Se in un’altra vita foste stati un operaio inglese della seconda metà del Novecento, probabilmente non avreste amato il giorno di Natale. Per tutto il mese, le temperature progressivamente più basse vi avrebbero gelato le ossa durante gli interminabili turni lavorativi. Sulla strada verso casa, avreste guardato le vetrine dei negozi di giocattoli, calcolando a mente quanto e cosa togliere dalle spese quotidiane per permettervi un regalo per vostro figlio; e sarebbero bastati pochi minuti a concludere che quei conti non c’era verso di farli quadrare. Ma è il 1960: da diverso tempo, Boxing Day significa sport; e lo sport, specialmente il calcio, è ancora della gente.
Il biglietto più costoso per veder giocare il Manchester United è di 40 pennies. Boxing Day significa giorno di ferie e First Division football (siamo 62 anni in anticipo sulla Premier League): che bel regalo sarebbe, andare insieme alla partita! Da qualche anno non si gioca più a Natale, ma il 26 scendono in campo tutte le squadre del paese, anche quelle delle serie inferiori. Sky non c’è ancora – nemmeno la TV a colori – le brevi distanze consentono agli spettatori di assistere alle partite senza spostarsi troppo da casa; non sono tutti derby cittadini, ma poco ci manca. Il clima è festivo, gli umori sono alti. Sugli spalti si canta un po’ più del solito ed anche i calciatori sono in vena di regali: nel leggendario Boxing Day del 1963 furono segnati 66 gol in 10 partite.
Oggi, la tradizione del Boxing Day resiste ancora, seppur con qualche variazione. Le partite sono dilazionate tra il 26 e il 27, così da registrare il maggior share possibile; se il tifoso tarda a sedersi al proprio posto, viene prontamente allontanato dallo stadio; la distanza tra le città delle squadre coinvolte non è più presa in considerazione – come nel match tra Swansea e West Ham di quest’anno. Questo, però, non è più un problema, dato che l’esorbitante prezzo dei biglietti, oggetto da anni delle proteste del tifo inglese, ha tolto dagli spalti gran parte della gioventù locale per lasciare spazio ai turisti ben disposti a vuotarsi le tasche. La maggior parte degli inglesi seguirà il Boxing Day al pub, dove, paradossalmente più che negli stadi, lo spirito antico del football popolare resiste ancora.
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