RimWorld è un colony-sim prodotto dallo studio indipendente Ludeon, capeggiato dal programmatore Tynan Sylvester, con base a Ottawa, Canada.
Essendo ancora in in Alpha il gioco ha poco di quello che Tynan ha in testa, ma già così offre un’esperienza completa e che incolla alla sedia: costruisci una colonia su un mondo alieno, gestisci la produzione di cibo, armi, difese, energia, tieni i coloni al caldo e felici, o pagane le conseguenze.
Con un mal di testa da week-end ho dedicato una sonnacchiosa domenica al gioco di Ludeon, e non ho fatto per nulla fatica a stare 12 ore seduto a guardare i miei coloni costruirsi un posto nel mondo. Per dare ancora più sapore all’avventura coloni e mappa sono stati scelti in modo casuale e sono state aggiunte alcune mod.
Godetevi il racconto di queste 12 ore di gameplay: RimWorld in tutto il suo splendore.
Tre capsule di salvataggio cadono dal cielo e atterrano rovinosamente su Zebra, un pianeta simile molto simile alla terra. Appare subito che il luogo di schianto sia perfetto: è una rigogliosa foresta temperata, sopravviverci non dovrebbe essere troppo difficile, almeno siamo fortunati nella sfortuna. Ciononostante non c’è tempo da perdere, dobbiamo esplorare e trovare un posto adatto alla nostra colonia. Decido che una piccola valle tra le montagne sia il luogo perfetto, facile da difendere e, qualora ci sia scarsità di materiali, possiamo scavare nella roccia per ricavare luoghi sicuri e lontani da nemici e intemperie. Mentre costruisco il mio primo riparo con il metallo delle capsule do un’occhiata ai miei tre coloni.
Zachary “Zebo” Edson era uno schiavo su un mondo medievale, cresciuto poi su una stazione spaziale lavorando come cuoco, è anche un bravo cacciatore.
Jessy “Jess” Spence ha vissuto sulla terra per poi trasferirsi in una colonia molto lontana, che è però stata distrutta da dei robot assassini. Spicca la sua abilità con le armi, il miglior tiratore del terzetto.
Harvey Nolan è il problema che nessuno vorrebbe nella propria colonia, è nato e cresciuto in un mondo dove l’industria è la parola chiave, nelle tenebre dell’inquinamento di quel pianeta doveva lottare per ogni pezzo di pane e immondizia, la sua abilità corpo a corpo spicca insieme alla sua parlantina e leggendo la lista dei suoi tratti distintivi un’ombra scura si posa sul futuro della nostra colonia e della nostra sopravvivenza: Harvey è un piromane psicopatico. Mentre sveglio il mio cane con un sonoro facepalm chiudo la finestra delle caratteristiche e prego il grande dio della foresta temperata di trovare al più presto tutto il necessario per tenerlo a bada.
Ultimo, il cane: Olga, un piccolo Yorkshire Terrier sopravvissuto con gli altri a chissà cosa sia successo lassù, nel cielo sopra la colonia.
I primi giorni passano tranquilli: I tre sopravvivono grazie alle razioni di sopravvivenza nelle capsule e cominciano a coltivare patate, mettere via il cibo prima dell’inverno è imperativo, e il nostro cecchino Jess mi strappa un molto vintage “Headshot!” quando uccide con un solo colpo un orso grande come la mia paura di Harvey.
Come prevedibile in una foresta temperata, il legname non manca ed è la materia prima più usata, grazie a questo riusciamo a risparmiare sul metallo, tenendolo da parte per progetti più grandi. L’improbabile trio costruisce velocemente la base per una solida colonia: Stanze dove dormire, una sala comune dove mangiare e divertirsi, ma soprattutto una cella frigorifera, dove stoccare l’enorme quantità di carne che Jess ci procura a colpi di oneshot, e le patate, quelle piacciono a tutti. Le fondamenta di un grande centro di civiltà e ricchezza vengon gettate e raschiano la ruggine della frontiera dove si trova, sarà una grande colonia, sarà Opossum City.
