Mi son recentemente ritrovato a riflettere (grazie anche agli input di alcuni amici che ringrazio per gli spunti) sul comportamento della Natura tramite alcune specie. Sono giunto alla conclusione che i modi di agire di alcuni animali siano l’apoteosi di determinati pensieri filosofici. Oggi dunque vi farò degli esempi.
Atyopsis moluccensis, ovvero il gambero che se ne inculava.
Madre Natura ha pensato di premiare con una vita edonistica qualche sua specie. È il caso dell’atyopsis moluccensis, conosciuto anche come “Gambero delle Molucche”.
L’esperienza di un conoscente me lo ha descritto così:
“Oh, se ne sta tutto il giorno con quelle cazzo di zampette (che in estremità formano un ventaglio grazie alle numerose setole, ndr) a pigliare quello che gli capita. Ogni tanto poi porta la zampa alla bocca per ripulire quello che è riuscito a raccattare su e poi continua. Se lo vedi sembra sotto acidi.”
Ho riso parecchio quando ho sentito la sua testimonianza. Anche perché ci immaginavamo la vita di sto gambero. Pensateci. Magari è lì che beve o se la racconta con gli amici e a un certo punto gli suona la sveglia e parte dicendo: “Oh butei, devo andar a laorar, sennò poi non magno mia.”. Dopodiché il suo sguardo si perde e le sue zampe iniziare a fluttuare nell’acqua.
Forse è un essere profondamente nichilista ( in senso positivo). Forse mentre si nutre pensa all’inutilità dell’esistenza o all’eterno ritorno. O forse non pensa a niente, si gode semplicemente gli scarti. Diamogli un’occhiata dunque.
Guardatelo. Tutti i pesciolini intorno si agitano per prendere su un po’ di cibo. Si staranno facendo mille domande esistenziali. Probabilmente discutono di Sartre. Lui invece è lì. Una dolce e profonda rassegnazione pervade la sua esistenza. Si gode con poco. I suoi problemi finiscono ogni volta che la zampa porge alla bocca del cibo. Un Überfisch che di fronte all’assurdità e all’inutilità dell’esistenza risponde mangiando scarti con nonchalance.
Cichlasoma, ovvero il pesce che non se ne inculava.
Se verrete a contatto con un pesce simile a questo:
probabilmente vi chiederete cosa fa quando si avvicina alla faccia dei suoi simili. Vi sembrerà che stia baciando il suo compare. Ma vi sbaglierete perché sta cercando di mangiargli la faccia.
Il cichlasoma è un pesce estremamente violento (soprattutto durante i periodi di riproduzione). E ha un forte senso della territorialità. Ciò non sarebbe un problema, se solo non ce l’avessero tutti i maschi adulti.
In pratica questo pesce fa la sua amorevole infanzia sotto la tutela dei genitori. Poi cresce, cerca una sua simile e passa il resto dell’esistenza a mangiare pesci più piccoli e la faccia dei suoi simili che si addentrano in quello che lui ha deciso essere il suo territorio. Mi ricorda un po’ il PD e le sue correnti interne. Ma mi ricorda di più le parole di Hobbes quando descrive il carattere caotico e bellico dell’essere umano ( “Omnium bellum contra omnes”). Il loro carattere estremamente individualista potrebbe essere, sempre secondo la logica della filosofia hobbessiana, un monito per le future generazioni: se non volete finire per mangiarvi la faccia a vicenda ogni volta che vostra moglie rimane incinta, trovatevi un Leviatano.
“Cosa fai di bello oggi?”
“Vado a mangiare la bocca a Gianni. Quel bastardo ha invaso il mio spazio vitale. A proposito, tu che cazzo ci fai a casa mia?” *seguono morsi*
L’orso polare amico di Saturno.
Non sono frequentissimi i casi di cannibalismo tra gli orsi, tuttavia ci sono. Soprattutto tra gli orsi polari e gli orsi bruni (se non ricordo male). Direi che le immagini parlano da sole.
Qualcuno dirà che si tratta di mitologia e non di filosofia. Ma non è forse la mitologia greca archetipo del pensiero occidentale? Non è forse il contrasto tra generazioni un tema ricorrente nella storia del pensiero umano? Basti pensare a romanzi come “Padri e figli” di Turgenev. O alle stesse teorie freudiane che vedevano la prole contrapposta a uno dei genitori.
Detto ciò mi piacerebbe vedere altri esempi simili nei commenti all’articolo. I migliori, se sarete d’accordo e se ci saranno, li inserirò nell’articolo (ovviamente con la firma dell’autore).
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