Prima di rispondere alla domanda che avrà portato qui migliaia di nerd è bene fare una premessa: nel mondo di “Her” la Apple ha vinto. E no, non mi riferisco alla voce-intelligenza artificiale protagonista del film che potrebbe ricordare Siri, ma al mondo minimale e tecnohipster che Spike Jonze ha creato. Le persone indossano indumenti di massimo due colori differenti, esclusivamente senza cintura perchè i pantaloni stanno su da soli, mangiano in modo sano e si muovono in ambienti minimal dove niente è fuori posto o inutile. Le città, i treni, gli uffici, le case: tutto è ordinatissimo, ma sopratutto, SOPRATUTTO, TUTTI-SONO-DEI-CREATIVI!
L’unico lavoro concepito e visualizzato è quello di chi crea. Documentari, film, lettere, libri, app: non ha importanza, nel mondo di Her o sei un creativo o servi il cibo. Fine.
Gli apparecchi tecnologici sono standardizzati in modo da potersi trasferire dati e interagire senza alcun conflitto, schermi piatti e senza cavi su cui le finestre scorrono con una fluidità perfetta. Niente crash, adattatori, incompatibilità. E’ come se ogni cosa obbedisse allo stesso sistema operativo (e il povero Steve Jobs è morto prima di veder realizzato il suo sogno –sigh).
Ecco, i sistemi operativi: la trama è molto semplice e li riguarda da vicino. Un uomo triste e abbandonato, Theodore, finisce per innamorarsi del sistema vocale che aveva acquistato per farsi assistere, “Samantha“, interpretata in lingua originale da Scarlett Johansonn (se andate a vederlo non fate l’errore di perdervela).
Tutto il resto è contorno, sono dialoghi abbastanza vuoti con altri esseri umani, e una vita normale, da impiegato scrittore di lettere per persone che non hanno più il tempo o la fantasia di farlo in modo autonomo.
Se letta così può sembrare una trama piuttosto vuota e inconsistente, il film al contrario offre vari spunti di riflessione sulla direzione in cui ci stiamo muovendo: i rapporti sempre più mediati e blablabla, l’incomunicabilità tra persone e blablabla, la possibilità di dotare di coscienza un sistema operativo e blablala. Tutti elementi che contribuiscono a rendere più denso il film, e farvi uscire dalla sala pensierosi.
In un’epoca così drammatica per quanto riguarda le relazioni tra umani, inquadrati in vite sempre più piene di impegni e stimoli, la possibilità di trovare qualcuno che finalmente è capace di ascoltarti e aiutarti nelle faccende quotidiane diventa un vero punto di svolta. “Lei” cambia realmente la vita a lui, che essendo già vulnerabile se ne innamora. Torniamo quindi alla domanda di apertura e al nodo centrale della pellicola: la possibilità di avere rapporti sessuali con un’automa (e se per voi è argomento di fantascienza vi consiglio di leggere questo articolo). Ci riescono? Beh sì, a suo modo… ma non posso essere io a raccontarvi questo, insomma: se è questa la vostra curiosità dovrete andare a vederlo!
Io vi lascio con tre motivi per non farlo:
E tre per andarci subito:
Detto questo: buona visione (se vi ho convinto!)
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