Ciao gente frocia, come state? No, non prendetevi la briga di rispondermi, sono problemi vostri. L’ha detto anche Cassano. Qui non siamo omofobi, ognuno può fare ciò che vuole, basta che nella docce stia ben lontano dall’ano di Cass. Che poi, poveretto, tutti a dargli contro: eppure lui si è anche trattenuto, ha pensato ciò che dice per non far scoppiare un casino. Se avesse detto ciò che pensa, invece, non sarebbe successo nulla. Perché sarebbe rimasto in silenzio.
Comunque. Analfollie calcistiche a parte, è stata una settimana tranquilla. Nulla di diverso dal solito. Cecchi Paone che dichiara di aver scopato con questo e quello, Sara Tommasi che abbandona la sua brillante carriera di economista per tornare alla professione che le ha permesso di laurearsi a bocconi, Nicole Mignotti che viene folgorata sulla via di Milano e decide di seguire l’esempio della sua maestra di vita offrendo il proprio corpo non più alla Regione Lombardia bensì all’industria del porno. Alla fine cambia solo l’inquadramento, le mansioni rimangono pressoché le stesse.
Avete visto come sono aggiornata sugli ultimi chiacchiericci da atmosfera estiva? Ho scoperto un nuovo, potentissimo mezzo per tenermi aggiornata su scopaggi, spettegolamenti e, seppur difficile da credere, attualità in generale. Twitter. Ultimamente si parla sempre più spesso del social network “rivale” di Facebook (a proposito, Zucky, come stanno andando le azioni? LOLOLOL U MAD TI O TROLATO, più che azioni ormai sono staticissimi cadaveri in via di putrefazione) e siccome non siamo mica qui a rollare le sigarette a Frullo ho deciso di iscrivermi e dare un’occhiata alla selva di nidi che popola l’interwebz.
Ammetto di aver creato il mio account ( @_LadYvonne_ ) con un fievole barlume di speranza nel cuore. Mi era stato dipinto, a livello di immaginario collettivo, come una sorta di piccola oasi felice, ben lontana dal gretto mondo di status pietosi e condivisioni amene a cui siamo abituati (non troppo). Non nutrivo pregiudizi mentre aggiungevo utenti da seguire. Ho cercato di coprire un ventaglio antropologico debitamente vario: ho followato imdiani, gente pescata a caso e VIP. Ma è stata sufficiente qualche ora per instillare nel mio animo l’orrido seme della delusione più cocente.
Twitter è come il Piccolo Chimico: un giocattolo pericolosissimo se dato in mano a totali imbecilli. Tipo:
– I rincoglioniti sintetici: ovvero gli stessi ipodotati di materia cerebrale che scrivono idiozie su Facebook. Su Twitter scrivono cose allo stesso livello, ma condensate in 160 caratteri. E non è detto che sia un bene. L’alta concentrazione di minchionaggine può avere effetti più devastanti rispetto alla soluzione diluita. Sono quelli che ogni mattina ti danno il buongiorno, ogni sera la buonanotte, che fotografano il loro triste pranzo con Instagram e commentano la condivisione con GNAMMY GNAMMY, quelli che non vedono l’ora di farti sapere tramite Four Square che sono alla sala giochi Uncle Dolan e tu speri fortissimamente che arrivi il rape tiem, che ti schiocciolano a caso su argomenti di cui ti frega più o meno quanto della sessualità del rospo ululone, che commentano i fatti di politica con k skifo e scrivono a Fabio Volo per chiedergli se può salutarli in diretta durante la sua trasmissione. Io a Fabio Volo scriverei solo per chiedergli se il Volo del Mattino può farlo giù dal sedicesimo piano.
– I wannabe smart: trattasi di una (quasi) esclusiva di Twitter, che con la sua aura (pressoché ingiustificata) di intelligenza, elitismo, pacatezza e vago snobismo verso le masse ti trascina nel laido meccanismo del “anch’io voglio far vedere a tutti quanto sono colto e superiore ai più”. Il problema è che se non sei più intelligente di un paralume, fingendo di esserlo dimostri solo quanto tu sia inferiore al mio gatto che, quando gli parlo, mi risponde con interventi ben più salaci dei tuoi. Se mi fai 857 volte l’originale battuta “Monti, l’IMUrtacci tua”, non dai affatto prova di quanto sei furbo ed accattivante. Al massimo mi strappi un “Meh” e la voglia di strapparti le dita, una ad una, così le cagate su Twitter le scrivi con il naso e magari ci esce fuori qualcosa di più interessante.
