Sai di aver vissuto troppo al Politecnico di Milano quando ti guardi intorno e riesci a riconoscere a colpo d’occhio le diverse tipologie di studenti: c’è il “liceale“, lo studente cioè tutto casa e scuola che si intrattiene in università il tempo necessario per seguire le lezioni; c’è lo studente modello, quello così ligio al dovere che dopo 8 ore di lezione riesce a rinchiudersi in sala studio per buttarsi a capofitto sui libri per altre 2-3h, ignorando qualsiasi richiesta di time-out del suo fisico sfinito. Si possono poi vedere girare per il campus degli individui particolari, che si intrattengono fino a tardi, spesso se sono tuoi compagni di corso li vedi sparire all’ora di pranzo e andarsene con altri individui che non frequentano le tue stesse lezioni: molto probabilmente fanno parte di un’associazione studentesca.
L’associazionismo è una delle attività più naturali per l’Uomo, fa parte anche della nostra Costituzione. Le associazioni studentesche universitarie non fanno eccezione e nascono dalla passione di un gruppo di ragazzi per un’attività o un argomento. Anche il sottoscritto fa parte da anni di un’associazione studentesca, sono cresciuto con essa e voglio raccontarvi cosa può offrirvi un’esperienza del genere, secondo quello che ho vissuto io stesso e secondo il mio personalissimo punto di vista.
Il POuL (Politecnico Open unix Labs) è essenzialmente un LUG, nato nel 2001 dalla passione di alcuni studenti di Ingegneria Informatica del Politecnico di Milano per GNU/Linux, l’Open Source e tutto ciò che riguarda la sicurezza di un sistema informatico. Già dal liceo ero incuriosito da questi argomenti, ma data la difficoltà all’epoca di approcciarvi non avevo mai approfondito.
Era la fine del 2006, io da matricola fresca fresca vedo un manifesto appeso per il Poli riguardante una conferenza dal titolo “Software libero e libero pensiero“. «Toh, inizia tra un paio d’ore… andiamo a vedere? E poi ci regalano i CD!»… e fu così che conobbi i primi membri del POuL e entrai nel giro.
Aspetta, aspetta un secondo… manifesti? CD gratis? Si pagano tutto da soli? Ovvio che no. Il bello di mettere in piedi un’associazione universitaria è che puoi sviluppare le tue passioni insieme ad altri tuoi coetanei che condividono i tuoi stessi interessi con l’appoggio dell’università. Non c’è da preoccuparsi, se l’iniziativa è lodevole e se secondo il parere di una commissione ciò aiuta la crescita personale e culturale degli studenti, allora l’università mette a disposizione dei fondi per finanziare e incentivare l’attività. Cosa volete di più dalla vita? Un Lucano? [cit.] (No, quello il Poli non lo finanzia purtroppo).
È così che basta riunirsi, mettere insieme idee e volontà per organizzare conferenze, workshop e corsi atti a sensibilizzare gli studenti del Politecnico sui temi cari all’associazione. Basta avere tra i membri un ragazzo con un minimo di senso grafico ed ecco che si preparano i bozzetti di volantini e manifesti da spammare ad ogni angolo dell’università, per farsi conoscere e incuriosire. La nostra fantasia ci ha fatto anche fondare un giornale aperiodico e l’intenzione per il futuro è quella di organizzare viaggi a conferenze europee di spicco. Tutto naturalmente finanziato dal PoliMi. Siamo riusciti anche ad ottenere una sede, un’aula tutta nostra dove riunirci quotidianamente e tenere ancora più vivo il nostro legame e la passione che ci accomuna. Poi la sera tutti al Birrificio a festeggiare la buona riuscita di un evento!
Ma alla fine cosa rimane ad ogni membro dell’associazione, come bagaglio culturale e personale?
Beh, di energie e tempo se ne spendono parecchi, ma quello che ti ritorna indietro è qualcosa che l’Università non può offrirti con le sue lezioni. La prima cosa che impari da membro di un’associazione è quella di metterti in gioco: «C’è da fare un talk sul wardriving per la conferenza sulla sicurezza… chi si offre?» ed ecco che in quel momento hai l’occasione di uscire dalla tua zona di comfort e sperimentare qualcosa di nuovo. Conosci l’argomento? Ne hai solo sentito parlare? Bene, questa è un’ottima occasione per arricchire le tue conoscenze e preparare le slide per il talk, cercando in internet, sui libri o meglio ancora chiedendo a chi nell’associazione ne sa più di te. Perché se c’è una regola non scritta è che troverai sempre qualcuno tra i membri che ne sa più di te e dal quale puoi imparare qualcosa.
