In quanto a panzane e proclami nonsense Beppe Grillo non è secondo a nessuno; nonostante questa cosa non mi meravigli ormai più di tanto, mi piace soffermarmi saltuariamente sulle sue dichiarazioni più divertenti, giusto per rovinarmi la giornata. Oggi ho deciso di analizzare una delle sparate che più mi ha colpito in passato:

«L’Europa va ripensata. Noi consideriamo di fare un anno di informazione e poi di indire un referendum per dire sì o no all’Euro e sì o no all’Europa».

“Che cazzo dico?”

Così diceva l’incazzatissimo Beppe in un comizio a Mirandola (in quel di Modena) quando il M5s aveva ancora un briciolo di credibilità e forza (si era fra le trionfali Politiche e le disastrose Regionali). Il suo obiettivo era, sempre a suo dire, quello di avviare un “percorso guidato” della durata di un anno (una sorta di seminario per scolaretti) basato su dibattiti a tema con l’obiettivo di istruire gli italiani sul tema e portarli a votare più consapevoli, senza strumentalizzazioni politiche: a tal proposito, Grillo dichiarava: «Sull’Euro e sull’Europa gli inglesi ci insegnano la democrazia. Nessun partito può arrogarsi il diritto di decidere per 60 milioni di persone».

Tralasciando l’ignoranza della Costituzione, ormai una costante nelle dichiarazioni del principe della demagogia, palesata dal non sapere che il referendum sui trattati europei non si possa fare (nonostante proprio due giorni fa qualche senatore, dopo anni di elucubrazioni, abbia tentato di trovare un sistema per aggirare la norma…), l’uscita dall’Euro appare estremamente difficile sia per fattori endogeni, come la pesante richiesta energetica (prevalentemente Gas) e materie prime del nostro Paese che ci costringe a importare grandissimi quantitativi di energia dall’estero, ed esogeni, come l’inflazione e l’instabilità economica che deriverebbero dal repentino ritorno alla Lira. Uscire dall’Euro sarebbe un duro colpo soprattutto per le fasce più povere della popolazione (dove, curiosamente, si annida la grande maggioranza degli adepti del Grillismo), per le piccole e medie imprese (per le quali i grillini tanto si prodigano) e per le nostre esportazioni che, con la svalutazione e l’oscillazione della Moneta, sarebbero soggette a speculazioni e subirebbero un crollo vertiginoso. L’esempio dell’Argentina, paese eretto a modello dello sviluppo economico dal comico genovese e dai suoi seguaci, e del suo recente ennesimo fallimento economico (o presunto tale), deve essere da monito.

Ogni commento è superfluo.

Il Vate del MoVimento sbaglia non solo nei modi, ma anche nella sostanza della sua critica; ciò su cui si dovrebbe lavorare non è la permanenza o meno nell’Euro (e nell’Europa): si dovrebbe cercare di attuare una reale unità economico-finanziaria dell’Unione Europea, dove in questo momento l’egemonia tedesca sta mettendo in serio pericolo la stabilità degli altri Stati membri: si deve lavorare agli “Stati Uniti D’Europa”: creare una vera Banca Centrale Europea, un governo sovranazionale con poteri effettivi e soprattutto un debito condiviso da tutti gli Stati “confederati”. E, magari, smetterla di dire cazzate.