Dal giorno della pubblicazione del primo capitolo, nel lontano 2007, la saga di Bioshock ha incollato allo schermo migliaia di videogiocatori.
Tre diversi videogiochi hanno affermato la fortuna del brand e fatto entrare personaggi , buoni e cattivi, nell’immaginario collettivo dei videogiocatori, portando la 2K a pubblicare una versione remastered della serie per il Settembre di quest’anno.
Ma quali caratteristiche, quali peculiarità hanno portato questa saga a tali vette di popolarità?
Scopriamolo insieme, cercando, con uno sguardo generale, di dare un’idea dei possibili fattori che hanno portato alla consacrazione di questi giochi come capisaldi del settore videoludico.
Benvenuti a Rapture
Quando mamma e papà mi misero su un aereo, per andare a trovare mio cugino in Inghilterra, mi dissero: “Figliolo, tu sei speciale, sei nato per fare grandi cose”. Sapete una cosa?
Avevano ragione.
Iniziano con queste parole, un faro e un incidente aereo, le peripezie di un uomo destinato a sprofondare nell’abisso, non solo fisico ma anche morale, e destinato a uscirne cambiato.
Il nostro protagonista, di nome Jack, unico superstite dello schianto, raggiunge il faro trovando al suo interno una batisfera; questa sarà la sua porta d’ingresso verso la futuristica città sottomarina di Rapture.
Inizialmente concepita come una città utopistica dal suo fondatore, Andrew Ryan, essa accoglieva persone accuratamente selezionate per le loro capacità ed era basata su idee individualiste e capitaliste. Nonostante però queste premesse, il sistema su cui la città si fondava degenerò rapidamente in un’imponente sperequazione sociale: a una schiera di disperati nullatenenti si contrapponeva una minoranza elitaria.
In questo scenario di malcontento generale apparve la figura di Frank Fontaine, criminale ossessionato da Rapture, che tramite sordidi traffici con l’esterno emerse come un benefattore fra la popolazione, costruendo alloggi e donando cibo.
Il suo team di ricerca scoprirà poi l’ADAM, una sostanza capace di ricombinare il codice genetico umano potenziando l’utilizzatore e con un alto tasso di dipendenza, altro mezzo per controllare una buona fetta della popolazione; plasmidi contenenti questa sostanza furono immessi sul mercato di Rapture aumentando ancor più i numeri e le forze della fazione di Fontaine, generando una vera e propria guerra civile fra lui e Ryan.
Vi fu però uno strascico ben più grave e tragico riguardo l’ADAM.
L’utilizzo di questa sostanza divenne, infatti, massiccio e questo ne generò una richiesta altissima; il team di ricerca a quel punto (capeggiato dalla dottoressa Tanenbaum) ebbe un’idea terribile e funzionale allo stesso tempo: impiantare le lumache di mare, da cui l’ADAM proviene, nello stomaco di bambine (rapite appositamente da dormitori e orfanotrofi) trasformandole in strumenti per la raccolta dell’essenza, che sarebbero state poi chiamate Sorelline.
La guerra civile terminò con la morte di Fontaine, cui seguì l’ascesa di un eroe del popolo, Atlas, il quale cominciò la sua resistenza contro Ryan, che con la morte di Fontaine aveva acquisito il controllo dell’ADAM.
Questa situazione di guerra aperta portò Ryan a sigillare le entrate di Rapture e instaurare la legge marziale, trasformando Rapture in un inferno sottomarino, e creando i Big Daddy (reietti e avanzi di galera barbaramente modificati a livello genetico) per proteggere le Sorelline.
In questa situazione entra in scena Jack.
Con Atlas a farci da guida per Rapture e Ryan segregato nelle sue stanze private, il giocatore si muoverà quindi in un ambiente oscuro e distopico, pieno di figure umanoidi orribilmente sfigurate e che riecheggia delle sinistre risate fanciullesche delle Sorelline, il cui suono ci riempirà di terrore: il terrore di incontrare il mostruoso Big Daddy loro accompagnatore.
È interessante notare come Bioshock sia un FPS e contestualmente anche un survival horror con una base a livello narrativo e di gameplay molto solida e variegata che nasconde però dei sottintesi e delle sottotrame molto interessanti dal punto di vista simbolico e critico.
Pur avendo elementi di gioco tipici del filone cui appartiene: un vasto arsenale bellico di cui disporre e poteri di varia natura (derivati dai plasmidi) ai quali attingere,a questo si aggiungono un contesto e dei significati simbolici profondi che hanno fatto la fortuna del titolo.
