Non voglio soffermarmi per l’ennesima volta sulla questione delle morti famosi, del BLEC HUMUS LOLOLOL e di tutto quel che ne riguarda: ci ho fatto pure un video sul nostro bellissimo canale Youtube, e trovate già un mio articolo sul tema e un altro della sempre puntuale Yvonne.
Sulla questione Piermario Morosini, in sintesi mi sono trovato a rageare per l’ennesima volta non tanto per la prevedibile santificazione del morto di turno su Facebook, quanto per l’elaborata strategia di becchinaggio attuata da giornali online e vip di vario genere. Lo so che c’era da aspettarselo, ma non riuscirò mai a farmene una ragione.
Senza voler scrivere un’articolo di RRRRRRRAAAAAAGEEEEEEE o di BAWWWWWWWWWWWW, mi limiterò a una considerazione meramente semantica, ambito che più mi appartiene.
Scrive di Piermario Jovanotti sulla sua pagina Facebook:
Ho saputo che Piermario Morosini era un mio fan,che amava la mia musica,che era stato ai miei concerti.Ho saputo che la sua giovane vita non è stata facile,per niente,anche se faceva un mestiere che di solito fa rima con fortuna,gioia,potere,diver
Ciao Piermario!
Il coccodrillo dell’autore di capolavori come Ciao mamma, guarda come mi diverto ha registrato al momento oltre 34mila likes e 4000 condivisioni (non ho voglia di controllare su twitter ma credo che anche li ci siano >9000 retweets), oltre alla menzione sulla home del prestigiosissimo portale di informazione Repubblica.it e non so quanto altro feedback (a cui, deh, si aggiunge pure questo stesso articolo).
Qualche considerazione:
– Ehi, Jova, ti svelo un segreto: dopo la virgola ci vuole uno spazio.
– Jovanotti fa il coccodrillo a una persona che non conosceva assolutamente (e ci credo, quanti conoscevano Morosini prima che morisse?) perché pare che fosse suo fan. Perché fare ciò? Beh, il clamoroso feedback ricevuto è la risposta. O almeno, non vedo altre risposte possibili.
– Lo ringrazia perché all’improvviso lo ha fatto sentire parte del suo mondo. Grazie Piermario per essere crepato, così Lorenzo Cherubini ha potuto riflettere, in modo molto approssimativo, sul fatto che fare il calciatore professionista possa non essere solo rose e fiori.
– Il solito stucchevole positivismo e ottimismo ad ogni costo di Jovanotti, riciclato con le stese formule efficaci, per una circostanza fresca e quantomai opportuna (la morte di un tipo prima sconosciuto, a Jova e a gran parte d’Italia).
– Jovanotti, a parte la virgola dopo i punti, sa evidentemente convogliare un messaggio in modo molto efficace, e l’isotopia (ridondanza lessicale) che emerge prepotentemente dal testo è quella di una delle poche espressioni desuete che Cherubini non cita: “persona morta che amava la vita”. Ma che cazzo vogliono dire “celebrarla, questa vita”, “positività”, “sorridente, anche quando il cuore è al limite” (uscita di cattivo gusto questa, se vogliamo, e pure falsa, dalle foto non ci ho visto nessun sorriso)??? Che Piermario quando si alzava al mattino si limonava la caffettiera e il tostapane urlando “Sì! Che bello! Un’altra giornata di questa fantastica vita!”, e quando giocava a calcio, andava in bagno o sperimentava che tragedie che purtroppo gli sono capitate (prima della morte) lui sorrideva, ottimista, entusiasta, ascoltando ovviamente a palla Jovanotti e dicendo “Sì, che bella la vita!!!”.
Boh, io non posso insegnare niente a nessuno, dico solo che di persone che “amavano la vita”, nel senso che si vuole intendere ogni volta che muore qualcuno di famoso, io non ne ho mai conosciute. Poi sarò stato sfigato io, non lo so.
Chiudo con una pic slightly related, today’s my birthday! Ma quando è suonata la sveglia non sono comunque uscito dal letto con quell’entusiasmo.
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