Poi certo, se nessuno si offre molto spesso entra in scena il Padulo, ma naturalmente si fa sempre per spronare le persone a mettersi in gioco! (si claro)
Nel caso del tenere un talk non si ha solo l’opportunità di arricchire le proprie conoscenze, ma si migliorano anche le capacità di sintesi, di esposizione e di public speaking: non c’è niente di meglio per sciogliere la propria timidezza che parlare di fronte ad una platea di 100 persone.
L’università tende più che altro a farci studiare autonomamente, ecco invece che all’assemblea mensile dei soci si ha l’occasione di lavorare in gruppo per decidere e organizzare insieme le attività future.
Un altro aspetto che si può affrontare nella vita dell’associazione è quello economico-burocratico: come ogni associazione che si rispetti anche quella studentesca ha bisogno di un direttivo, un organo non tanto dirigenziale (è l’assemblea che decide, UNO VALE UNO!!11!), quanto rappresentativo. Nel nostro caso il direttivo (rieletto ogni anno) è formato da un Presidente, che ha il ruolo di interfacciarsi con gli uffici amministrativi dell’università e tenere i contatti con altre associazioni esterne, un Vicepresidente che deve aiutare e fare le veci del Pres. in sua assenza e un Segretario/Tesoriere che pensa alla burocrazia (prenotare aule, richiedere e utilizzare fondi, compilare scartoffie…). Sono stato per due anni consecutivi prima segretario e poi vicepresidente del POuL e vi posso assicurare che le mie skills burocratiche di interfacciarmi con un ufficio, riempire moduli e saper capire sempre a chi rivolgermi sono nettamente aumentate!
Io vi ho parlato della mia esperienza, ma ogni associazione meriterebbe una storia a sé; ogni gruppo vi offre argomenti, modalità e skills diverse per la propria crescita personale e culturale. Il mio consiglio, se siete studenti universitari, è quello di informarvi di quali associazioni studentesche potete trovare nel vostro ateneo e provare a frequentarne una se ne beccate una che combacia con le vostre passioni: se ad esempio amate la musica e i mezzi di comunicazione potete chiedere di entrare a far parte della radio di ateneo, se il vostro ne ha una. Anche noi del POuL abbiamo collaborato con PoliRadio per tirar su una trasmissione settimanale di musica e temi di attualità tecnologica… prendere confidenza davanti ad un microfono aiuta molto la propria parlantina, fidatevi!
Esistono poi associazioni per aiutare gli studenti erasmus ad integrarsi, tramite le quali potenziare il proprio livello linguistico, gruppi di teatro o associazioni sportive multidisciplina come i CUS, presenti in pressochè tutte le università.
Io devo molto al POuL per le mie conoscenze informatiche e ringrazio pubblicamente tutti coloro che ne fanno o che ne hanno fatto parte… perchè alla fine, la cosa che un’associazione ti lascia che più conta sono proprio le persone che hai incontrato: sono loro le risorse più importanti su cui un uomo può sempre fare affidamento nel corso della sua vita.
Sarei ora curioso di sentire i vostri pareri e le vostre esperienze, sapere quale associazione frequentate e cosa vi è rimasto dentro. Commentate gente, commentate!
Ingegnere Fisico specializzando in Ingegneria Nucleare, col pallino dell'informatica, nel tempo libero si diverte a fare l'admin e il developer di imdi.it. Aspirante hacker e profeta di GNU/Linux, non perde occasione di sponsorizzare l'Open Source.
6 Settembre 2013
24 Maggio 2013
19 Aprile 2013
18 Gennaio 2013
21 Dicembre 2012
Ingegnere Fisico specializzando in Ingegneria Nucleare, col pallino dell'informatica, nel tempo libero si diverte a fare l'admin e il developer di imdi.it. Aspirante hacker e profeta di GNU/Linux, non perde occasione di sponsorizzare l'Open Source.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.