Si avvicina il 5 di novembre, il giorno della congiura delle polveri, in cui le bacheche di Facebook saranno prevedibilmente intasate da citazioni di V per Vendetta, insieme a slogan di provata efficacia alle assemblee scolastiche e alle feste del Dams come “Vaffankulo il governo!1!!” “Asta la revoluscion” o “Peppe Grillo Presidente!!1!1!”. A connettere il messaggio ambiguamente rivoluzionario del film (e, per i pochi che se la cagano, della graphic novel) con le manifestazioni che intasano il traffico, i costumi di carnevale e la teenage angst è stata l’ormai celebre maschera di Guy Fawkes, nota ai più come “Maschera di V” (o, meglio, di “Vù”).
La storia di questo simbolo e della sua adozione a vario titolo nel linguaggio di internet e nella cultura popolare globale è piuttosto curiosa. La semiotica mi ha sempre affascinato, portandomi a studiarla all’università. Non mi poteva affascinare ingegneria meccanica o farmacia? Comunque, la mia passione per la semiotica, oltre che al precariato, mi ha portato all’insopportabile tendenza a rompere le balle agli amici dopo il cinema con analisi interpretative del film che non interessano a nessuno e all’insano gusto nello sviscerare il significato dietro ai simboli mitici e al loro utilizzo nella cultura di nicchia e/o di massa. Che è quello che farò ora con la maschera di V. L’occasione merita addirittura una breve cronologia, se permettete.
1605 – Guy Fawkes: se alle elementari avete avuto una brava maestra d’inglese, vi avrà sicuramente spiegato chi era Guy Fawkes e cosa ha fatto (la congiura delle polveri, attentato fallito al Re e al Parlamento inglese il 5 novembre 1605). Forse però non molti si rendono conto che il buon vecchio Guy difficilmente si può considerare “uno della ggente”, quanto un nobile cattolico che voleva metterlo in culo ai protestanti e fare un bel colpo di stato con i suoi altri amichetti di buona famiglia.
1982-1989 – V for Vendetta (graphic novel): In effetti dire che tutti conoscono il film ma nessuno il fumetto (o graphic novel, per i più ggiusti) sarebbe un’imprecisione, in quanto un sacco di hipster lo hanno inserito, in tempi sospetti, tra le proprie letture d’ordinanza. Ciononostante, mi scusino i fan di Alan Moore, l’influenza culturale odierna del fumetto è assolutamente marginale rispetto a quella del film.
2005 – V for Vendetta (film): E’ con l’opera ideata dai fratelli Wachowski che la maschera di V, pardon, di Guy Fawkes, entra nella cultura popolare contemporanea. Il film è un buon adattamento del fumetto che coinvolge lo spettatore giocando volutamente su una valorizzazione timica (cioè emozionale) dei personaggi un po’ furbetta: V rappresenta, anche fuor di figura, la ggente che si ribella al tiranno. In realtà, attenzione: il messaggio rivoluzionario e anarchico della Warner Bros è ovviamente all’acqua di rose, in quanto azzardare un paragone tra l’Inghilterra post-atomica e fascistissima di V e i nostri attuali governi è un pelo pretestuoso, e lo stesso V in realtà più che un novello Che Guevara è fomentato nelle sue azioni terroristiche dalle torture subite dal “governo bastardo” come cavia; se proprio bisognava prendere una figura simile come simbolo della rivoluzione eroica, allora non è forse meglio Sephiroth di Final Fantasy VII?
2007 (circa) – 4chan: tra i meme nati sulla famigerata board anonima e diffusi poi in modo più o meno legittimo in tutti gli angoli dell’internet manca l’Epic Fail Guy, ormai dimenticato. EFG altro non era che un omino stilizzato con la maschera di Guy Fawkes, protagonista di svariate vignette dalla grafica paragonabile a quelle dei rage comics, il cui attributo identitario è la sfiga. Probabilmente EFG nasce e si diffonde in realtà come un’interpretazione autoironica, se non critica, dell’accostamento della maschera di V all’iconografia dell’Anonimous di 4chan, in giacca, cravatta e passamontagna verde. Il significato dell’iconografia dell’Anon rimane infatti fortemente ambiguo: da una parte è già associato a slogan come “Anonymous is legion, we do not forgive, we do not forget, expect us” che lasciano trapelare l’ispirazione diretta al film dei fratelli Wachowski; dall’altra rimane ancora tangibile lo spirito guascone e disimpegnato, associato stavolta a un altro slogan: il “we did it for the lulz”, lo abbiamo fatto per divertirci. Entrambe le filosofie ispirano le prime azioni di “terrorismo spiccio” dei neonati Anonymous, su internet e fuori, come fu il caso dell’Operation Chanology, che oppose la maschera di Guy Fawkes a, pensate voi, Scientology.
2009 MoVimento 5 Stelle: la V maiuscola è fortemente voluta, anche se di solito viene dimenticata. Questo perchè il prodigioso partito moVimento di Casaleggio, Grillo e Byoblu della GGENTE ha sempre amato accostare la propria mitologia culturale a quella del film della Warner Bros, a partire appunto dai V-day dai quali è iniziato tutto: V per Vendetta o per Vaffanculo, non è in fondo la stessa cosa? Ora, non sto a parlarvi dell’ipocrisia della retorica del “mandiamoli al casa!1!” e “abbasso la Ka$ta”, dei meriti e dei demeriti di Grillo e compagnia danzante, che c’è tutta una letteratura a proposito. Ma è indubbio che ci sia stata un ispirazione retorica, magari anche involontaria, dal V del film, il Cittadino Ideale. Oh, meglio quello che Pontida per i leghisti, non dico di no.
2010 – Gruppi Hacker: si è detto, brevemente, di come l’iconografia dell’Anonymous di 4chan nasca come una guasconata e diventi progressivamente seriosa. Da 2-3 anni a questa parte, Anonymous è entrato nella cultura popolare come il nome di un misterioso e affascinante gruppo hacker con varie propaggini locali, glorificato da giornalisti scarsamente documentati su repubblica.it. Il simbolo è sempre è comunque la maschera di V. Dal momento che c’è gente che sugli Anonymous di oggi ci ha scritto libri, l’argomento necessiterebbe approfondimenti che ora non mi posso permettere.
2011-2013 -Rivolte e manifestazioni: anche in questo caso non vi sto a parlar male del moviamento Occupy, a fare ironia sugli eccellenti risultati della tanto decantata Primavera Araba o a farmi domande sulla bontà dell’ideale rivoluzionario dei liceali con la maschera di V che mi fanno arrivare tardi in ufficio bloccando il traffico (le altre conseguenze di tali manifestazioni, a parte i giorni di assenza e i postumi da sbronza dei partecipanti, sono al momento ignote).
Siccome ho azzardato una prospettiva “semiotica” con questo articolo, mi pare coerente evitare di concludere il tutto con giudizi lapidari come “V per Vendetta è stato sputtanato peggio delle magliette del Che” o “la maschera di Guy Fawkes/V è diventato un simbolo blandamente trasgressivo e, di fatto, assolutamente consumistico”. L’interpretazione infatti è sacra e va al lettore. Che volendo può dire la sua nei commenti.
Marchetta: se vuoi scoprire di più sulla storia di internet dal 2000 ad oggi, è uscito il mio ebook/libro Facebook killed the Internet Star
5 Aprile 2017
24 Dicembre 2016
4 Dicembre 2016
19 Novembre 2016
20 Ottobre 2016
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.