“Un aereo con 81 persone a bordo, tra le quali i componenti della squadra di calcio della serie A brasiliana Chapecoense, s’è schiantato mentre tentava un atterraggio di emergenza ieri sera vicino alla città colombiana di Medellin. Il bilancio della tragedia è di 75 morti e 6 sopravvissuti.” Il destino ha voluto rifare il suo gioco.
La Chapecoense o “La Chape”, come dicono in Brasile, è un club giovane nato nel 1973 dopo la fusione tra Atlético Chapecoense e l’Independente di Chapecò. Fino al 2011 la società ha vivacchiato nella terza divisione brasiliana ma in seguito ad un programma di investimenti mirati e tanti buoni giocatori sono arrivate le promozioni prima nella serie B brasiliana e in fine in Série A dove nel 2014 a sorpresa si è portato in seconda posizione alla spalle del Palmeiras guadagnandosi l’accesso alla massima Serie Brasiliana. Lo scorso anno La Chape si era guadagnata l’accesso alla Copa Sudamerica (l’equivalente della nostra Europa League), sconfiggendo squadre come l’Indipendente e il San Lorenzo e raggiungendo una storica finale che si sarebbe giocata contro l’Atletico Nacional.
La Chapecoense non era però una squadra di campioni ma una compagine che puntava molto sul collettivo. Lo stesso collettivo che aveva dimostrato più volte di saper giocare bene soprattutto in contropiede. Adesso la Chape prenderà in contropiede anche la morte e, come fatto precedentemente dal grande Toro e dal Manchester United, saprà rialzarsi. Grazie ad un patto stipulato tra tutti i club brasiliani le “furie verdi” avranno a disposizione alcuni giocatori concessi da altre squadre e saranno esclusi dalle dinamiche di retrocessione per tre anni. Anche l’Atletico Nacional ha chiesto alla Conmebol che il trofeo venga assegnato alla Chape.
Tra i sopravvissuti allo schianto ci sono tre giocatori, un tecnico, un giornalista e una hostess. Il primo dei sopravvissuti, Alan Ruschel, è arrivato in ospedale cosciente ma in stato di shock e adesso rischia di diventare tetraplegico ma non ha riportato problemi celebrali. Il secondo portiere Jackson Follman invece ha subito l’amputazione di entrambe le gambe mentre per quanto riguarda Hélio Zampare Neto non si hanno notizie.
Ovviamente non possiamo non citare i precedenti storici. Il Grande Torino ha subito la stessa sorte quando il Fiat G.212 della compagnia aerea ALI si schiantò contro il muraglione del terrapieno della Basilica di Superga, non lasciando sopravvissuti tra i giocatori del club, in quegli anni per distacco la squadra più forte d’Italia. Oltre al Torino anche il Manchester United ha subito più o meno la stessa sorte. Il 6 febbraio del 1958, in seguito alla vittoria sulla Stella Rossa alle 15.04, il volo 609 della British European Airways non riuscendo a decollare a causa delle condizioni climatiche colpì prima le recinzioni dell’aeroporto poi una casa ad esso adiacente e in fine prese fuoco uccidendo 24 persone tra cui 8 giocatori. Un avvenimento similare colpì anche I “The Stongest” (squadra di calcio boliviana) e l’ Allianz Lima (la squadra più titolata del Perù).
Adesso non sappiamo cosa potrà accadere ma ci auguriamo tutti che la Chape, proprio come la fenice, risorga dalle proprie ceneri e che riesca ad onorare quei ragazzi che avevano compiuto un vero e proprio miracolo sportivo.
Per chi masticasse un po’ di spagnolo qui c’è una diretta sulle notizie riguardanti la squadra e i giocatori.
18 anni, appassionato di motori e tifoso della Fiorentina, aspirante giornalista sportivo, una volta ho preso 8 a Latino.
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