Ieri sera, su Rai 1, sono stati trasmessi i primi due episodi della nuova serie anglo-italiana I Medici, incentrata sull’ascesa al potere della famiglia dei Medici nella Firenze del ‘400.
I Medici non è solo una fiction come tante altre: per l’Italia, è un’occasione per levarsi di dosso la brutta nomea di cui da tempo patisce la fiction targata Rai. Negli anni, Rai e Mediaset hanno creato serie con un ottimo successo di pubblico – sopratutto da parte di quello più generalista – ma spesso stroncate dalla critica e segnate dall’indifferenza da parte dei giovani, più appassionati alle serie straniere. Mentre la Rai produceva Don Matteo, infatti, in America e in Inghilterra avveniva il rinascimento delle serie TV, in cui i vari network sperimentavano e osavano, riuscendo a creare serie di successo che avessero qualcosa da dire, ma soprattutto che fossero dotate di una loro poetica, e che non agissero più soltanto come semplici tappabuchi. Per non parlare di Sky, che in dieci anni ha creato molte serie di qualità, capaci di reggere il confronto con l’America – si pensi a titoli come Boris, Gomorra o Romanzo criminale.
Fin dalle prime puntate de I Medici, si nota bene come questa volta la Rai abbia puntato alla qualità: un cast internazionale con grandissimi nomi, un utilizzo degli stessi luoghi dove avvennero i fatti storici raccontati (in primis la Toscana e Roma), una precisa ricostruzione storica, un uso sapiente della regia e della fotografia. Per non parlare poi della presenza, tra gli autori della serie, di Frank Spotnitz, autore e mente di X-Files, e della regia affidata a Sergio Mimica-Gezzan, che ha lavorato come assistente alla regia per Spielberg e che ha girato episodi di grandi serie come Prison Break, Battlestar Galactica e Heroes.
Le aspettative erano sicuramente alte, ma alla fine, dopo la visione dei primi due episodi, si può dire che I Medici meritassero tutto questo hype? La risposta, anche se prematura visto che siamo ancora all’inizio della prima stagione, propende decisamente per il sì.
La prima cosa da notare è senz’altro la chiara ispirazione alle produzioni d’oltreoceano, e sopratutto a quelle del canale HBO con la sua Game of Thrones: una serie, questa, che si presta bene a molti paragoni con I Medici, fosse anche solo per via di Richard Madden, famoso per essere stato Robb Stark nella nota serie fantasy, che in questa serie interpreta Cosimo de’ Medici. Ma I Medici ha molte altre cose in comune con Game of Thrones, tanto che potrebbe quasi sembrare una versione italiana, seppure edulcorata e senza draghi. Inoltre, le scene di sesso e di violenza non mancano, e sono di sicuro inaspettate in una produzione Rai.
Uno dei principali punti a favore di questa serie risiede nella narrazione. Di solito le fiction Rai storiche, sopratutto quelle biografiche, presentano una narrazione lineare, che si occupa di raccontare un evento dopo l’altro più che di approfondire i personaggi, quasi fosse una pagina di Wikipedia piuttosto che una vera e propria serie TV. I Medici, al contrario, vanta un intreccio tutt’altro che lineare, in cui il governo di Cosimo de’ Medici – dopo la morte del padre Giovanni – si intervalla con la vita del giovane Cosimo, attraverso un sapiente uso del flashback. Anche la regia è buona, nonostante pecchi di coraggio, e valorizza appieno tanto gli attori quanto le location: si vede che questo aspetto è stato molto curato, e lo stesso si può dire della sceneggiatura, anche se il primo episodio parte più lentamente rispetto al secondo.
Il cast, poi, è di tutto rispetto, a partire dal già citato Richard Madden, che recita bene anche se non regge il confronto con Dustin Hoffman, decisamente in forma nel ruolo di Giovanni de’ Medici, diviso tra la figura di padre/mentore e quella di potente politico. Molto interessante risulta infatti il rapporto fra il padre, Giovanni, e il figlio, Cosimo, in cui entra in conflitto l’anima da artista ribelle del figlio e il volere del padre di farlo diventare un banchiere. Promette bene anche la relazione tra i due fratelli, Cosimo e Lorenzo. Un’altra grande tematica di questa serie, come si può evincere già da questi primi due episodi, è il potere – argomento caldo anche nella serialità americana e nostrana, tra House of Cards e Gomorra – sopratutto nelle scene in cui Cosimo deve risolvere i problemi di famiglia durante la guerra tra Lucca e gli Sforza. Anche i vari attori italiani non sfigurano, anche se è troppo presto per dare giudizi precisi. Incuriosisce, in particolare, Alessandro Preziosi nel ruolo di Brunelleschi.
Ottime, infine, le colonne sonore, che mescolano la musica rinascimentale con l’elettronica, un genere mai sentito nelle precedenti produzioni Rai. In conclusione, I Medici si ispira sì alle grandi serie americane, anche grazie alla produzione internazionale, ma senza scimmiottarle. Per la Rai, questa potrebbe essere la volta buona per diventare un canale importante: si auspica, naturalmente, che questa non sia solo un’eccezione ma un nuovo standard. I Medici ha già avuto un buon successo di share, sfiorando il 30%, con quasi otto milioni di spettatori, superando addirittura di due milioni la partita di calcio Juventus-Lione trasmessa da Canale 5. A quanto pare, I Medici è nata veramente sotto una buona stella. In definitiva, questa produzione promette veramente tanto, e di sicuro è una serie da continuare, nella speranza che i prossimi episodi siano una conferma di questa nuova qualità.
Ha cominciato a scrivere a 12 anni per il giornale della parrocchia. Poi per qualche strano motivo, è finito a scrivere su Imdi dopo la classica adolescenza complicata. Studente universitario, admin a tempo perso di Matthew Mr. Renzie e appassionato di cinema, musica, serie tv, fumetti, cultura pop e tante altre cose che non stiamo a dire che senno non è più una descrizione dell'autore ma diventa una biografia.
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