche grazie alla nostalgia. Se volete fare un tuffo nel passato, recuperate la serie su Netflix, anche se è in una versione rieditata rispetto a quella italiana e dunque più simile alla versione americana. È piuttosto simile a quella che è stata vista su Italia Uno, ma ha anche molte differenze, tra cui quella che può far storcere il naso ai più appassionati: la sigla di Giorgio Vanni – quella che fa «tosti e prorompenti, tutti differenti…» – non c’è, ed è stata sostituita da una versione italiana della sigla americana.
Ha cominciato a scrivere a 12 anni per il giornale della parrocchia. Poi per qualche strano motivo, è finito a scrivere su Imdi dopo la classica adolescenza complicata. Studente universitario, admin a tempo perso di Matthew Mr. Renzie e appassionato di cinema, musica, serie tv, fumetti, cultura pop e tante altre cose che non stiamo a dire che senno non è più una descrizione dell'autore ma diventa una biografia.
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