“Letto Bolaño, cambiato mestiere” è stato il lapidario giudizio di Dario Voltolini. “Leggere i libri dei contemporanei molto di rado ti schianta”, ha riportato invece Alessandro Baricco. Parliamo di Roberto Bolaño, nato a Santiago del Cile nel 1953, morto a Barcellona nel 2003. La sua fama è esplosa postuma, ma prepotente: nel 2008, l’Economist la definì Bolaño-mania, quando le sue opere sconosciute e monumentali (688 pagine l’edizione italiana de I detective selvaggi, 963 quella di 2666) fecero un grande successo di pubblico. In Italia è stato forse un successo soffocato, noto agli intellettuali, ai frequentatori delle librerie, non al pubblico mainstream. Anche da noi però è nato un certo culto di Bolaño, testimoniato tra le altre cose dal prezioso sito archiviobolano.it. A cosa è dovuto questo successo, o in altre parole, perché dovreste leggere Roberto Bolaño?
La prima cosa dei suoi libri che colpisce sono le parole. La sua prosa scorre liquida e rotonda, chiara, per gran parte del tempo. Enuncia personaggi e ambientazione, distende i fatti lungo la pagina, ordinatamente racconta una storia. Eppure lentamente, molto lentamente, un senso di inquietudine comincia a serpeggiare sotto la trama. È dovuto, almeno in parte, alle storie che si raccontano. Sono tante, ridondanti, compenetrate. È difficile capire quale sia la principale, e spesso alla fine si scopre che non esiste nemmeno. Baricco ha recensito 2666, il più importante libro di Bolaño, scrivendo che “a quei livelli di limpidezza, il vero spettacolo diventa il disporsi delle storie una accanto all’altra, o dentro l’altra”.
Alcuni l’hanno definito una risposta postmoderna al realismo magico. Bolaño possiede senza dubbio la stessa dote narrativa dei grandi sudamericani, Garcìa Màrquez, Vargas Llosa, ma le sue non sono storie di un’America Latina magica e idealizzata. Sono storie latinoamericane per ambientazioni e personaggi, eppure risuonano di un mood tormentato, inquieto, dannato, perso nell’alcol e nelle grandi strade di Città del Messico.
Ma di cosa parla, veramente, l’opera di Bolaño? Cosa c’è oltre alla prosa e alle storie, qual è il messaggio? Una prima risposta: l’opera di Bolaño parla della natura del Male. La violenza e la dannazione emergono in ogni angolo del suo Sudamerica arso dal sole, e tutto sembra concorrere a dipingere, un poco alla volta, un grande affresco del Male. Nessuno sa a cosa si riferisca quel titolo, 2666, ma si può azzardare un’interpretazione, e cioè 2000+666, equivalente appunto alla presenza del Male nei tempi moderni.
Una seconda risposta è questa: l’opera di Bolaño potrebbe parlare del rimedio al Male, cioè della letteratura. I libri di Bolaño sono pieni di poeti, scrittori, professori di letteratura, critici letterari, editori. E tuttavia, questi non vengono particolarmente esaltati, e sono alternativamente eroi, malvagi, meschini, mediocri. Bolaño era senza dubbio un amante della letteratura: tutte le biografie riportano come passò la sua giovinezza chiuso in un biblioteca pubblica di Città del Messico a leggere. Il problema è che spesso, nei suoi libri, la dipinge con toni così maledetti da quasi denigrarla. Cita Antonin Artaud, drammaturgo francese per il quale “Tutta la scrittura è porcheria. Le persone che escono dal vago per cercar di precisare una qualsiasi cosa di quel che succede nel loro pensiero sono porci. Tutta la razza dei letterati è porca, specialmente di questi tempi.”, e noi non possiamo essere veramente sicuri come vadano interpretate quelle parole, dette da un letterato, citate da un altro letterato.
Del resto, traspare spesso un forte amore per i libri. Parliamo della sua opera più curiosa, La letteratura nazista in America: apparentemente, un elenco degli scrittori filonazisti delle due Americhe, con una loro biografia, elenco delle opere, sunto del loro pensiero. Eppure, non appena incontriamo Willy Schürholz, nato in Cile nel 1956 e morto a Kampala, Uganda, nel 2029, ci accorgiamo che qualcosa non va. È tutto inventato, è tutto un gioco, nessuno di questi scrittori è veramente esistito. È un divertissement letterario molto borgesiano, in un certo senso un inno alla letteratura, in un certo senso un ritratto del Male.
Un ulteriore passo in cui emerge questa contorta visione della letteratura è presente in I dolori del giovane poliziotto, in cui, piuttosto misteriosamente, si afferma che la narrativa è eterosessuale mentre la poesia è omosessuale, che i poeti si dividono in “frocioni, froci, frocetti, checche, culi, finocchi, efebi e narcisi”, e si passa poi a classificare secondo questa suddivisione un gran numero di poeti. Riportiamo per curiosità quello che si dice dei poeti italiani: “In Spagna, in Francia e in Italia i poeti froci sono stati legioni […]. Il fatto è che un poeta frocione come Leopardi, per esempio, ricrea in qualche maniera froci come Ungaretti, Montale e Quasimodo, il trio della morte. Nello stesso modo Pasolini rivernicia il frociume italiano attuale, si veda il caso del povero Sanguineti (su Pavese non metto bocca, era un checca triste, un esemplare unico nella sua specie)”. Amen.
LETTURE CONSIGLIATE
Di Bolaño consigliamo in particolare:
La letteratura nazista in America, già descritto in precedenza, è un meraviglioso esperimento letterario: una serie di biografie inventate, ma verosimili, di scrittori filonazisti nordamericani e sudamericani.
Il Terzo Reich è forse anche il romanzo di Bolaño dalla trama più semplice e lineare. Si parla delle vacanze in Spagna di un giovane tedesco, campione di un gioco da tavolo chiamato, appunto, Il Terzo Reich. Si tratta di un wargame con le stesse premesse della Seconda Guerra Mondiale e il tedesco, montato il gioco nella sua camera d’albergo, cerca un modo per far vincere la Germania nazista.
2666 è il libro di Bolaño più bello, e anche il più lungo. È un tomo da quasi mille pagine, suddiviso in cinque parti, in gran parte slegate tra di loro, in apparenza, eppure in realtà misteriosamente collegate. Si parla di uno scrittore misterioso, di chi lo cerca, e della città di Santa Teresa, in Messico. È un libro impegnativo, potente, oceanico, poetico e misterioso.
Tutti i titolo sono editi da Adelphi. Buona lettura.
Studente di Matematica per l'Ingegneria, appassionato di libri. Ha trascorso un anno in Alaska.
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Studente di Matematica per l'Ingegneria, appassionato di libri. Ha trascorso un anno in Alaska.
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