La Juventus si ritrova al termine del doppio confronto con il Barcellona in una situazione esaltante: 551′ di porta inviolata in Champions, nessun gol preso dai marziani della MSN e la consapevolezza di essere davvero la favorita del torneo.
Il turning point della stagione bianconera è stato dettato dal cambiamento di modulo adottato nella partita contro la Lazio, il 22 gennaio. Cinque giocatori offensivi in campo nello stesso momento (Higuain, Mandzukic, Dybala, Cuadrado, Pjanic) sembravano un rischio enorme. Il risultato è stato quello di dimostrare che la fase difensiva non è altro che un sottile equilibrio tra le attitudini dei singoli giocatori ed il sacrificio della squadra intera. Mandzukic è stato chiamato a diagonali difensive inedite, Higuain e Dybala i primi a chiamare il pressing in uscita sui difensori, Cuadrado a contenere il gioco a terra del portiere avversario. Anche qui è chiara la distanza abissale di mentalità di una squadra che in campionato, da cinque stagioni, fa terra bruciata.
Dal punto di vista finanziario l’azienda Juve continua a funzionare. Solo da gennaio ha fatto registrare un clamoroso +142% in borsa. E dopo l’impresa al Camp Nou i grafici continuano a puntare verso l’alto. Il calcio italiano, da sempre tacciato di essere troppo tattico e difensivista, ha avuto in questo ultimo scorcio di stagione la prova lampante che si può difendere in avanti ed essere pericolosi ad ogni ripartenza, senza soffrire (chiari i riferimenti a Sacchi e alla sua fase di non possesso).
Sostenere che i bianconeri abbiano la difesa più forte d’Europa è ormai lampante. Vediamo però singolarmente da chi è composta e in che condizione arriva al rush finale.
Non è chiaro se Barzagli stia attraversando l’inevitabile fase discendente della propria carriera. Il nuovo modulo (dal 3-5-2 al 4-2-3-1) l’ha spinto in panchina relegandolo ad essere il primo cambio designato nei momenti di maggiore sofferenza. La sensazione è che trasmetta meno sicurezza del solito, nonostante sia ancora uno dei giocatori più affidabili nel suo ruolo.
L’irruenza di Chiellini è da sempre il suo miglior pregio e il suo peggior difetto. Contro il Barcellona nel doppio confronto è risultato semplicemente il migliore arginando Suarez e non lasciandogli il tempo di girarsi fronte alla porta. Basterebbe solo questo per metterlo al primo posto nella virtuale classifica delle prestazioni individuali dell’ultimo anno. È ruvido e scomodo da superare nonostante non faccia della velocità la sua arma migliore. Sicuramente in crescendo rispetto alla scorsa, opaca, stagione.
Sono lontani i tempi delle ‘Bonucciate’, quando ogni pallone che toccava sembrava destinato a finire sui piedi dell’avversario nel peggior momento possibile. Bonucci è riuscito a far suoi i proprio sbagli tramutando le giocate pericolose in difficili disimpegni volti a far ripartire in maniera appropriata l’azione offensiva. Il lavoro svolto dal suo mental coach è davanti agli occhi di tutti: Bonucci è diventato leader carismatico sia della difesa Juventus che della Nazionale.
All’inizio della stagione è stato il prescelto da Allegri per non essere inserito nella lista Champions. Si è guadagnato l’inserimento nella stessa a Gennaio, dopo prestazioni convincenti e sgaloppate sulla fascia che sembravano ormai solo dei ricordi delle prime stagioni di matrice Contiana. Con il nuovo modulo si è ritrovato ancora indietro nelle gerarchie. Probabilmente continuerà a dar fiato a Cuadrado, quando Dani Alves verrà avanzato sulla linea dei trequartisti.
Un altro capolavoro di Allegri è quello di aver trasformato Alex Sandro nel miglior terzino sinistro del campionato. La sua fase difensiva è migliorata in maniera esponenziale, pur lasciandolo libero di continuare a spingere. Le sue continue sovrapposizioni consentono a Mandzukic di potersi accentrare più liberamente per ispirare le giocate a rimorchio dei centrocampisti e per Dybala. Impressionante per continuità di rendimento. Vedere le diagonali difensive su Messi per credere.
Rugani è uno di quei giocatori che giocherebbe titolare in qualunque altra squadra di Serie A. Il problema è che davanti a sé ha tre giocatori come Barzagli, Bonucci e Chiellini. Stagione senza voto. Innegabile che stia crescendo all’ombra dei migliori, ma farà bene alla sua carriera?
Se Rugani è il quarto difensore nelle gerarchie di Allegri, Benatia è diventato di conseguenza il quinto. Arrivato in pompa magna in prestito dal Bayern non ha saputo imporsi in campionato. Complici la Coppa d’Africa, le prestazioni della BBC e i soliti guai fisici si è trovato spesso in panchina. Che il turnover possa giovargli?
Destinato ad una stagione da protagonista, si è trovato nella prima parte a dover lasciare il posto a Lichtsteiner, salvo poi riprenderselo dopo il cambio di modulo. Abbina prestazioni di qualità a sviste assolutamente evitabili. Ciò che ha portato alla Juve è la mentalità del vincente che ha ancora voglia di mettersi in gioco. Basti vedere la voglia che ha messo nel doppio confronto con i suoi ex compagni catalani.
Anche questo concorre a fare della Juventus una società all’avanguardia anche dal punto di vista della programmazione.
Ciò che aspetta i bianconeri è la sfida più difficile: sublimare queste prestazioni nella vittoria della tanto desiderata Champions.
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