I social e le azioni Nintendo stavano esplodendo a causa dell’uscita di Pokémon Go, così ho aspettato che uscisse nel Play Store per provarlo e raccontare al mondo la mia (brutta) esperienza con questa roba. Premesse doverose: non sono un videogiocatore, ho giocato a quasi tutti i giochi della saga pokémon negrandoli con l’emulatore, gioco tutt’ora su pokémon showdown per scazzo, non è una recensione ma una mia esperienza personale. Detto questo, cominciamo.
Nel pomeriggio esce ufficialmente in Italia l’attesissimo “gioco” e lo scarico. “Personalizzo” il character, decidendo rapidamente fra la variegata scelta cromatica concessami che il giallo generico sarebbe stato il colore più opportuno, e scelgo Charmender come starter, da buon fruitore mainstream quale sono. I primi 30 minuti servono a farmi capire le meccaniche di gioco, e dopo una fase iniziale di sorpresa per la semplicità estrema mi ricordo che il target di riferimento non necessita di praticare la depilazione intima e accetto passivamente la cosa.
Ora parte la questione più spinosa, ovvero trovare una buona ragione per uscire di casa; posso catturare cosetti correndo, solo che l’ho già fatto la mattina e col cazzo che mi faccio un’altra doccia, oppure posso andare a fare una passeggiata, peccato solo che non ho un buon motivo per farlo (purtroppo non posso chiedere ai miei amici di venire a caccia di pokémon con me, visto che sono più vicini al matrimonio che alla pubertà). Mi rassegno alla pigra evidenza e decido di utilizzare tutti gli aromi a mia disposizione, ottenendo Dratini, Rapidash e altra merda che rimarrà sigillata per sempre nel mio account.
Arriva la sera e un amico deve suonare in un locale del Lungomare. Per evitare la marmaglia di gente, opto per un parcheggio un po’ più distante, e nel breve tragitto a piedi fino al concerto provo a cercare altri abortinimon. Ovviamente non ho trovato nulla di decente nel tragitto, se non una palestra/pub, in cui mi rifiuto di entrare solo per combattere dei pokémon (in oltre, non c’è quella riservatezza del gameplay classico dove clicchi 2 volte al massimo e aspetti, ma bisogna cliccare compulsivamente col ditino sullo schermo). Dopo il concerto io e laggente honesta con cui sono cambiamo locale, e in un momento di scazzo apro per l’ultima volta l’app, scoprendo che un Squirtle è proprio vicino a me. Penso di fare un giretto attorno, ma il pesaculismo è forte e l’idea di dire qualcosa tipo “andiamo a pijare lo squirtle qui dietro che voglio completare il pokedex” mi fa gelare le palle. Nel mentre chiudo la schermata per cercare pepe rari nel gruppo di imdi, trovo due amiche che si erano fatte il giro del Lungomare in cerca di pokémon. Il giorno dopo disinstallo Pokémon Go, capendo che dopo i 13 anni va bene solo come gioco alcolico, roba da uno shottino ogni pokémon che trovi.
Peccato, non fossi un neopatentato che gira con neopatentati mi ci sarei divertito un botto.
15 Luglio 2016
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