– I vip: io vi dico una cosa, amici. Se aggiungente la gente famosa for the lulS, le vostre aspettative non verranno deluse. Ma se avete un mito, un idolo, qualcuno che ritenete veramente un modello di vita, datemi retta: non followatelo. MAI. Al 99% sarà un adultominkia sgrammaticato che scrive interventi del calibro di una storia raccontata da Bicha Muda. Ogni mattina ci danno il buongiorno facendo il verso a Good Morning Vietnam (PERCHÉ?), ci informano riguardo alle condizioni meteorologiche che circondano le loro ville milionarie, pensano di farci sorridere riportando aneddoti così tristi da farti venire voglia solo di ingoiare il cellulare, sperando che qualcuno ti telefoni per ridacchiare un po’ con il solletico provocato dalla vibrazione, rispondono ai fan fingendosi amichevoli e alla mano ma senza riuscire a nascondere quell’atteggiamento di vaga sacralità da pontefice che distribuisce la benedizione urbi et orbi, chiacchierano fra di loro e tu ti chiedi come sia possibile che questa gente guadagni in una stagione televisiva importi pari a 40 anni di tue buste paga addizionate degli extra per prestazioni di anal carpiato a pagamento.
– Gli hashtag entusiasti: gente che riempie i propri tweet di hashtag, non si sa se per tentare di finire in classifica o perché feticista del segno grafico del cancelletto. Non ci sarebbe niente di male, in sé, in fondo si tratta di un aspetto caratterizzante di Twitter. Il problema è che spesso le parole chiave sono #buongiorno, #buonanotte, #caccapupù, #cosedellinfanzia (e giù di depressione), #eurofighi, #jusstilovvo, #aiutoolakandidakefcc10pti, #sapevatelo e simili amenità. Tuttavia devo confessarvi che, spesso, attraverso gli hashtag vengono diffusi “giochini” che possono rivelarsi decisamente gradevoli e divertenti se dati in mano a persone che non hanno il cervello in ricarica dal 1998. Ma, vi prego, i tweet strappalacrime sul vostro pelouche preferito prematuramente dipartito dopo uno sconsiderato giro in lavatrice e voi piccini che avete pianto tanto tanto proprio NO.
– I morti di passere: dai, non potete cercare figa ANCHE su Twitter. Seriamente. È…sbagliato. È moralmente illegale. È un abominio. Uccelli virtuali che gonfiano le piume nella speranza di atterrare su una passera reale. È profondamente sbagliato. Appena sento aria di broccolamento, io defollowo con la velocità di un peto trattenuto per tre ore causa riunione di lavoro. Supersonico. Andate a nidificare altrove.
Insomma, nemmeno Twitter è poi tutta quest’isola felice, come invece i media vogliono farci credere. Però, se si impara a destreggiarsi fra i potenziali utenti da seguire, regala anche momenti veramente piacevoli. Nella selva dei miei “Following” c’è un po’ di tutto, sia gente che mi serve per poter tirare merda nei miei articoli, sia personaggi estremamente validi, divertenti e meritevoli di stima che non raramente alimentano il ripostiglio dei miei Tweet Preferiti. Ogni tanto emerge qualche fiore anche dal letamaio degli hashtag apparentemente più beceri, e noi di Imdi, si sa, non temiamo la puzza di merda se, come ricompensa per averla affrontata, ci aspetta materiale fresco, profumato e pronto per essere servito a voi su un piatto d’argento (quello ce lo mette Spina).
Quindi…mi sa che ci dovrete tenere d’occhio. Intanto iniziate ad aggiungere quest’uccellino qui: @IMDItweets .
Sarà una cinciallegra? Sarà un avvoltoio? Lo scoprirete su www.imdi.it.
…SOON.
2 Giugno 2017
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