Anna si unisce al gruppetto, una sopravvissuta che spunta nella colonia chiedendoci aiuto, la accogliamo a braccia aperte dato che la sagra della salsiccia durava ormai da troppo tempo. Altra cosa prevedibile: Tutti e tre si affollano su Anna come leoni sulla gazzella zoppa e questo crea subito delle tensioni; la donna non apprezza le troppe attenzioni che le vengono rivolte e per la maggior parte del tempo se ne sta in disparte bidonando i tre maschietti, che accusano il colpo, il calo del morale è forte e la mucca sta bussando dal corridoio con zoccoli rinforzati.
Come se non bastasse una delle mod installate irrompe nella già pessima situazione e crea la prima vera situazione di pericolo: Un gruppetto di zombi caracolla verso la colonia, affamati di carne umana o forse attirati da Anna -Sono 3 maschietti anche loro. Dopo le prime preoccupazioni la situazione potrebbe invero volgersi a nostro favore: I tre fondatori della colonia sfogano le loro frustrazioni sessuali sui poveri zombi, che, crivellati, cadono a terra senza colpo ferire. Finita la strana sessione di masturbazione alternativa, nella colonia tutto torna normale, fino a quando, dopo un rombo che illumina il cielo, una capsula di salvataggio atterra poco distante, tra i detriti si affaccia un giovane uomo: Humphrey.
Il sopravvissuto e ultima aggiunta al gruppetto viene trascinato nella stanza adibita a cella e lì rimane per qualche giorno, mentre tutti lavorano sodo per produrre e difendere la colonia -Qualche gruppetto di pirati, zombi e pirati zombi spunta ogni tanto per ricordarci che ci sono. L’errore è forse quello di trattarlo troppo bene: La colonia sta prosperando, i magazzini sono pieni di cibo, risorse per la costruzione e medicine, che vengono usate per curare le sue ferite, i pasti migliori gli vengon serviti e l’addetto alla sua cella si ferma sempre qualche minuto in più per fare due chiacchiere, magari convincerlo a unirsi alla famiglia.
Compito che ben presto viene portato a termine, con grande rimorso, quella fastidiosa bocca in più da sfamare sarà capitale nei prossimi giorni.
La colonia ora è molto più di un accampamento di fortuna, è conosciuta e carovane mercantili si fermano ad osservare il lusso in cui i suoi abitanti vivono, tutto va bene.
E’ una bella mattina soleggiata: Il coniglio e il tacchino che Zebo ha addomesticato brucano placidamente appena fuori dalla colonia, Anna, che continua a respingere le avances di tutti, è stesa sull’erba e osserva le nuvole, in lontananza Jess fa strage di cinghiali e Humphrey si lamenta di tutto. All’improvviso, l’inferno: Una nube tossica cala sulla zona come i maschietti con Anna, l’odore è insopportabile, i polmoni bruciano, tutti corrono entro le mura della colonia.
Giorni dopo nulla è cambiato, una nube verdastra avvolge tutto, i preziosi campi di patate sono perduti, uscire a cacciare è impossibile, gli animali della zona sono tutti intossicati e la loro carne è immangiabile, resta solo da sperare che le scorte tengano.
Di nuovo la tensione sale alle stelle, 5 persone chiuse in uno spazio stretto che vedono il cibo calare e calare giorno dopo giorno. Humphrey non aiuta di certo: Per lui rimanere chiuso è insopportabile ed esser respinto da Anna è la goccia che fa traboccare il vaso; pazzo isterico comincia ad affogare la frustrazione nel caffè decaffeinato che il gruppo aveva trovato giorni prima sul luogo di schianto di una navetta. Ne beve litri mentre gira nudo per la colonia, se non altro è decaffeinato.
E’ ormai passata quasi una stagione, il gruppo è giunto alla decisione di ridurre le bocche da sfamare, Dennis, il piccolo coniglio della colonia, viene mandato nel paradiso dei leprotti, e questo aggiunge qualche giorno di cibo in più, stessa sorte per l’innominato tacchino.
Humphrey sbrocca, questa volta papino ha bisogno della sua pozione magica, il giovane si lancia sulle scorte di Wake-up, la cocaina di RimWorld. In stato psicotico, nudo e con polvere bianca su tutta la faccia apre la porta e va a fare un elicottero nella nube tossica.
La cosa non colpisce più di tanto gli altri, i comportamenti di Humphrey gli hanno fruttato da sempre sguardi pieni di odio e disappunto. Vicino all’overdose non sembra rientrare in sè, e continua a vagare nudo nel veleno, fino a quando non crolla, stremato. Quasi meccanicamente i coloni lo raccolgono, con una veloce sortita, e lo portano in infermeria, ma le medicine sono finite e ci tocca solo sperare che crepi o si riprenda, soprattutto mentalmente.