La stessa storia di Rapture può essere, infatti, vista come un attacco alla società americana, che si fonda sulle stesse premesse ideologiche della città sottomarina: capitalismo e culto del singolo.
Oltre al dilemma etico della scelta sul destino delle Sorelline (salvarle o ucciderle) non bisogna minimizzare la figura del Big Daddy: padre ebete e geneticamente indottrinato che ha nella protezione di quelle “figlie” non sue la sua unica ragione di vita e che noi crudelmente uccidiamo per una ragione materiale ed effimera (l’ADAM) nonostante egli sia privo di colpa e nutra, forse, un primitivo amore per le bambine.
Il primo capitolo della saga propone quindi un’idea di base molto affascinante e la struttura in maniera eccelsa, creando un solido piedistallo per i capitoli futuri.
Ritorno a Rapture
Sono passati dieci anni, Soggetto Delta, da quando ti ho visto puntarti la pistola alla testa e premere il grilletto. Ma fatti coraggio: dalla tua morte è nato il paradiso.
Vorrei solo che capissi che quello che ho fatto sia un atto d’amore.
Il secondo capitolo della saga inizia all’incirca otto anni dopo il finale del primo Bioshock.
Si indosseranno i panni un Big Daddy della serie Alfa, denominato Soggetto Delta, che dieci anni prima dell’inizio del secondo capitolo fu costretto al suicidio dalla madre della Sorellina che gli era stato ordinato di proteggere.
Al suo risveglio egli trova Rapture in uno stato di totale abbandono e caos con i sempre meno umani ricombinanti intenti a battagliare fra loro per il controllo delle rovine della città sottomarina.
In questo scenario confuso e apocalittico emerge la figura di Sofia Lamb, psicologa assunta da Ryan per curare la popolazione di Rapture, stressata dall’isolamento e dalle ricombinazioni, che contrappone all’individualismo del fondatore una visione comunitaria e collettivista della società atta a un risanamento della stessa; questo fa sì che la dottoressa raccolga sotto di sé un nutrito seguito di ricombinanti e disperati di vario genere.
Caso vuole inoltre che la psicologa sia la madre della nostra sorellina, Eleanor, che ci aveva spinto al suicidio.
Il Soggetto Delta partirà quindi alla ricerca di sua “figlia”, apparentemente guarita dalla maledizione dell’ADAM, guidato unicamente dal suo istinto paterno (instillatogli tramite modifiche genetiche) e incurante dei pericoli di questa Rapture allo sfacelo, mosso soltanto da questo istinto atavico di protezione.
È interessante quindi notare come tutte le informazioni riguardanti la storia e i personaggi che si muovono in questo contesto saranno completamente “inutili” ai fini del nostro protagonista, il quale procederà lungo il gioco mosso unicamente da un istinto paterno peraltro non suo, ma instillatogli artificialmente.
La storyline sarà quindi un percorso totalmente privo di libero arbitrio e le scelte che ci si troverà a dover compiere lungo il gioco (Sorelline o uccisione di determinati personaggi) dovranno essere sempre inquadrate nell’ottica di una totale assenza della possibilità di scelta.
Nemici e gameplay risulteranno speculari al suo predecessore cui il titolo aggiunge qualche novità.
Un legame diretto con il primo gioco si avrà con la presenza dei Big Daddy e delle Sorelline (nonché della loro creatrice, la Dott.ssa Tanenbaum) mentre novità gradita, meno che per il nostro alter ego, sarà l’introduzione delle letali Big Sister, Sorelline adolescenti (non più funzionali alla ricerca dell’ADAM) convertite in queste mostruose macchine omicide.
Bioshock 2 risulta quindi un capitolo molto più maturo per i temi che affronta rispetto al primo, andando ad analizzare il lato oscuro della psiche umana, ma che può risultare meno affascinante al videogiocatore medio del suo predecessore proprio in virtù della profondità degli argomenti che va a trattare.
Il titolo ha anche un DLC, Minerva’s Den, con degli scenari sfida chiamati “Prove Protettore” e una nuova campagna che ha per protagonista un altro Big Daddy della stessa serie di fabbricazione del Soggetto Delta, il Soggetto Sigma.
Dal profondo degli abissi a una città nel cielo
Un uomo è entrato nelle acque del battesimo, un uomo diverso ne è uscito, rinato. Ma chi è l’uomo che giace sommerso?
