Ad oggi, il Milan vive una situazione un po’ simile ai personaggi di un’opera teatrale di Samuel Beckett, Waiting for Godot. Ovviamente paragonare questo tanto vituperato closing di trattativa sportiva al teatro dell’assurdo è abbastanza campato in aria. Per certi versi però la stessa assurdità della vicenda ironicamente rende l’idea di cosa sta passando il tifoso milanista in questo momento.
In origine fu Bee Taechaubol, broker thailandese che faceva da garante ad una cordata di compratori cinesi interessati ad acquistare il Milan. Disse anche che nonostante avesse avuto l’opportunità di comprare squadre inglesi, l’unico interesse di Bee e della cordata era comprare la squadra rossonera. Come andò a finire? Dopo che la trattativa con Mr. Bee saltò, il Milan fu nuovamente vicino alla cessione: sempre vivo l’interesse dei cinesi del gruppo Alibaba. Jack Ma ed il suo gruppo, tra l’altro leader di e-commerce in Cina, come da professione rifilò il più classico dei pacchi al numero 8 di via Aldo Rossi citofonando a Casa Milan, facendo sfumare nuovamente le speranze di un cambio societario.
Avendo scartato l’ipotesi Alibaba Group, il Milan si ritrovò al centro delle trattative attirando l’interesse del fondo d’investimento GSR Capital. Questa fase fece da prologo alle notizie più recenti, dal momento che nello stesso gruppo di eventuali compratori interessati vi era Yonghong Li, quello che ad oggi è il più vicino a essere il nuovo proprietario del Milan. Esponente del gruppo Sino Europe Sports, annunciò l’acquisizione della maggioranze dei rossoneri per il 3 marzo. Ovviamente, questa data non è stata rispettata dal gruppo, il quale ha chiesto ancora del tempo per poter racimolare i fondi necessari alla chiusura della trattativa.
Dalla parte di Fininvest però c’è sì la volontà di aspettare Sino Europe Sports, ma dall’altra le due società non hanno più un vincolo contrattuale: tradotto in parole povere, se un eventuale compratore decidesse di inserirsi nella trattativa, potrebbe stringere un accordo con i venditori a scapito di Yonghong Li.
In settimana invece – sempre a proposito di trattative e di closing – Maurizio Zamparini, un po’ a sorpresa si è dimesso come presidente del Palermo, annunciando il 27 febbraio che a distanza di due settimane ci sarebbe stato il nome del nuovo proprietario della squadra rosanero. Chiudendo la parentesi Palermo, ovviamente l’augurio è che la vicenda closing della trattativa del Milan possa avere un epilogo diverso rispetto a Waiting for Godot: è risaputo che alla fine quest’ultimo non arriva.
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