Vane speranze: Appena sveglio la furia berserk dell’astinenza prende il controllo, attacca Anna e questo non fa piacere alla famiglia, tutti si avventano su di lui.
Dopo qualche ora il sangue del giovane Humphrey è sulle mani di tutti, il suo corpo giace a terra nella sala comune, e lì si consuma il party più bestiale mai visto nella colonia. Zebo, ottimo cuoco, prende il cadavere, lo porta verso la cucina e lo macella senza battere ciglio, cucina quattro pasti decenti e stocca il resto della carne nella cella frigorifera.
Pochi giorni dopo la nube tossica svanisce, la furia cannibale ha ormai lasciato la colonia, ma ha scavato solchi profondi nelle menti dei suoi occupanti, che ancora stentano a ingranare dopo il misfatto.
Di nuovo il rombo di una navetta che atterra rovinosamente spezza la routine quotidiana, i sopravvissuti salvano Mie, un’assassina ninja vissuta su un ricco e lontano mondo, qualcosa di molto più importante l’ha portata su questo pianeta di frontiera. In RimWorld non ci sono dialoghi, ma quello che posso supporre abbia detto, appena sveglia, leggendo la sua storia è:
<<Dove… E’… Humphrey?>>
Molte cose succedono in pochissimo tempo. Mie è costretta a fare i conti con le azioni dell’amico Humphrey, e delle circostanze che lo hanno portato a morire. Ovviamente viene nascosta ogni informazione sul festino cannibale. Kasumi, sorella di Anna, raggiunge la colonia insieme ad Engie, un ingegnere bellico. Dopo mesi di studi i coloni scoprono finalmente come costruire delle difese automatizzate per respingere gli attacchi sempre più frequenti di banditi e zombi; senza contare che una nuova fazione si aggiunge al panorama: La Federazione dei corpi di pace, un folto gruppo di esaltati reduci di una lontana guerra civile, sbandati e senza più un comando centrale, ora vagano per la fascia esterna in cerca di risorse. Le loro armi e powersuits sono terrificanti in confronto ai piccoli mezzi di Opossum City, ma con il gran numero di torrette automatizzate e la mira degli ormai veterani del piombo Jess e Zebo, la colonia è pressochè al sicuro.
Proprio Zebo, dopo molto tempo, riesce a fare breccia nel cuore di Anna, scoppia l’amore e annunciano di volersi sposare di lì a poco. Jess non prende bene la notizia, continua infatti a fare tutto ciò che può per conquistare Anna, Zebo non la prende benissimo, ma la cosa passa senza lasciare segno, soprattutto quando Jess demorde e si lancia sulla sorella della futura sposa, Kasumi.
Gli inverni non sono più un problema: La scarsità di carne di questa stagione viene ampiamente compensata quando le due serre costruite entrano a regime, la famigliola può ora coltivare in abbondanza riso, patate e preziose erbe mediche, dato che le medicine scarseggiano e affidarsi alle carovane mercantili potrebbe non esser la scelta adatta.
Il problema dell’energia ora si fa reale, le lampade solari per far crescere le piante, le torrette a difesa della base e le molte stufette messe per combattere il freddo pesano sulle batterie della colonia, viene quindi potenziato il comparto energetico con la costruzione di quattro pannelli solari -Oltre ai tre con cui la colonia è sopravvissuta fino ad ora- e altri due generatori a legna.
Il giorno tanto atteso arriva: Zebo e Anna sono sposi, le nozze hanno luogo nella sala comune davanti all’intera Opossum City, cibo e caffè decaffeinato in abbondanza per tutti, un giorno di festa che allontana ancora di più i ricordi della nube tossica e tutto quello che ha portato.
Opossum City è prospera, ricca e felice.
Tranne Jess: Kasumi lo molla.
Quasi 11 ore sono passate senza che me ne accorgessi, un viaggio fatto di attenta programmazione, una montagna russa di emozioni, una colonia costruita nelle terre selvagge di Zebra su solida roccia e membra umane, una bella storia di amore, cannibalismo, tossicità, droga e quel dannato decaffeinato.
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