Partiamo da un presupposto: al referendum costituzionale, ho votato sì. E ho fatto campagna per portare più persone possibili a votare sì. L’ho fatto, lo rifarei. Sono e rimango convinto che fosse un’ottima occasione per rompere gli equilibri di questo Paese, sparigliare le carte e ripartire. Ho perso. E con me tanti altri. Ma non ha perso Renzi. Ha perso l’Italia. Ha perso l’Italia quando invece di parlare del contenuto della riforma la politica (p minuscola), ha scelto di buttarla in bagarre. Ha perso la stampa (s minuscola) quando ha scelto di prendere posizione perdendo la neutralità e il suo scopo: fare informazione. Ha perso infine il popolo (p minuscola) che ha seguito in massima parte il consiglio di “votare con la pancia”. Indipendentemente dallo schieramento scelto, oggi, ha perso il Paese. Ma non Renzi. Cosa succederà non è dato sapere per ora. Ma un fatto rimane. Se si vuole fare Politica con la P maiuscola bisogna raccogliere le necessità delle persone e tradurle in azione. Di schiforme, di referenzum, di psiconani e di tutto il lessicario da avanspettacolo, invece, facciamo volentieri a meno.
Ora, non voglio rivolgermi a chi ha votato no. In entrambi gli schieramenti il voto sul merito del testo è stato pressoché nullo. Mi rivolgo invece alle persone che con me hanno combattuto e perduto. Signori, guardiamoci in faccia. Non possiamo seriamente pensare di insultare chiunque non la pensi come noi. Non possiamo seriamente pensare che copiando o ispirandoci o semplicemente abbassandoci allo stesso livello di capipopolo come Salvini o Grillo, qualcuno possa prenderci sul serio. Tra l’originale e la copia, la gente sceglierà sempre l’originale. Abbiamo però una grande, unica occasione.
La trasversalità. La possibilità di non categorizzare il dibattito, sì contro no, operai contro padroni, dipendenti statali contro dipendenti privati. Dobbiamo imparare a capire, ed è secondo me una svolta epocale in 70 anni di campagna elettorale permanente, che il problema è e deve essere parte della soluzione. Che per ogni statale che timbra e va al mare, ce n’è uno che lavora per due, col contratto bloccato da cinque anni. Che per ogni medico infame, ce n’è uno che fa turni da acciaieria sovietica senza fare un fiato. Che per ogni operaio protetto e coccolato dal sindacato che si prende due o tre giorni di malattia al mese, un altro si spacca la schiena onestamente per mettere il pane in tavola. Per ogni imprenditore che non versa i contributi dei dipendenti per pagare le rate del Ferrari, un altro ipoteca la casa per investire nella sua azienda. E anche in politica è così. So che non sembra perché il dibattito è avvelenato, ma ci sono persone con senso dello Stato in praticamente tutto l’arco del Parlamento.
Noi dobbiamo realizzare che non è categorizzando il voto del no e liquidandolo come “ignorante”, “impreparato”, “di pancia”, che si capisce il bisogno del cittadino. E quel cittadino è il vostro vicino di casa, il vostro barista, la persona che magari condivide il vostro letto. La categorizzazione è amica del peggio. Dentro una categoria sono tutti uguali. E non possiamo permettere di lasciare spazi d’ombra entro cui il peggio possa nascondersi e prosperare. L’errore principale dell’impostazione politica di Grillo, ad esempio, è stata quella di andare contro alla politica nel suo complesso. Facendo questo, si è categorizzata la “politica” come “nemico”. Gli effetti nefasti di questo comportamento sono sotto gli occhi di tutti.
Mai avevo visto una campagna elettorale tanto becera, sfibrante e distruttiva. Ma avevo visto tanto livore, acredine, voglia di attaccare per il bisogno atavico di sconfiggere il nemico. I primi a farne le spese, ovviamente, sono state le persone preparate. Tutto si è ridotto a una guerra di numeri, come se fossero figurine, “io ho questi personaggi per il sì”, “io ho questi personaggi per il no”. La stampa ha perso definitivamente qualsiasi tipo di ruolo nell’orientamento al voto, perché non è rimasta imparziale. Sono caduti tutti i veli di ipocrisia possibili.
Pertanto io mi rivolgo a te che leggi. Se anche a te questa situazione rivolta lo stomaco, se sei stanco, sfibrato, se non hai più la forza, se ti riconosci in questo. Io sono con te. Ma dobbiamo parlare al meglio. In ogni categoria possibile ci sono persone che hanno voglia di ascoltare. Che hanno voglia di emergere, di cambiare. In meglio. Perché sconfitti, da questo referendum, siamo tutti noi. Sconfitti dalla mediocrità, sconfitti dalla tifoseria, sconfitti da una guerra continua tra categorie.
Provate a fare un esercizio. Invece di definirvi per negazione “io non sono X” provate a chiedervi chi siete. E poi provate a chiedervi se volete essere il meglio. In tal caso, è ora di agire.
Perché ricordate. Alla fine della storia, signore e signori, i buoni vincono, i cattivi perdono, ma il meglio domina.
Umile braccio armato di Frullo. Se avete bisogno di qualcosa, dovete chiedere all'uomo col fucile. Per parlare con me http://ask.fm/ImdiSpina, per richieste particolari inerenti a imdi.it [email protected], per richieste particolari inerenti alla mia persona (n-no homo) [email protected]
19 Aprile 2017
15 Marzo 2017
5 Dicembre 2016
5 Dicembre 2016
3 Dicembre 2016
Umile braccio armato di Frullo. Se avete bisogno di qualcosa, dovete chiedere all'uomo col fucile. Per parlare con me http://ask.fm/ImdiSpina, per richieste particolari inerenti a imdi.it [email protected], per richieste particolari inerenti alla mia persona (n-no homo) [email protected]
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.