Che piaccia o meno, il Movimento 5 Stelle è oggi il secondo partito d’Italia, rappresentante all’incirca un terzo dell’elettorato italiano e potenzialmente in grado di sedere a palazzo Chigi. Davvero sorprendente per un partito nato solo nel 2009 (Sinistra Ecologia Libertà, nato pochi mesi prima, si attesta oggi intorno al 3% rischiando addirittura di non superare la soglia di sbarramento). Un risultato dovuto sicuramente in gran parte alla partecipazione diretta degli iscritti alle decisioni interne al movimento, ma anche alla mancanza di fiducia nella politica ed ai numerosi scandali che negli anni hanno minato la credibilità dei vecchi partiti, un punto sul quale il Movimento ha fatto leva a lungo condannando ogni singolo passo falso dei propri avversari politici. Strategia che tuttavia negli ultimi mesi (da quando l’amministrazione grillina ha potuto mettere mano su Roma e Torino) sembra essersi ritorta contro il Movimento stesso, che ha ricevuto pesanti critiche in seguito a diversi episodi di malagestione o addirittura, come avvenuto in Sicilia, a diverse indagini per presunte irregolarità.
Internet è stato sicuramente il mezzo che ha permesso una diffusione così ampia degli ideali dell’anti-politica grillina, grazie soprattutto all’incessante attività sul web dei suoi esponenti. L’intuizione di Roberto Casaleggio (co-fondatore del partito insieme a Grillo) di un sistema di informazione avanzato basato quasi esclusivamente sulla rete si è rivelata infatti un’idea vincente, partendo dal blog del comico genovese per divulgare i propri ideali e slogan.
Ma il blog di Grillo non è isolato, ci sono pagine, gruppi e utenti pronti a condividere ogni singola notizia che metta sotto una luce positiva le azioni del Movimento e dei suoi esponenti, o come più spesso accade link e post di critiche e talvolta insulti verso gli altri partiti o contro chiunque muova una critica verso i 5 Stelle. Una situazione che tuttavia sembra in procinto di cambiare definitivamente dopo la denuncia alla Procura di Firenze da parte di Luca Lotti, sottosegretario a Palazzo Chigi, nei confronti di Beatrice Di Maio, accusata di calunnie e vilipendio nei confronti della Presidenza della Repubblica. Ma non è tutto.
La Di Maio non sembra infatti una sostenitrice esaltata qualunque, bensì rientrerebbe all’interno di una vera e propria struttura, insieme ad altri account, atta alla demonizzazione di diversi partiti (in particolar modo quelli al governo), attraverso immagini o post: un meccanismo che finisce col presentare una notizia falsa come vera al grande pubblico, partendo da un nucleo centrale dove la notizia viene generata, per poi essere condivisa in massa da numerosi attivisti reali o fake, in modo da rendere la notizia virale e rendere più difficile risalire all’origine e, di conseguenza, evitare possibili denunce.
Ma c’è un collegamento diretto tra questa presunta struttura ed il Movimento 5 Stelle? Ovviamente no, ma se Twitter e Facebook procedessero alla rimozione di questi account e l’azione legale dovesse prendere il via ridimensionando il fenomeno, il grosso della propaganda grillina andrebbe scemando in pochi mesi. Se la campagna via web del Movimento subisse una battuta di arresto, quest’ultimo si vedrebbe costretto a ricorrere a metodi più tradizionali per farsi pubblicità, cosa in realtà già avviata con la creazione di diverse sedi sul territorio.
Come detto in precedenza, nel giro di pochi anni il Movimento è passato da semplice partito anti-sistema ad essere il secondo partito più grande d’Italia, arrivando ad amministrare città come Torino e Roma. E proprio nella Capitale, che ad oggi rappresenta la più grande vittoria dei 5 Stelle, si riscontrano i primi problemi nella gestione di Virginia Raggi. Con una giunta composta da nomi ignoti per ben tre mesi, l’insicurezza al Campidoglio rischia di compromettere sin da subito un grande risultato, trasformandolo invece in una vera e propria prova di governo: prova che, ad oggi, non sembra andare per il meglio, vista l’instabilità all’interno del comune capitolino (e in parte anche all’interno dello stesso partito) ed i numerosi problemi romani, trattati con superficialità e continui rinvii. Nel frattempo i sostenitori della Raggi, nonostante siano passati quasi sei mesi dal suo insediamento, continuano a chiedere di darle tempo.
Ma Roma non è l’unica spina nel fianco al momento: a Palermo prosegue l’inchiesta sulle firme false alle comunali del 2012, dopo l’autodenuncia della deputata regionale Claudia La Rocca, autosospesa dal Movimento, e di un altro grillino, di cui non si conosce il nome. Il reato contestato è di aver ricopiato le sottoscrizioni alla lista elettorale, in quanto i tempi di presentazione volgevano al termine e ricontattare i sostenitori sarebbe stato quasi impossibile. Un crimine dovuto alla fretta e che non avrebbe influenzato il risultato finale delle elezioni, punibile tuttavia con la reclusione da due e cinque anni.
Lo scandalo, emerso dopo una puntata del programma “Le Iene”, rischia inoltre di gettare nell’imbarazzo l’intero Movimento, soprattutto dopo le dichiarazioni di La Rocca, che avrebbe confermato che altri esponenti erano a conoscenza delle firme false, seminando quindi il dubbio sulla tanto conclamata trasparenza ed onestà del Movimento che per ora si dichiara parte lesa nella vicenda.
Ma come evolverà in futuro la situazione? Se l’Italicum venisse approvato e riferendosi ai dati attuali, grazie al ballottaggio i 5 Stelle si assicurerebbero una vittoria di misura ottenendo l’incarico di governo. Ma il Movimento si è sempre mostrato contrario all’Italicum, preferendo un sistema di voto proporzionale, che li costringerebbe per forza di cose ad accettare di entrare in coalizione con altri partiti. Cosa peraltro inaccettabile per i pentastellati, che rischierebbero quindi di finire in una situazione di stallo in caso di una loro possibile vittoria senza Italicum.
Un risultato simile aumenterebbe quindi il dubbio sull’effettiva volontà di governare del Movimento (come già accadde per Roma, quando la Taverna ipotizzò un complotto per farli vincere) che proprio in questi mesi, con l’avvicinarsi del referendum costituzionale che vede in vantaggio il fronte del No di quasi dieci punti percentuali, deve convincere gli elettori ancora indecisi di saper andare oltre l’opposizione e di essere in grado di amministrare il paese.
La vittoria del No infatti rappresenterebbe un’altra grande vittoria per i 5 Stelle, che sin da subito si sono schierati contro la modifica della Costituzione, il che garantirebbe loro un’influenza ancora maggiore tra gli elettori a patto che essi riescano a non frantumarsi internamente come accaduto al PD, episodi che hanno rischiato di manifestarsi in più occasioni (Parma su tutti) e che per ora sono stati contrastati con l’espulsione di alcuni esponenti contrari, ma che con la possibilità di salire al Governo rischierebbero di riaffiorare incrinando quello che a tutti gli effetti è il partito più compatto d’Italia.
Studente presso la facoltà di scienze politiche alla Federico II di Napoli, non c'è molto da dire su di me, se non la mia passione per la politica che mi ha portato a scrivere per IMDI
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Studente presso la facoltà di scienze politiche alla Federico II di Napoli, non c'è molto da dire su di me, se non la mia passione per la politica che mi ha portato a scrivere per IMDI
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