L’estate è il periodo dell’anno in cui le case discografiche di tutto il mondo si scontrano per vincere una delle battaglie più antiche dell’industria dell’intrattenimento: la ricerca del perfetto tormentone estivo. E il 2016 non è stato da meno, tra Justin Timberlake che crea la sua versione di Happy di Pharrel Williams, Alvaro Soler che non è diventato la meteora che tutti credevamo, e Fedez e J-Ax che fanno spot all’Algida e infiammano i rettori italiani.
Ma la battaglia ha avuto un altro concorrente, uno insospettabile, che si è preso la cima della classifica senza nemmeno bussare prima : Fabio Rovazzi, uno Youtuber milanese di 21 anni che ha sbaragliato la concorrenza con la sua Andiamo a Comandare. La canzone si è conquistata il disco d’oro, quello di platino e il multi-platino nel giro poche settimane, è stata mandata in rotazione su quasi tutte le radio nazionali ed è diventata un fenomeno di massa.
La domanda è ovvia: come è potuto succedere ?
Nella ricerca delle cause, il primo passo è considerare come Youtube sia diventata ormai una grande realtà – superando anche la tv. Gli youtuber hanno ormai un forte potere, ed era ovvio che qualcuno di loro provasse a forzare una carriera musicale, ma Andiamo a Comandare prima in tutte le classifiche sembrava una cosa impossibile al pari del Sassuolo che vince la Champions League o Michael Bay che fa incetta di Oscar.
E invece è successo.
Andiamo a Comandare è un insieme di tormentoni del web italiano (dal modo di dire che dà il titolo alla canzone al “dissing” tra Guè Pequeno e le 2 webstar Matt e Bisè) con una base elettronica e un video pieno di guest star e scene comiche. Detta così sembra il classico video virale di Internet come ce ne sono tanti, ma c’è una differenza: è stata presa seriamente. Si aggiunga al mix il fatto che Rovazzi è stato prodotto da Newtopia, la casa discografica di Fedez e J-Ax, che ha un contratto anche con un’altra web star molto popolare – Greta Menchi – e il successo è garantito.
Ma la sola spinta di due artisti al culmine della loro popolarità non può spiegare come sia diventata, da un video virale e scanzonato, una canzone da multi-platino: musica e video prendono in giro un certo immaginario delle clip musicali rap, ma anche della stessa canzone rap: le Lamborghini diventano trattori in tangenziale, le Nike Air Max le ciabatte nel locale, e Lo Smoke weed everyday “non fumo canne sono anche astemio”. Ironico poi il fatto che la conclusione sia stata interpretata come un inno alla sobrietà, quando è più probabilmente una semplice parodia del trend del gangsta rap, che fu parodiato pure dallo stesso Fedez con Faccio Brutto.
E poi c’è il video ad accompagnare lo scarno testo della canzone – forse la cosa più interessante sono i cameo di J-Ax e Fedez che sembrano venire da una realtà parallela in cui il secondo non ha mai fatto il rapper, ha studiato medicina e fa il dottore e il primo dopo gli Articolo 31 non ha avuto successo e ha aperto un bar come un Meneguzzi qualsiasi. Congetture, certo, che nascono però spontanee.
L’epifania sul successo di questo pezzo sorge guardando gli spettacoli di altre web star simili – una fra tutte: Il Pancio. Durante una sua performance (che faceva sembrare Ruffini il nuovo Bill Hicks) utilizza Andiamo a Comandare e la descrive come la loro trollata all’industria discografica.
Questo è il punto: per gli autori, la canzone è stata una dimostrazione di forza. Hanno fatto diventare hit dell’estate un pezzo che non è neanche una canzone nella sua definizione più canonica. Andiamo a comandare è quindi forse la cosa più Punk avvenuta in Italia negli ultimi anni.
Può ricordare pure, anche se in misura minore, molti atti del collettivo anarco-punk Crass, che fecero quasi scoppiare giganteschi guai diplomatici – come l’aver realizzato una finta registrazione di Margaret Thatcher e Ronald Reagan che discutono di una probabile guerra nucleare o, in maniera minore, il registrare un loro disco ma cambiando nome e aspetto per farlo pubblicare a una rivista per teenager.
La canzone di Rovazzi può anche ricordare il movimento letterario di neoavanguardia Gruppo 63, di cui fece parte anche Umberto Eco. Una delle caratteristiche principali del loro modus operandi era infatti il prendersi gioco dell’élite, in quanto parte intoccabile di essa. Come Il Pancio e compagnia si possono definire protagonisti (almeno in materia di numeri) di Youtube Italia, nel gruppo 63 c’era la crème del mondo intellettuale: giornalisti delle principali testate, autori, professori universitari, poeti, saggisti. Il gruppo 63 lo fece con letteratura, principalmente, pubblicando elenchi di numeri scritti per esteso e ogni altro genere di provocazione, mentre per Rovazzi e compagni si è trattato di creare una canzone pop che prenda in giro le altri canzoni pop, ma scritta e prodotta dagli stessi creatori del soggetto preso di mira.
Di sicuro Fabio Rovazzi non ha idee anarchiche, ma il fatto che una canzone così scanzonata abbia avuto un seguito così grande può di sicuro mostrare l’intenzione di smuovere le acque e vedere i critici strapparsi i capelli, agitando così un po’ la stagnante situazione della musica pop estiva italiana.
Ha cominciato a scrivere a 12 anni per il giornale della parrocchia. Poi per qualche strano motivo, è finito a scrivere su Imdi dopo la classica adolescenza complicata. Studente universitario, admin a tempo perso di Matthew Mr. Renzie e appassionato di cinema, musica, serie tv, fumetti, cultura pop e tante altre cose che non stiamo a dire che senno non è più una descrizione dell'autore ma diventa una biografia.
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