Forse è sia santo che peccatore, fino a che non viene rivelato agli occhi degli uomini.
Quest’ultimo capitolo è al tempo stesso sia una inversione di tendenza (per location ed ambiente di gioco) sia un perfetto continuum (per temi e simboli affrontati).
Si passa infatti da un ambiente oscuro e distopico come Rapture a una lucente e apparentemente normale città fra le nuvole, Columbia, dove nulla sembra presagire la catena di eventi che si metteranno in moto con il nostro arrivo.
Questo cambio repentino dell’atmosfera di gioco, apparentemente in contrasto con la complessità degli argomenti trattati e il tenore dell’ambientazione di gioco dei precedenti capitoli, nasconde in realtà un sottoinsieme di trame variegato e affascinante.
La trama si svolge in un universo fittizio ambientato intorno al 1912 e il gioco riflette il periodo storico in cui è ambientato: si avrà quindi il problema della questione razziale unito alla lotta sindacale contro il sistema capitalistico e, essendo Columbia una teocrazia, continuamente ci verrà proposta nel corso una disamina sugli aspetti positivi e negativi della religione e di come questi si riflettano nella vita di tutti i giorni.
Si impersonerà Booker DeWitt, alcolizzato ex agente della Pinkerton e veterano di guerra, assoldato da due loschi figuri per riportare una ragazza, Elizabeth, figlia del pastore Comstock, capo di Columbia, a questi per annullare un debito di gioco.
Nemici di varie fogge e fattezze si porranno fra noi ed il nostro obiettivo: lacchè del profeta, veri e propri robot corazzati dall’altisonante nome di “Patrioti” e mostruosi ibridi uomo/macchina chiamati Handyman che affronteremo con armi e poteri Vigor, che in questo capitolo sostituiscono i plasmidi.
Oltre a tutto questo un mastodontico uccello robotizzato di nome “Songbird”, protettore della ragazza, ci impedirà di raggiungerla e in seguito ci inseguirà nel tentativo di riportarla a casa (nient’altro che una versione riveduta e corretta dei Big Daddy dei precedenti capitoli).
Nel corso del gioco sarà approfondita la figura della ragazza, vera forza trainante del gioco e dotata di un realismo quasi umano, e di suo padre.
Viene inoltre introdotto forse il più importante elemento narrativo dell’intero gioco: la teoria del multiverso.
Elizabeth, infatti, possiede la capacità innata di poter aprire degli “squarci” verso mondi alternativi e sebbene questa possa sembrare solo un’innocente aggiunta al gameplay (altrimenti abusato e ormai logoro) in realtà essa costituisce un punto cardine della trama che sarà svelato solo alla fine del gioco con uno dei finali più mindfuck mai concepiti da mente umana.
Anche questo possiede un DLC, diviso in due capitoli, “Burial at Sea”. In esso il giocatore, interpretando Elizabeth, ritorna a Rapture: nonostante ciò gli eventi prendono luogo immediatamente dopo il finale di Infinite.
Questo DLC deve essere necessariamente giocato per comprendere come questo capitolo vada poi a connettersi con il primo Bioshock.
Un benvenuto “migliorato”
Sono bello, sì.
Guardami, come potrei migliorare i miei tratti? Con l’Adam e il bisturi, ho avuto una trasformazione.
E se si potesse fare di meglio? Se non fosse l’abilità a mancarmi, ma l’immaginazione?
Sull’onda dell’enorme apprezzamento che critica e giocatori hanno sempre avuto per questa serie, adorata non solo per il gameplay, ma anche per i temi affrontati, la 2K ha deciso di rilasciare una versione remastered del primo titolo.
Nonostante il proposito fosse pregevole e sebbene vi siano state indubbie migliorie a livello grafico rispetto al gioco originale, questa remastered può essere considerata un fallimento: glitch e bug che erano presenti nel gioco originale ritornano anche nei punti in cui erano stati sistemati, crash e reset spontanei limitano grandemente la giocabilità e a tutto questo si aggiungono problemi riguardanti la sensibilità del mouse e cinematiche introduttive impossibili da saltare.
Quindi nonostante Bioshock sia giustamente ricordato come un capolavoro assoluto del genere, bisogna sperare che i problemi della remastered vengano risolti, per meglio gustare il primo titolo di questa affascinante saga.
Gioco a pallacanestro da quando ho 5 anni e mi piacciono i libri scritti da gente morta almeno un secolo fa. Per il resto tutto bene.
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