Oggi ci dedichiamo ad un esercizio di stile, imparando la struttura di una tesi complottistica. Oramai sappiamo tutti come funzionano, e i modelli si sprecano ( per esempio potete aiutarvi con un generatore automatico che sta avendo molto successo in questi giorni). Quello che vi proponiamo in questo post è uno schema piuttosto semplice, diciamo basilare, per poter scrivere anche voi qualcosa di altamente infiammabile da spammare sulla rete.
La struttura è questa:
1) Partire da una notizia vera
2) Inserire l’incongruenza
3) Scatenare l’inferno.
Svolgiamo assieme questo primo esempio ma poi mi raccomando, esercitatevi!
Partire da una notizia vera
James Gwartney e Rosemary Fike, della Florida State University, hanno recentemente pubblicato un paper intitolato Public Choice versus the Benevolent Omniscient Planner Model of Government: Evidence from
Principles Textbooks. E’ una ricerca molto banale in quanto a metodologia ma contemporaneamente piuttosto interessante in quanto a risultati. I due docenti si sono domandati infatti se i libri di testo comunemente utilizzati nelle Università americane per introdurre gli studenti alle discipline economiche considerassero sullo stesso livello i difetti del mercato e i difetti delle politiche economiche. La sensazione infatti è che nel mondo accademico si tenda a considerare le azioni dei governi soltanto come soluzioni ideali ad inefficienze di mercato (asimmetrie informative, monopoli, esternalità…), sottostimando o addirittura omettendo le inefficienze create da queste stesse azioni (inefficienza burocratica, tutela delle rendite, miopia sul lungo periodo…).
Assumendo che i due tipi di inefficienze siano parimenti gravi, verrebbe naturale ritenere che i libri di testo dedichino uguale spazio nella loro trattazione. Invece, sui 23 volumi analizzati, risulta che per una sola pagina dedicata ai problemi creati dalle politiche statali, ben 6 ne vengono spese per descrivere i difetti del mercato.
Il risultato, sorprendente, viene motivato dai due ricercatori in maniera certe volte anche un poco polemica. Diciamo che, messi così i risultati, cade il luogo comune secondo il quale la didattica nelle facoltà di economia è imperniata sul neoliberismo selvaggio e assassino (per quanto potrebbe anche succedere che per le 6 pagine di difetti del mercato corrispondano 257 pagine di elogio agli stessi).
2) inserire l’incongruenza
Ovvero prendere il fatto – nel nostro caso, la ricerca – ed evidenziare una mancanza o un’errata interpretazione dei dati. Attenzione: questo punto non necessariamente conduce ad uno schema di complotto. Anzi, notare un errore spesso conduce a migliorare la ricerca. Noi invece vogliamo peggiorarla, e quindi dobbiamo inserire noi stessi l’incongruenza.
Nel nostro esempio, non vi sembra che manchi qualcosa? Esatto: manca il signoraggio bancario. Possedendo tutti i 23 libri (hahaha) ho esaminato attentamente gli indici e i glossari alla ricerca di capitoli dedicati al tema. Ed ecco il vero risultato ecclatante: nessuno di loro parla di questo sistema che di per sé esula dalle scelte dei Governi eletti e non è legato a meccanismi automatici dei mercati.
3) Scatenare l’inferno
Ci possono essere miliardi di motivi a supporto di questa mancanza. Per esempio che si tratta di un tema per studenti già introdotti all’economia monetaria. Per esempio che non posseggo veramente i 23 libri e quindi ho sparato a caso cercando a campione su google il nome degli autori, dei volumi e la parola “seignorage”. Ma non importa: se volete la vostra tesi complottistica, è venuto il momento di sparare merda e di aggrapparvi a tutto.
Mossa geniale sarebbe far notare che la casa editrice di molti di questi libri, la McGraw Hill, è anche proprietaria dell’agenzia di rating S&P (si, quella Standard & Poor’s che affama le nazioni tagliando deliberatamente i giudizi sul debito). Oppure si potrebbe analizzare la biografia degli autori. Meglio ancora – ma per fare ciò bisogna essere altamente professionisti del complotto – si può far notare che presso la Florida State University studiò anche tal James Douglas Morrison, morto in condizioni misteriose a Parigi all’età di 27 anni.
Ultima nota: cercate sempre di inserire grafici e tabelle – tipo quella sottostante -, altrimenti il lettore si annoia. Non siate troppo colorati però, altrimenti capiscono subito che siete quegli scemi di IMDI, che prendono per il culo il popolo dalle loro poltrone borghesi negli attici di Milano (che è una città orrenda).
NdR: l’autore tiene a far sapere che tutto quanto scritto non vuol essere una critica bieca ai sostenitori del signoraggio, fenomeno che anzi esiste e che – ma pensa – è ben spiegato nel libro universitario di Macroeconomia scritto da O. Blanchard ed edito dalla Prentice Hall.
Per quelli che la partita doppia è andare allo stadio ubriachi. Prendo un libro o un giornale di economia, lo apro a caso, leggo e – qualche volta – capisco l'argomento, infine lo derido. Prima era il mio metodo di studio, adesso ci scrivo articoli. Sono Dan Marinos, e per paura che mi ritirino la laurea mantengo l’anonimato.
29 Dicembre 2016
6 Dicembre 2016
15 Novembre 2016
5 Agosto 2016
28 Luglio 2015
Per quelli che la partita doppia è andare allo stadio ubriachi. Prendo un libro o un giornale di economia, lo apro a caso, leggo e – qualche volta – capisco l'argomento, infine lo derido. Prima era il mio metodo di studio, adesso ci scrivo articoli. Sono Dan Marinos, e per paura che mi ritirino la laurea mantengo l’anonimato.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.